giovedì 15 marzo 2018

In Italia tante giustizie, quante correnti nel PD di Renzi. Il ministro Orlando, minoranza nel PD, tace sulle giustizie nel Paese

Due casi di 'curiosa' giustizia, emersi negli stessi giorni, hanno sollevato interrogativi inquietanti.
 Il primo in seno alla Consulta, dunque nel massimo organo giudiziario italiano, l'altro nella piccola Procura di Spoleto, forse in cerca di notorietà - non sapremmo trovare altra giustificazione al suo operato sanzionatorio riguardante Norcia, zona terremotata, dove la normalità stenta a tornarvi.

 Cominciamo da quest'ultimo caso, il più grave.  A Norcia, dopo il terremoto, con i soldi raccolti da La 7 e dal Corriere della Sera, è stato costruito, in un tempo ragionevole - come avrebbe dovuto essere il tempo, e non lo è stato, di ogni altra iniziativa in quel martoriato territorio - un centro polivalente su progetto del famoso architetto Boeri. Una struttura in legno, da cima a fondo, salvo che  nella base di calcestruzzo sulla quale poggiarla.
La Procura di Spoleto l'ha messo sotto sequestro, sigillandone gli ingressi, perché contravviene alla legge (Testo Unico dell'edilizia, art.44): non è provvisoria, secondo la Procura, e  viola le leggi sui vincoli paesaggistici. Insomma in un territorio devastato dal terremoto, vanno comunque rispettati i vincoli pesaggistici, cioè - verrebbe da dire - le rovine  e macerie che, infatti, ancora in molti di quei luoghi non sono state rimosse.

Viene costruita  una struttura che risulta unico luogo di aggregazione, fondamentale per superare l'emergenza che dura da anni e che la magistratura si è ben guardate dal sancire duramente, e  una Procuretta - detto senza intenzioni denigratorie, ma con la durezza che il giudizio sulla decisione impone - la chiude; e sta per fare altrettanto per una analoga struttura in costruzione - almeno così teme il sindaco di Norcia - e, perché no, potrebbe farlo anche con le casette che sorgono, guarda un pò, nel parco dei Monti Sibillini.

Mentana giustamente ha reagito duramente a tale  decisione, (lo ha fatto anche il Corriere?) tutta 'italiana', mentre non altrettanto duramente   ha reagito Orlando, che anzi tace, essendo in minoranza nel PD e forse anche nel Paese delle mille Procure.

Ieri in serata s'è fatta viva la Protezione Civile, con un comunicato ufficiale nel quale ha mandato a dire alla Procura di Spoleto, che la legge  post terremoto aveva previsto che si potesse costruire 'in deroga' al Testo Unico dell'edilizia ed ai vincoli paesaggistici, fino a quando non fosse terminata l'emergenza. Che non è ancora terminata, se vi sono cittadini che non hanno avuto la 'casetta' promessa - dopo un anno e mezzo circa dal terremoto - e vivono in alloggi di fortuna,  procacciandosi i mezzi attraverso esercizi commerciali provvisori ed improvvisati.  E che, comunque, la costruzione di quel Centro polivalente a Norcia è stata eseguita senza violare nessuna norma. Dunque Spoleto faccia marcia indietro ed annulli il sequestro del manufatto.

 Secondo caso. Alla Consulta viene messo sotto indagine un giudice, Nicolò Zanon, accusato per interposta persona, sua moglie nel caso specifico, che avrebbe utilizzato la macchina di servizio del marito per fini personali.
Il giudice avrebbe presentato le sue dimissioni, sacrosante vista l'accusa infamante per un membro della Consulta; ma la Consulta le ha respinte all'unanimità.

Le riflessioni che ci vengono su questo caso sono tante. Ne citiamo solo un paio. Perché un giudice della Consulta deve avere una macchina di servizio, vista la giusta lentezza con la quale il massimo organo giudiziario italiano si muove? Non si tratta mica di un organo che agisce in continua emergenza. E poi, se un membro della Consulta ha uno stipendio che risulta essere il doppio di quello del Presidente della Repubblica, potrà ben pagarsi un taxi od una macchina  per  sé e soprattutto per la famiglia, evitando di incorrere in simili volgari incidenti.

La Procura di Spoleto ha agito in totale autonomia, ma con durezza e senza considerare  tutti gli aspetti e soprattutto le conseguenze della sua decisione; mentre alla Consulta hanno deciso di attendere la conclusione delle indagini, mostrando grande tolleranza, attenendosi alla massima: simile non mangia simile.

 E Orlando che fa?

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