martedì 7 novembre 2017

Il TALENT di musica classica serve più ai Conservatori o ad AMADEUS (rivista)?


La risposta è perfino ovvia: serve più, forse esclusivamente, ad Amadeus  il talent dedicato alla musica classica e riservato alla sessantina di Conservatori italiani che la rivista milanese ha appena organizzato. Anche perchè i Conservatori, dove  nulla o quasi è cambiato negli ultimi dieci anni - perfino la cosiddetta riforma non ha prodotto nessun risultato - non hanno bisogno di un altro talent, avendone già uno (Premio Nazionale delle Arti) i cui effetti non si vedono e nulla di veramente positivo ha prodotto per i talenti di questo talent organizzato dal Ministero. Amadeus sembra voler ripetere il tentativo non riuscito di un'altra rivista di musica italiana che, nella speranza di vendere qualche copia in più, ha scelto di fare da megafono alle scuole di musica in Italia

Il Premio nazionale delle Arti, del quale abbiamo seguito negli anni passati lo svolgimento,  faceva sfilare i vincitori delle varie sezioni, in una superfinalissima che, almeno per  un paio di anni, s'è svolta nel teatro all'aperto dell'Accademia nazionale di Danza, a Roma, sull'Aventino. Quando  vi assistemmo,  ne uscimmo disgustati per l'approssimazione del suo svolgimento, lo scarso peso dato dagli stessi organizzatori ai vincitori delle varie sezioni, la  deprimente premiazione che consisteva in una improbabile scultura, pesantissima,  a favore di telecamere  di uno spettacolo televisivo che definire vergognoso è quasi gentile. Aggiungiamo solo che delle esecuzioni musicali  in loco non fotteva nulla a nessuno. E poi? Poi nulla.

 Stessa sorte è toccata alla Orchestra nazionale dei Conservatori italiani, fondata ormai parecchi anni fa, affidata per la gestione  a chi non aveva nulla da spartire con il settore, fatta finire - come la quasi totalità di iniziative pubbliche relative alla musica - nella sciatteria più totale, con punte di sfruttamento. L'orchestra, vale la pena ricordarlo, si ricostituisce  in determinate circostanze, soprattutto di rappresentanza pubblica, con nessun giovamento per i giovani strumentisti.

 Non parliamo di TIM, quel torneo musicale, addirittura 'internazionale', che  per molti anni  organizzò  Luigi Fait & Figlio, alle cui selezioni assistemmo spesso, uscendone disgustati; e del quale in qualche occasione,  abbiamo rivelato particolari che avevano a che fare  con il profitto dei giovani, più che con la promozione del loro talento musicale.

Prima di Amadeus, un'altra rivista musicale italiana, Suonare News, ha deciso di puntare sui Conservatori, sperando di trovarvi affezionati lettori. Non ci sembra, anche in questo caso, abbia sortito qualche  reale vantaggio per gli allievi e diplomati dei Conservatori, e neppure - a nostro modesto avviso - per la rivista in questione che marginale era e tale è rimasta,  conseguenza  della  dozzinale qualità giornalistica e dei contenuti,  e ininfluente anche nel mercato editoriale (quanto vende?). La pubblicazione ogni anno dell'elenco dei diplomati serve solo a vendere qualche copia in più. E basta. E questo può servire ai talenti musicali italiani? Certo che no!

Se si vuole trovare una iniziativa meritoria ed utile rivolta ai migliori allievi dei nostri Conservatori, si deve tornare indietro nel tempo, alla ricorrenza delle 'Celebrazioni Mozartiane' del 1992, avviate già un triennio prima, con un grande dispendio di soldi pubblici.

In quell'occasione il CIDIM e l'ISMEZ organizzarono con la rivista Piano Time, che noi dirigevamo, un progetto (da noi formulato , presentato  al CIDIM e diretto in tutte le fasi di svolgimento), completamente finanziato con soldi pubblici e che consisteva: 1. in una selezione dei migliori studenti di pianoforte, prossimi al diploma dei nostri Conservatori; 2. in una finale ospitata a Palermo, davanti ad una giuria presieduta da Paul Badura-Skoda; 3. nella individuazione di una cinquina di vincitori; 4. nell'offerta a detta cinquina di un corso di perfezionamento - gratuito come tutto il resto, ospitalità compresa - sotto la guida di Badura-Skoda, della durata di una settimana; 5. nella scelta da parte del noto concertista di una coppia di vincitori; 6. nella registrazione di un CD mozartiano dei due vincitori, sotto la guida di Badura -Skoda e con la consulenza tecnica di un ingegnere del suono fra in più noti (Gallia); 7. la pubblicazione del CD, che fu tardivamente, allegato alla rivista Applausi; 8. infine, una tournée di concerti per la stagione successiva. Che fu l'unica cosa abortita perché le istituzioni musicali italiane aderenti al CIDIM - CAPOFILA la famosa IUC di Roma - pur avendo aderito al progetto, organizzato dal CIDIM e dall'ISMEZ, ritennero,  se avessero ospitato in stagione la coppia di ottimi giovani pianisti, limitate nelle loro scelte artistiche. Capito?

Di quel progetto, il cui costo fu  a totale carico dello Stato (fondi per le celebrazioni mozartiane), i migliori allievi dei nostri Conservatori, quelli che vi parteciparono - non furono tantissimi perchè temettero che come in altre occasioni fosse un modo per sfruttarli i giovani - ebbero reali vantaggi.
 Come sicuramente Amadeus che cerca vantaggi  soprattutto per sè, non offrirà. Infatti che succede al vincitore del talent?  Quali reali opportunità gli saranno offerte, sia dal punto di vista della formazione che della professione?  E se ormai niente più  riescono a garantire importanti concorsi internazionali, salvo rarissime occasioni, cosa può una istituzione che  è semplicemente un  organo di informazione?

2 commenti:

  1. Caro il mio signore : Lei non conosceva certo Luigi Fait se è stato capace di scrivere quello che leggo in questo articolo riguardo al TIM.
    Fait Paolo

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  2. Conoscevo, anche se non frequentavo, Luigi Fait. HO seguito di lontano quel suo Torneo, e qualche volta ho partecipato anche alle finali, in veste di giornalista ed osservatore (ne ricordo una in una chiesa di Via del Babbuino). Cattivi pensieri, a proposito del TIM - come si chiamava quella specie di concorso - mi fecero venire le dichiarazioni di alcuni partecipanti. Credo di avere in più occasioni scritto del TIM, mai bene a seguito di quelle vicende.
    Comunque posso aver sbagliato giudizio a seguito delle confessioni dei partecipanti; se ho sbagliato mi scuso, ma non credo di aver sbagliato. pietro acquafredda

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