domenica 11 febbraio 2018

Finalmente rinnovato il contratto 'riformato' della scuola. Un pò di soldi e poco altro

I ministri Fedeli e Madia, in un comunicato congiunto, hanno annunciato l'ennesima firma di rinnovo contratto 'pubblico' di questa legislatura, quello per la scuola, dopo dieci anni dall'ultimo. Finalmente.

Sotto il profilo economico il nuovo contratto - firmato, ma non a caso, alla viglia delle Politiche - prevede un aumento medio mensile degli stipendi di 95,00 Euro LORDI. All'annuncio molti professori, ma solo fra quelli il cui aumento sarà di 98,50 Euro lordi, hanno prenotato per festeggiare nelle pizzerie più vicine al loro domicilio per martedì 13 febbraio,  giorno quantomai fatale.  E, infatti se vi provate a prenotare  in qualche pizzeria, vi sentirete rispondere che in quel fatidico giorno di festeggiamenti non c'è più posto.

 Molti i punti, che qualificano il nuovo contratto, dove si nota la 'mano' della ministra Fedeli.

Innanzitutto i professori che hanno rapporti,  anche solo telefonici, con gli studenti di carattere sentimentale o addirittura sessuale, e commettono qualche illecito, vanno IMMEDIATAMENTE licenziati. Se poi la magistratura  appurerà, con i suoi tempi 'biblici', che  di  nessuna colpa era imputabile il professore licenziato,  lo si potrà riammettere. La Fedeli ha voluto mostrare il pugno duro in questo caso, sull'onda della grande indignazione pubblica suscitata dagli ultimi fatti nelle scuole superiori romane, per poi mollare su tutti gli altri punti che avrebbero  meglio qualificato il rinnovo contrattuale che reca anche la sua firma.

C'è qualche elemento positivo nuovo. Quello, cioè, che prevede che un insegnante assegnato ad una sede non possa più cambiarla prima di tre anni di permanenza, onde evitare la girandola di insegnanti ad ogni inizio d'anno. Verrà punito anche chi dichiarerà il falso. E allora la Fedeli che da ministro ha dichiarato di avere un titolo di studio universitario, mentre  non  ne ha neanche uno di scuola superiore, e quello che ha l'ha forse preso in una scuola serale? E la Madia beccata a copiare la sua tesi di dottorato? Perché non si sono dimesse? Perché non le hanno punite?

Poi vengono le dolenti note. Intanto aumento uguale per tutti, e il merito è andato a farsi fottere per ora; mentre per gli anni a venir a giudicare a chi attribuirlo saranno i capi di istituto ed i sindacati. Dio ci scampi e liberi!

Nulla si dice sul reclutamento degli insegnanti: oggi, in possesso di titoli, per accedere all'insegnamento, devono  solo superare un concorso,  mentre le attitudini all'insegnamento di chicchessia non vengono mai prese in esame, come anche la salute di mente e la capacità di relazionarsi ai giovani, per i quali gli insegnanti restano sempre dei modelli, anche in tempi in cui sembra non godano di grande considerazione da parte della società tutta oltre che degli studenti.

Nulla si dice e risorse non si destinano per rendere i luoghi in cui gli studenti passano metà giornata per molti anni della loro vita, meno fatiscenti, più vivibili. Noi che abbiamo passato quasi quarant'anni ad insegnare in scuole di ogni ordine e grado, possiamo testimoniare che mai abbiamo trovato aule e suppellettili in ordine. No, una volta sì, a L'Aquila, in Conservatorio, dopo il terremoto, quando riprendemmo le lezioni, interrotte per il disastro sismico, nella nuova sede costruita nel giro di tre o quattro mesi dalla Protezione civile, guidata da Bertolaso. Solo in quegli anni, noi prossimi alla pensione, abbiamo insegnato in una sede nuova, non fatiscente, pulita e con banchi, lavagne e sedie nuove.
 Come possono gli studenti disporsi bene ogni giorno e pensare al loro futuro da costruire, se li si fa  vivere in luoghi che sembrano  quelli di un paese appena uscito da una guerra o da un disastro?

Come anche nulla si dice di fondi per dotare le scuole di  tutti gli strumenti più aggiornati ed idonei alla formazione degli studenti.

Tutto questo ci fa dire ancora una volta che anche questo rinnovo del contratto non va di pari passo con il rinnovo del cambio di passo del Governo sulla scuola. Sulla quale, ma solo a parole - e neanche tanto, come in molti hanno notato - tanti si sbracciano.  Mentre tutti hanno segnalato l'assenza del tema 'scuola' dai programmi elettorali, che promettono  felicità, benessere  e ricchezza per tutti. Per la scuola, tutto è rimandato alle prossime elezioni, sempre che qualcuno se ne ricordi!

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