lunedì 29 gennaio 2018

Per una volta che Virginia Raggi fa una cosa buona, riconosciamoglielo!

 Occorre premettere che in queste ultime settimane Roma sembra come  essersi svegliate dal lungo sonno nel quale era piombata un anno e mezzo fa, da quando l'Amministrazione Raggi sembrò averla addormentata con i barbiturici, che l'hanno immobilizzata ed impedito, di fatto, di reagire, salvo poche eccezioni.
 Si vedono per strada cataste di legna da ardere, frutto dei tagli dei pini, secolari o no, che il Servizio Giardini, finalmente di nuovo attivo, ha deciso di abbattere, o perchè pericolanti o perchè ritenuti non in buona salute, a dispetto talvolta delle apparenze.

 Segno che qualcosa si muove, sebbene le buche ammazzacristiani e distruggimachine siano sempre lì in bella mostra e le strade, specie dopo qualche pioggia, mostrano il manto stradale come bombardato.

 Per la risoluzione definitiva dell'emergenza monnezza, ci hanno detto di aspettare due o tre mesi, forse solo allora sarà risolta, ma forse solo alla bell'e meglio. Pazienza.

 Si ha l'impressione che nel mese che ci separa della Politiche del 4 marzo,  l'Amministrazione sia in piena attività per non  danneggiare i Cinquestelle che considerano Roma  come la loro prima grande sconfitta, che potrebbe mettere a rischio i risultati elettorali che i sondaggi danno brillanti .

Comunque fino alle ore 24 del 4 marzo qualcosa la Raggi e la sua Giunta  sicuramente combineranno. Poi, forse... addio sogni di gloria!  Sia che i Cinquestelle vincano sia che perdano; tanto quel che è fatto è fatto; e la Raggi potrà finalmente  di nuovo riposare come sembra aver fatto in questi diciotto mesi di non governo capitolino.

Ma in queste settimane è talmente attiva da occuparsi perfino della toponomastica, cioè dei nomi delle strade, visto che  ha deciso di  cambiar nome a quelle intitolate a tre scienziati che firmarono le leggio razziali. Brava! Se  fa una buona pensata, una delle pochissime, bisogna dargliene atto e non dire che  l'intitolazione di tutte le strade andrebbe rivista. Anche se ha ragione chi ha detto questo, pensando a quelle strade intitolate a chicchessia, sull'onda  della commozione o anche di altri interessi, a persone di cui spiegare in futuro cosa abbiamo fatto e perchè sia stata loro intitolata una strada sarà impresa impossibile. Certe intitolazioni sono dettate dal detto comune che vuole che si 'batta il ferro finchè è caldo'.

Sbaglia, invece, chi riconosciuto appena un piccolo merito alla sindaca,  si lancia a dire che il nostro paese sarà veramente civile, quando  dodici strade verranno intitolate ad altrettanti emeriti professori e scienziati che sotto il regime dovettero abbandonare l'insegnamento e le ricerche perchè non vollero firmare le leggi razziali, come loro richiesto dal Regime.

 Intanto un primo passo è stato fatto,  per il secondo diamoci tutti da fare, incalzando la sindaca che, con la cancellazione dei nomi di quelle strade, sembra essersi avviata per la  buona strada dell' abiura del fascismo, sulla quale è fondata la nostra Repubblica.

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