domenica 3 settembre 2017

Tangenti da versare al PD dai suoi manager, per statuto

Non poteva non fare scalpore, con tutte le possibili ragioni e precisazioni, la notizia che il PD - ora più che mai a corto di fondi, come  tutti gli altri partiti da quando non prendono più nè le tangenti occulte nè quelle, alla luce del sole, del contributo pubblico - chiede, anzi ordina ai suoi manager - 'suoi', da intendersi come  manager che il partito nomina nei vari enti ed istituzioni come nelle partecipate pubbliche - di versare nelle casse del partito dal 10% fino al 30% dei loro compensi.

 La cosa non è del tutto nuova. La rapacità dei partiti che succhiano soldi dalle tasche degli eletti nelle loro liste è ben nota, non risparmia neanche i Cinquestelle, e riguarda  lo stesso PD,  Forza Italia e anche la Lega, che potrebbe avere le sue casse vuote in senso letterale, dopo che una sentenza ha ordinato al partito di ritornare alla Stato una cinquantina di milioni di Euro.
Se la sentenza del tribunale dovesse avere immediata applicazione, Salvini non avrebbe più i soldi neanche per comprare ogni giorno - come fa ora e da sempre - una felpa diversa sulla quale i suoi ci fanno scrivere il nome della città dove si trova, temendo che Salvini non sappia neanche  dove i suoi lo mandando o lui sta andando.

 Dicevamo che adesso il PD vuole dai suoi manager -  ma praticamente non c'è ente che non abbia al suo interno amministratori di  nomina politica e  non c'è partito che faccia eccezione, fra quelli che piccolo o grande hanno un qualche potere di ogni partito - che ritornino al partito che li ha nominati parte dei loro compensi, fino al 30% dell'ammontare . Il che per manager di importanti società vuol dire bei soldini. Tutto regolare? Regolare un corno.

Innanzitutto perchè ci fa capire che i partiti decidono le sorti di un manager, che scelgono non tanto in base alle sue competenze quanto per la sua fedeltà a capi e capetti, unita ad un pizzico di adesione ideale la partito.

Ma la riflessione, ancor più drammatica, è che quei manager - che , ripetiamo, sono la maggioranza per le società dove i partiti hanno messo lo zampino - rispondano non alla società che dirigono o alla società civile, ma direttamente ai partiti mandatari.  Senza i quali, forse, non avrebbero fatto nessuna carriera.
 E infatti , come tante volte abbiamo detto e scritto e non solo noi, molti di quei manager fedelissimi dei vari partiti, in nessun altra società ed ente occuperebbero un analogo posto di responsabilità.

 Pensate che De Benedetti o Berlusconi, tolti  figli, mogli, nipoti ed anche amanti trattandosi di aziende private,  metterebbero mai nelle mani di uno di quei manager nominati dai partiti le loro aziende? Con c...

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