sabato 6 gennaio 2018

LA NAZIONE (fiorentina) applaude lo scempio operato sulla Carmen di Bizet da Chiarot e Muscato

 Il finale cambiato della Carmen di Bizet, che nella nuova rappresentazione in programma da domenica prossima al 13 gennaio al Teatro del Maggio fiorentino non cade vittima di don Josè come prevede il libretto originale, ma si ribella e gli spara, ha passato il primo esame del pubblico. Pressoché unanime, e positivo, il giudizio espresso dagli spettatori che hanno assistito alla prova generale dell'opera, che non hanno stroncato l'idea di mutarne il testo per lanciare un messaggio 'politico' contro la piaga della violenza verso le donne ma anzi l'hanno ampiamente applaudita e apprezzata.
«Il finale cambiato mi è piaciuto molto - spiega Lia, uscendo dal teatro - anzi, lo trovo più adatto di quello originale, che mi è sempre suonato un pò stonato. Carmen non è certo una tipa che si fa ammazzare; dunque - ironizza - questa variazione rimette solo a posto le cose. Senza dimenticare che oggi, un tizio come don Josè sarebbe considerato un vero e proprio stalker».
Le fa eco l'amica Lia, proclamandosi «d'accordo su tutta la linea: stasera usciamo di qua portando con noi un messaggio positivo, per tutte le donne. E Dio solo sa quanto oggi ce ne sia bisogno». Poi aggiunge, sorridendo: «Forse solo tra gli spettatori uomini si potrà un parere negativo su questa nuova Carmen». Si sbaglia. Nel foyer Sandro definisce l'opera «un utile aggiornamento ai tempi moderni», mentre, poco distante, Alberto va oltre: «Con questa idea è stato raggiunto l'obiettivo di sensibilizzare le persone su un tema cruciale. Le epoche cambiano, cambiano le mode e cambiano gli stili: non si capisce, dunque, perché cambiando tutto non debbano adattarsi ai cambiamenti anche i contenuti». 

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