venerdì 13 ottobre 2017

Non accusate di conflitto di interessi Francesco Bonifazi, lo sa anche lui, per la presenza nella Commissione che indaga sulle banche

Speriamo di non sbagliarci. Ci sembra di ricordare bene di aver letto che Francesco Bonifazi, avvocato, parlamentare ed attuale tesoriere del PD (un tempo anche accompagnatore/autista abituale di Renzi, tanto da essere soprannominato  'BONITAXI' ) querelerà chiunque lo accusi di conflitto di interessi, per la sua nomina a membro della Commissione parlamentare presieduta da Pierferdi, ed incaricata di  condurre un'inchiesta approfondita sulle banche fallite (Veneto, Toscana e Marche), mettendo in mezzo alla strada tanti piccoli investitori, ingannati dagli istituti di credito incriminati, e i cui risparmi investiti, ora sono andati in fumo. Pierferdi ha comunicato che l'esame comincerà non da Banca Etruria, quella più chiacchierata per via della presenza ai vertici del papà di Maria Elena Boschi, e i qualche modo salvata dal Governo come MPS, ma dalle banche venete.
In ogni caso,  il problema,  grosso come una casa, si pone per Bonifazi a proposito di Banca Etruria.

Bonifazi, avvocato e parlamentare - non sappiamo se particolarmente esperto  di diritto commerciale e finanziario; ma è meglio non toccare il tasto delle competenze, perchè allora di Pierferdi  cosa dovremmo dire? - ha tutto il diritto di stare in una commissione di indagine parlamentare. Lo avrebbe, se non fosse in evidente conflitto di interessi, per il caso Banca Etruria. Perchè'? Per i suoi diversi legami, sentimentali o professionali, con membri della famiglia dell'ex vice presidente della banca, Boschi, rinviato a giudizio, con richiesta di danni, da parte del Commissario della Banca.

 Non molto tempo fa, forse due estati fa, i giornali mostrarono foto di una vacanza ( o viaggio?) di Bonifazi con la star della famiglia Boschi, la attraente e determinata Maria Elena. Una relazione, supposta o passeggera che fosse,  ma che comunque avrebbe dovuto far decidere  a Bonifazi di non far parte di  quella commissione.

E non è tutto. Nello studio legale fiorentino di Bonifazi lavora anche il fratello della Maria Elena. Anche questo secondo intreccio - questa volta professionale - con la famiglia Boschi, non avrebbe dovuto consigliare a Bonifazi pubbliche dimissioni? Entrando  nella Commissione anche lui si getterà alla spalle conoscenze e legami con la famiglia Boschi? Come credergli?  Non sa che la carne è debole ed al cuor non si può non dare ascolto?

Tanto valeva mettere nella commissione come esperto, magari esterno,  direttamente lo stesso papà della Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria: lui sì che le cose della banca le conosce molto bene e potrebbe spiegarle ai membri della Commissione.

Ma Bonifazi no, non può restare in quella Commissione.  Querelerà anche noi, nonostante siamo qui ad offrigli, gratuitamente e senza alcun vincolo di nessun genere con lui, un  saggio consiglio?

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