venerdì 8 dicembre 2017

Nella Bibliomediateca dell'Accademia di Santa Cecilia, a Roma, succedono cose strane

Prima di leggere questo post vi invitiamo a leggerne uno precedente ,sempre in questo blog, datato 19 aprile c.a., nel quale si pubblicano alcune lettere, a firma Domenico Bartolucci, Michelle Campanella ed altri, anonimi, inviate agli Accademici di Santa Cecilia, allora presieduti da Bruno Cagli, per denunciarne alcuni comportamenti insoliti ed anche irregolari nella gestione della celebre istituzione, con particolari riguardanti l'ascesa di Michele Dall'Ongaro in Accademia e la 'promozione/ pressione' di Cagli per far entrare fra gli accademici la dott. Annalisa Bini, senza averne forse  le carte del tutto in regola per la promozione ( e perciò più frutto di pressione) ora a capo della Bibliomediateca, generosamente retribuita per tale incarico.

Veniamo ai fatti recenti nei quali la dott. Bini - forse l'unica donna fra gli accademici o una delle pochissimissime - per il suo incarico dirigenziale ha un ruolo decisivo.

 Ieri ci siamo recati nella Bibliomediateca, progettata anche quella da Renzo Piano e ben allestita, per restituire dei testi avuti in prestito. All'ingresso ci accoglie l'altolà della direzione la quale tramite cartello, fa sapere che  a partire dl 1 ottobre l'ingresso alla Bibiliomediateca può avvenire solo dopo aver acquistato, al prezzo di Euro 30,00 ( 10 per i giovani) la tessera che un tempo veniva data gratis a chi ne faceva richiesta, naturalmente per ragioni di studio - come del resto avviene in qualunque biblioteca che si rispetti, a cominciare dalla Nazionale di Via Castro Pretorio, ancora a Roma.

La cosa ci è parsa molto strana, pensando ai bilanci dell'Accademia, in funzione quasi esclusiva della sua attività concertistica, ed a detrimento di quella didattica e di studio. L'Accademia ci è stato spiegato non ce la fa più a sostenere le spese di gestione della Bibliomediateca e perciò è ricorsa all'obolo della tessera d'ingresso. Che, per quanto possa avere consistenza, quelle spese non potrà mai ricoprire, tanto valeva allora, evitando anche la figuraccia,  continuare a lasciare l'ingresso libero a quanti vi si recano per ragioni di studio.

Mesi fa abbiamo scritto un post a difesa della Bibliomediateca, quando un nostro conoscente ci aveva informato che alcuni servizi - come il prestito - l'Accademia non riusciva più a garantirli, scrivemmo allora, dopo esserci andato, che la sua lamentela  non corrispondeva a verità e che a noi il prestito era stato dato in tempo debito ecc...

La dott. Bini ci disse più tardi che l'attuale sovrintendente, Michele Dall'Ongaro, con il quale è ben noto quanto deteriorati anzi inesistenti siano i rapporti nostri, aveva apprezzato tale precisazione che  metteva fine a false notizie.  Ma adesso sia la dott. Bini che Michele Dall'Ongaro certamente non gradiranno quanto stiamo per scrivere perché getta un'ombra sinistra  sui principi ai quali  ispirano la loro attività in seno all'Accademia ed alla Bibliomediateca.

Andiamo in ordine. Oltre un anno e mezzo fa, ragalammo alla Bibliomediateca alcuni numeri introvabili di Piano Time ed Applausi che mancavano nella collezione della Bibliomediateca, privandocene.

In quella stessa occasione facemmo dono  anche di un numero speciale della nostra ultima  rivista, cioè MUSIC@, un numero molto particolare che l'ottusità del direttore del Conservatorio dell'Aquila, Piermarini, non ha consentito che fosse stampata, benchè già in tipografia, e che noi abbiamo fatto stampare a nostre spese, in poche copie, ed abbiamo inviato alle più importanti biblioteche italiane che avevano, dal 2007 in avanti e  fino alla fine del 2013, ricevuto regolarmente, il noto bimestrale edito dal Conservatorio 'Casella' dell'Aquila. In quel numero 'VIETATO' comparivano anche le lettere alle quali facevamo  riferimento e che abbiamo ripubblicato su questo blog.

Un anno e mezzo fa regalammo quel numero anche alla dott. Bini perchè completasse la collezione della Bibliomediateca. La dott. Bini lo conosceva già, perchè quel numero era stato pubblicato, in rete ,da un noto blog italiano, quello di Luigi Boschi, sul quale si può ancora sfogliare e leggere. ( Ne vale la pena perchè un numero di grande qualità!) e noi stessi l'avevamo inviato in pdf a molti dei destinatari di Music@

Quando siamo tornati, dopo mesi, alla Bibliomediateca ed abbiamo riscontrato che quel numero non era stato  ancora catalogato e messo assieme agli altri, abbiamo chiesto ragione alla dott. Bini, la quale ci ha risposto che  stavano procedendo alla catalogazione e che presto sarebbe stato conservato dove doveva.  Non sulla scrivania della Bini, ben occultato. Alle nostre rimostranze, ci aveva risposto  che se lo volevamo indietro ce lo avrebbe volentieri ridato. Naturalmente a noi premeva che quel numero di Music@ completasse la collezione della rivista in Bibliomediateca; noi a casa avevamo una copia del numero in questione.

Ieri, giacchè eravamo di nuovo, dopo  sette mesi, nella Bibliomediateca dell'Accademia, siamo andati a controllare se quel numero 'speciale' di Music@ si trovasse al suo posto, e cioè con gli altri del bimestrale. Non sorpresi più di tanto, abbiamo scoperto che quel numero non c'era, e che la dott. Bini, così facendo, aveva assecondato la volontà, inespressa (?), del suo sovrintendente, che  non avrebbe sopportato che nella biblioteca dell' istituzione da lui presieduta, comparisse una rivista che lo accusava apertamente, e qualcosa di non proprio positivo azzardava anche a proposito dell'ascesa della dott. Bini. Ed ambedue le accuse non contenute in scritti di nostro pugno, ma in quelle lettere, pesanti come un macigno, cadute sulla gestione 'Cagli' dell'Accademia, a proposito della caldeggiata successione di Dall'Ongaro al vertice di Santa Cecilia , e della 'promozione/pressione, per far  accogliere la dott. Bini fra gli Accademici ceciliani.

P.S. Quando la dott. Bini leggerà questo nostro post, che  riterrà come una pugnalata alle spalle, quando invece la pugnalata alle spalle l'ha data Lei e il suo capo, alla cultura ed alla ricerca, ci risponderà che Lei quel numero 'speciale' di Music@, l'ha catalogo e messo assieme agli altri ma che qualcuno deve averlo trafugato, portando come prova che  altri numeri della stessa rivista, un tempo in dotazione alla Bibliomediateca, ora mancano.

Ma noi non ci meraviglieremmo se scoprissimo che le stesse mani, che non hanno messo quel numero di Music@ al posto che le spettava, sono le stesse che, per camuffare la brutta operazione, hanno fatto, qualche istante dopo,  sparire definitivamente, o occultare temporaneamente, anche gli altri numeri mancanti, che noi avevamo, anche quelli, regalato alla Bibliomediateca dell'Accademia di Santa Cecilia. 

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