martedì 9 gennaio 2018

Variazioni sulla CARMEN di Chiarot da Bizet e Merimée

La SCEMA MADRE conclusiva dell'opera di Bizet che Chiarot ha suggerito al regista non è piaciuta, come si aspettava. Non è piaciuta a gran parte del pubblico, non è piaciuta alla critica, non è piaciuta affatto a giornalisti ed intellettuali (da Facci a Mattia Feltri, a Massini, a Gramellini,a Sgarbi rispettivamente su Libero, La Stampa, Repubblica,Corriere, Giornale) che hanno ironizzato e sbeffeggiato il sovrintendente - improvvisatosi drammaturgo e letterato. E piaciuta oltre che  a Chiarot, a Muscato ed anche a Nardella. Direte che c'entra Nardella? C'entra appunto come il cavolo all'opera, ma c'entra. Loro hanno rappresentato la triade felice  della trovata e del risultato sul pubblico che ha già mandato esaurite tutte le recite (senza incidenza alcuna della notorietà e popolarità dell'opera?); ma per questo aspettiamo che vengano resi noti i biglietti venduti  e di incassi. Contano i  numeri, le chiacchiere propagandistiche stanno a zero

 Chiarot, gongolante di gioia per il chiasso, perfino di alcuni giornali stranieri, noncurante degli sberleffi, sta già pensando a come  far parlare dell'Opera di Firenze in futuro, qualora altro argomento  non ci fosse per farlo. Pensa già alla fine di stagione quando ha assoldato il  regista fantasista Francesco Micheli, provenienza Sferisterio di Macerata e stabile a Bergamo, per Donizetti, per la cosiddetta 'trilogia' verdiana
(Traviata, Rigoletto, Trovatore). Sicuramente ne vedremo delle belle, e già qualche indiscrezione sulle future riletture è venuta fuori. Ne riparleremo.

Intanto sta pensando alla Variazione n.2 sulla Carmen, con o senza Muscato, alle prossime repliche che torneranno regolarmente,  in questa e nelle prossime stagioni fiorentine, visto il successo presente.

 La Variazione n.1, in scena in questi giorni, prevede che Carmen, braccata dal suo vecchio spasimante che la perseguita, onde evitare un femminicidio ante litteram, gli spara e lo fa secco (non importa se alla 'prima' la pistola ha fatto cilecca con grande divertimento  del pubblico, che ha dovuto fino alla fine dell'opera l'annunciata ma ormai famosa 'SCEMA MADRE').

Chiarot, nella rilettura di Bizet volendo  essere corretto oltre misura, non si è accorto che la signora, anzi sigaraia, meglio zingara, aveva una pistola con la quale ha capovolto  l'esito finale, precedendo Don Josè, nell'atto criminoso contro di Lei.  Qualcuno, sommessamente,  glielo ha fatto notare al  neo drammaturgo fiorentino: la signora, pardon: sigaraia ( una zingara assunta al monopolio? solo a Firenze, in teatro, si può) e zingara ( ovvio, con la pistola in tasca), per evitare un omicidio sì è resa Lei colpevole di altrettanto misfatto. E allora  il neo drammaturgo intende correre ai ripari, ipotizzando la Variazione n.2 della SCEMA MADRE, che andiamo a raccontarvi.

Innanzitutto viene confermato che la SCEMA MADRE sarà la scena  finale e resterà quella, per far godere al pubblico per intero l'opera e per lasciare forte la suspence di come finirà la prossima volta, volendo eliminare l'omicidio del quale si macchia Carmen e non Don Josè, come voleva quell'idiota di Bizet.

Allora raccontiamola questa Variazione n.2 . Mentre nell'Arena il toreador Escamillo s'è fatto incornare dal toro - e dunque fuori un amante di Carmen - nei paraggi dell'Arena Don Josè, tenta ancora una volta di far tornare Carmen da lui. L'abbraccia, la stringe forte, la bracca letteralmente, Lei tenta in tutti i modi di liberarsi dalla stretta, lui allora estrae la pistola dalla foderina  e  nella colluttazione con la sua ex, invece di uccidere Lei parte un colpo e lui cade a terra morto. Suicidato.

 Lei non contenta, tira fuori  il coltello a serramanico, dotazione  di base di ogni zingara professionista, si avventa su Don Josè, e gli infila la lama nel petto, gridando di fronte alla folla, che uscita dall'Arena aveva fatto capannello intorno a i due;' Muori scellerato cadavere!". E questa sarebbe la prima delle due varianti del libretto da introdurre a seguito della Variazione n.2. Poi, muovendo i fianchi come solo Lei sapeva,  si fa largo fra i curiosi e va via, mentre questi - e qui sarebbe la seconda variante del libretto - gridano: "Scemi, Scemi".

Resta da spiegare all'indirizzo di chi  quel grido d'insulto. Secondo il drammaturgo, all'indirizzo dei protagonisti. Starebbe a dir loro, specie al defunto Don Josè: come si può ancora oggi uccidere o uccidersi per un donna, quando di donne libere ve ne è tantissime?  Questa l'interpretazione del drammaturgo. Secondo il pubblico, invece, 'SCEMI, SCEMI' era per Chiarot, Muscato e Nardella - mettiamoci pure lui, altrimenti nessuno lo prende in considerazione -  rispettivamente suggeritore/impositore, realizzatore e  utilizzatore finale ( per i benefici che porterà alle casse del teatro) della SCEMA MADRE. Chiarot  fa capire che la metterà in atto, a sorpresa, senza preavviso.

Ci sarebbe anche una Variazione n.3 per la Carmen 'da Bizet', di Chiarot, che però Muscato ha solo
ipotizzato senza intenzione di verificarne l'efficacia. E cioè rispondere alla proposta del sovrintendente, come avrebbe potuto e non ha voluto, senza mezzi termini: 'ma che c... dici?'.

Bene ha fatto a  non metter in atto tale Variazione n.3, perchè la risposta del sovrintendente possiamo brevemente  dargliela noi, che quando ci siamo opposti alla sua proposta, al tempo della nostra consulenza, per conto della Rai, per il Concerto di Capodanno, di aprire il Concerto televisivo con una nuova composizione di Giorgio Battistelli, siamo stati accusati da Chiarot di 'lesa maestà' e  costretti ad annullare la consulenza, mentre, proprio l'anno prima, siamo anche dovuti intervenire a calmare una solista - che il teatro aveva scritturato, non noi - presa dal panico, pochi minuti prima di cantare.  L'abbiamo tranquillizzata noi, poi sono accorsi in camerino sia Chiarot che Ortombina.

Stessa sorte è toccata ad altra persona, incaricata dalla Fenice, e dal teatro pagata, di tenere i rapporti del teatro con la Rai, il cui rapporto  di consulenza è stato, per una ragione assai simile, interrotto, dopo quasi un  quarto di secolo. Mentre prima, e assai spesso, lo steso sovrintendente Chiarot incaricava di  trattare con i sindacati che, in occasione del Concerto di Capodanno, erano quasi sempre sul piede di guerra, e che lui evidentemente non riusciva a convincere a sotterrare l'ascia di guerra. Dunque guai ad opporsi alla sua volontà.

 Concludendo, Muscato può anche ripensarci alla prossima proposta di SCEMA MADRE, e mettere in atto la Variazione n.3, sappia però che potrebbe toccare la stessa sorte che toccò anche a noi.  Se se la sente, lo faccia. Tanto Carmen di Bizet vivrà, nonostante Chiarot.


                                         

Nessun commento:

Posta un commento