mercoledì 14 marzo 2018

Daniele Lombardi. Ricordi...

Alla notizia della sua morte improvvisa a 72 anni, domenica scorsa, nel suo studio fiorentino,  siamo andati con la memoria molto indietro nel tempo, fino ai primi anni Ottanta (1980 ovviamente). E per quanti sforzi abbiamo fatto non siamo riusciti a ricordare come avvenne che  conoscemmo ed incontrammo per la prima volta Daniele Lombardi, né perché. Mentre ricordiamo bene  il nostro lavoro insieme, che durò non moltissimo, per la verità, ma che vogliamo raccontare.

Ad aprile del 1983 uscì il primo numero di Piano Time, che noi avevamo progettato su richiesta dell'editore Enzo Perilli e che dirigemmo per un settennato, fino a marzo del 1990.
 In quegli anni, se la memoria non ci tradisce,  Casa Ricordi mandò in edicola un metodo per imparare a suonare, intitolato  Suono subito,  dispensa e cassetta audio. La pubblicità dell'iniziativa mostrava una bimbetta seduta al pianoforte, e quella bimbetta era la figlia di  Mimma Guastoni, che  all'epoca era a capo di Ricordi.

Ci venne l'idea di  pubblicare - concorrenza leale! - un metodo per pianoforte, a dispense su Piano Time, quattro pagine ogni mese per un anno circa: al centro della rivista, da staccare e conservare. A chi affidare tale incarico se non ad un riconosciuto pianista e insegnante di pianoforte? Fra i collaboratori di Piano Time avevamo chiamato anche Rattalino, 'mister pianoforte' in Italia. Ma non pensammo a lui che già curava una rubrica storica.  Il primo nome che ci venne in mente fu Bruno Canino, pianista  di grande e vasta carriera. Lo interpellammo, l'idea gli piacque, ma lo spaventò la realizzazione pratica. Già, come realizzare quelle  quattro pagine mensili che avevano bisogno di grafici, musica e mille altre cose che costituiscono la base di un normale metodo di studio di uno strumento? Se Canino avesse accettato - ma non accettò - si sarebbe dovuto avvalere della collaborazione di un bravo grafico e di un lavoro  fianco a fianco anche lungo ed oneroso.

 Scartati altri possibili nomi, forse neppure interpellati, pensammo a Daniele Lombardi, di cui conoscevamo il multiforme ingegno,  compreso quello grafico, che si sposava alla sua professione di pianista e compositore. Sicuramente avevamo visto qualche suo catalogo, dal quale emergeva chiarissimo tale suo talento.  Ma se ci fu anche qualcuno che ce ne parlò non ricordiamo .

Gli chiedemmo allora di fare un piano.  Ogni mese avremmo pubblicato quattro pagine che lui ci avrebbe fornito già pronte per la riproduzione, bastava solo ridurle a formato. E così fu.  Non serve ricordare che Daniele Lombardi  all'epoca non era conosciuto come in seguito, e che Piano Time rappresentò per lui un bel trampolino di lancio. E che noi ci rivolgemmo a lui, prevalentemente per le sue capacità grafiche, fermo restando che anche  lui era un pianista/compositore ed insegnante di pianoforte. La pubblicazione si concluse  con successo e grande apprezzamento.

 Nel 1985, Bruno Nicolai, titolare della casa editore musicale Edipan, ed egli steso compositore, con il quale avevo avviato una collaborazione, organizzando e conducendo dei 'Salotti musicali' al Teatro Ghione, per dar voce visibilità e peso alla sua casa editrice, una casa piccola a confronto di Ricordi e Suvini Zerboni, pensò di avviare la pubblicazione di una rivista di musica, dal titolo semplice ma chiaro: La Musica al quale andava aggiunta solo  l'indicazione dell'anno di pubblicazione: La Musica 1985, il titolo per i primi numeri.

 Nicolai chiamò me e Daniele per progettare la sua nuova rivista, dedicata in prevalenza alla musica contemporanea.  Io lasciai la direzione alla vigilia dell'uscita del primo  numero, per chiarissime divergenze con Lombardi.  Il motivo del dissidio fu la mancata pubblicazione per intero in un solo numero, di un corposo ed approfondito saggio di Paolo Castaldi, intitolato se non ricordiamo male 'Il terzo stile', nel quale  egli indagava come  i compositori, nella stragrande maggioranza dopo il periodo dell'apprendistato e della matura espressione, indicano le vie future, non ancora chiaramente delineate - si pensi alle ultime opere di Bach come di Beethoven, per intenderci.

 La Musica si rivolgeva a compositori che certamente non potevano spaventarsi di fronte ad un saggio di spessore. Noi eravamo dell'idea che quel saggio andasse pubblicato per intero sul primo numero della rivista - sarebbe stato un bell'inizio. Lombardi, invece, voleva non amputarlo, ma diluirlo su diversi numeri, per dar spazio a tante cosette che avrebbero accontentato  i molti questuanti che già bussavano alla redazione. Noi a Piano Time, non  li avevamo mai fatti entrare quando recavano interessi personali.

 Si scontrarono due diversi modi di concepire una rivista. Noi pensavamo  che andasse salvaguardato  il prestigio e la qualità della rivista, e meno gli interessi, generalmente un pò bassi e particolari dei tanti questuanti. E del resto  è stata questa la regola aurea alla quale ci siamo attenuti dirigendo Piano Time, che si guadagnò  nei lettori e nel mondo musicale tutto, prestigio ed autorevolezza. E, perciò,  a seguito di tale disaccordo sulla conduzione della rivista, preferimmo lasciare  La Musica e continuare ad occuparci solo di Piano Time.

Da allora i nostro contatti con Daniele Lombardi, anche dopo che terminò la pubblicazione del 'Metodo per pianoforte' a dispense mensili su Piano Time, dal titolo Fare Musica, furono assai rari. Ma questo non ci ha  impedito di seguire  quello che negli anni è andato facendo, apprezzandone gli studi sulla musica 'futurista', meno le sue performance  con la sfilza di pianoforti per Via Tornabuoni a Firenze. replicate anche altrove.

Molto temo dopo,  all' inizio degli anni Duemila, ci contattò per sapere se poteva riavere quelle tavole che a quattro per volta avevamo pubblicato su Piano Time; gli rispondemmo positivamente e gliele inviammo - le avevamo conservato noi stessi gelosamente.

 Daniele nel 2005, le pubblicò presso l'editore Nardini, con l'aggiunta di alcune altre  - pochissime in verità -  e di un brano di musica dedicato a Luigi Pestalozza ( non serve spiegare chi fosse, e quali legami tenessero insieme i due, legami ideologici soprattutto).

Diede al volume un titolo Fogli d'album (che non era quello originale)  ed un sottotitolo: Un metodo per pianoforte. Ce ne inviò in seguito una copia con dedica: A pietro Acquafredda affettuosamente. Nelle prime pagine si leggeva di Piano Time che le aveva ospitate per prima.
La sfogliammo più d'una volta,  ma non vi leggemmo nessun accenno a come era nata l'idea e soprattutto chi l'aveva avuta, neppure en passant. Per noi era importante che  venisse raccontata, data la singolarità dell'iniziativa.
Naturalmente trovammo la cosa molto scortese. Scrivemmo a Lombardi per manifestargli il nostro disappunto. Lui ci rispose con la seguente lettera:

" Caro Pietro, ti invio una copia fresca di stampa del metodo che dopo tanti anni ha trovato la pubblicazione della altre pagine ( le poche aggiunte e non uscite su Piano Time, ndr). Certo che mi ricordo, e con gratitudine, del tuo invito a cominciarlo, e pensavo che citando pianotime fosse come citare te, che ne eri il deus ex machina. Un cordiale saluto. DANIELE LOMBARDI. 
Firenze 20.10.05".

Troppo poco, ed anche troppo comodo, caro Daniele. Come te tanti  altri, ben sapendo che  Piano Time era stato da noi fatto 'a nostra immagine e somiglianza' e che qualunque iniziativa partiva sempre da noi, come il tuo metodo,  hanno dimenticato di fare il nostro nome nelle occasione e per le ragioni per cui avrebbero dovuto farlo. Alla fine ci siamo abituati e non ce la siamo presi con nessuno. Figurati se possiamo prendercela con te. E soprattutto ora. Ciao, Pietro

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