sabato 30 dicembre 2017

Le cattive abitudini fanno breccia più facilmente e più velocemente delle buone, anche nel giornalismo

Che sia una cattiva abitudine quella di introdurre nella nostra lingua termini di altre, per fare i fichi nessuno  può non convenire che si tratti di abitudine cattiva.

Da molto tempo accade, e da altrettanto noi  lo andiamo denunciando, che il termine con il quale si indica il direttore d'orchestra e la sua attività di direzione sia stato abbandonato per far posto ad almeno altri due che ci vengono dalla lingua inglese.  'Direttore' non piace più tanto, e invece piace 'conduttore', dall'inglese conductor. Piace a chi 'conduttore'?  A qualche giornalista che vuol dimostrare di conoscere  quell'insulso termine inglese - che potrebbe confondere un direttore d'orchestra con un conducente di tram - e che non riflette su  quale dei due  risulti più chiaro al lettore dei giornali per il quale scrive.

Oggi, ad esempio, nel suo pezzo su 'Repubblica' dedicato al Concerto di Capodanno da Vienna diretto da Riccardo Muti, Leonetta Bentivoglio,si fa un apsseggiata nel vocabolario  italiano, prendendo a prestito anche gli anglismi, e nel giro di  poche righe, per indicare Muti e la sua attività viennese in questo momento, usa i seguenti termini: Muti ' dirige il concerto...'; poi il concerto è 'affidato a Muti'; e ancora: ' in quasi mezzo secolo il maestro guida i Wiener; 'la fiera italianità del conduttore'.
Poi passa a citare, en passant, il Concerto dalla Fenice, ma solo per riferire dalla 'frecciata' di Muti
(di cui abbiamo parlato nel post precedente ed in un altro dei giorni scorsi, ripetendosi volutamente il Maestro) per dirci che il Concerto dalla Fenice, sarà 'guidato da  Myung Whun Chung'.

In poche righe, avendo la Bentivoglio un vocabolario ricco quanto il suo eloquio, ha usato sempre termini diversi per indicare Muti e la sua attività, ricorrendo a tre verbi differenti che ha coniugato secondo necessità, e cioè: dirigere, condurre, guidare. Senza badare agli equivoci nei quali potrebbe indurre i suoi  lettori che, colti ma non quanto Lei, potrebbero domandarsi se stia scrivendo sempre della stessa persona  e della medesima sua attività per la quale è più conosciuto, o se stia riferendo di hobby praticati dal direttore in privato, e che ora Lei,  e solo Lei che con il direttore ha familiarità, sta rendendo di pubblico dominio.

 E siccome le cattive abitudini più presto delle buone fanno breccia, ecco che anche 'Il Fatto quotidiano' di Travaglio, in una 'breve' riferita al Concerto di Capodanno dalla Fenice, scrive: ' il direttore d'orchestra coreano Whun Chung guiderà il concerto... ' Qui il direttore coreano non si mette alla guida di un'orchestra ma di un concerto,  e forse senza sapere ancora dove 'condurlo'. Sempre che il concerto voglia farsi guidare da un direttore di un altro paese, lontano.

Esente da tale cattiva abitudine sembra Valerio Cappelli, nell'intervista a Muti, pubblicata sul 'Corriere della Sera', sul medesimo argomento, l'altro ieri: lui scrive sempre il direttore Muti che dirige...
Cappelli è meno colto della Bentivoglio o, a differenza della collega, scrive come magna - come si dice a Roma e, in inglese, non sappiamo come tradurlo, ma che ce ne frega?

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