sabato 10 marzo 2018

DI BIASE, FASSINA, MELONI, GIACHETTI ed altri ... con il piede in due scarpe

 Li conosciamo tutti e quattro:  sono paladini dell'impegno, dell'interesse verso la nazione, della politica moralizzata. Gente pulita, votata al sacrifico per salvare il paese.  Per ora sono esclusi, ma solo dall' elenco, leghisti berlusconiani, cinquestellisti.  Tutti, comunque, sia questi che quelli  possiamo essere certi che vivono e lavorano per salvare il paese, nell'esclusivo interesse della nazione. E lavorano indefessamente, senza mai risparmiarsi;  ritengono di essere indispensabili alla causa, al punto che  loro, come altri assenti da quest'elenco sommario, hanno contemporaneamente almeno due incarichi elettivi politici.

 Se vi venisse subito da pensare che percepiscano anche due indennità contemporaneamente: da parlamentare e consigliere comunale o regionale, siete in errore, vi sbagliate di grosso. Loro mai e poi mai si farebbero beccare che rubano in due posti differenti. Basta uno. E guarda caso - qui possiamo scommettere, senza conoscere la scelta dei singoli  politici -  tutti hanno scelto l'indennità minore.

 La Meloni, ad esempio, quella di consigliere comunale, lasciando nelle casse pubbliche quella di parlamentare, più pesante - la politica si fa con passione e senza interessi privati! - e la stessa cosa hanno fatto sia Giachetti che Fassina.

Non conosciamo, invece, la scelta  della Di Biase, che  suo marito Franceschini avrebbe voluto candidare al Parlamento; ma , per un minimo di decenza, non l'ha fatto, mentre l'ha fatto una coppia milanese cinquestellista;  la quale, invece, da capogruppo PD in Campidoglio, che a suo tempo fece man bassa di voti - battagliera, non c'è che dire - s'è candidata alla Regione, sostenendo Zingaretti. Ha annunciato che le due cariche, in Campidoglio ed alla Pisana, non sono incompatibili -  che è poi  la tesi sostenuta  anche dai costituzionalisti 'di stagione' che mantengono il doppio incarico - e che anzi sono l'uno il proseguimento dell'altro, il suo complemento e completamento. Lascerà solo l'incarico di Capogruppo in Campidoglio, e percepirà una sola indennità delle due che le spetterebbero. E sicuramente  opterà per mantenere quella più esigua, quella da consigliera comunale, ora che suo marito, bocciato sonoramente a Ferrara, è stato ripescato e dunque manterrà la sua poltrona in Parlamento. E così  con l'indennità da Parlamentare di lui e quella capitolina di lei, vivranno felici e contenti.  Ma in povertà. Non come in passato c'è capitato di constatare con la serafica e poetica coppia  Bondi, FI, che portava a casa ogni mese, per cinque anni, una trentina di migliaia di Euro. Un vita di stenti!

Alla fine della storia dobbiamo anche ringraziarli - il paese tutto deve farlo - questi nostri eroi, che fanno risparmiare alla Stato un bel gruzzolo! Se poi non si pongono il problema di affidare ad altri, forse più liberi ed anche più capaci di loro, uno dei due incarichi politici, è una minuzia!

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