venerdì 5 gennaio 2018

Sfogliando 'Il fatto quotidiano' di Marco Travaglio, che non è il 'Washington Post' di Carl Bernstein

Marco Travaglio s'è messo in testa, da qualche mese, di essere il fratello gemello di Carl Bernstein, e che 'Il fatto quotidiano' non è che la riproduzione 3D del 'Washington Post' . Solo che  il caso 'Banca Etruria' non è assimilabile al caso 'Watergate', e soprattutto perchè MEB - per i non addetti ai lavori : Maria Elena Boschi - non è Nixon. Perchè se anche riuscisse, come riuscirono  Carl Bernstein e il suo  collega Bob Woodward, giornalisti del Washington Post, con Nixon, a farla dimettere - ma non lo farà, non c'è più tempo, ed anzi lei si candida al Parlamento alle prossime elezioni, in un collegio senza paracadute perchè vuole avere la conferma del gradimento popolare nel collegio elettorale toscano in cui si candida - non succederebbe proprio nulla.

E allora se Travaglio non è Bernstein, se 'Il Fatto Quotidiano' non è il 'Washintgon Post', e se il caso 'Banca Etruria' non è il Watergate, perchè accanirsi contro MEB, ogni giorno, per qualunque cosa, anche per fatti ed atti insignificanti politicamente? Tanto rumor per nulla!

Rumori e tanti ne fa anche Andrea Scanzi, detto 'pum pum', l'unico italiano non assoggettato al divieto dei botti. Scanzi, sul 'Washington Post' italiano, scrive quasi ogni giorno articoli pirotecnici, per  far la festa a qualunque patrono, si chiami Grasso, Renzi, Pisapia o Madia, quando la bionda madonna tocca il giornale di Travaglio. Un pò meno con i Cinquestelle, troppo alti, per raggiungerli con i suoi fuochi. Spara colpi fallocchi contro tutti, ma che male non fanno a nessuno, mentre possono ferire chi confeziona quelle sparate multicolori. Chissà che fra breve non dovremo leggere di lui su qualche altro giornale italiano,  esattamente le stesse cose che ha scritto di recente di  Maria Teresa Meli  del 'Corriere', e non ha scritto, né scriverà, di Gianluigi Paragone che si candida con i Cinquestelle, come prima aveva fatto con la Lega, che gli aveva regalato una vicedirezione in Rai. 

 Più mirato di Travaglio - che tiene per sè sempre la 'lista della spesa' politica che apre e chiude le pagine del giornale - e meno fallocco di Scanzi qualche tiro lo spara Peter Gomez che l'altro giorno ha certificato l'uscita dalla crisi del nostro paese, con una acuta ragione, a metà strada tra economia e sociologia politica. La certificazione inconfutabile che l'Italia è ormai fuori dalla crisi ci viene da un fatto incontrovertibile: i politici si sono aumentati stipendi e vitalizi. 

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