sabato 9 settembre 2017

Dario Franceschini, il ministro, canta vittoria, ma dimentica le sconfitte

E' giusto che il ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, canti vittoria se la stagione estiva, al mare e nei musei, è andata  a gonfie vele? Sì che è giusto, anche se non può attribuirsene i meriti. perchè lui con gli americani, inglesi, tedeschi e francesi che hanno scelto la riviera emilinana o quella ligure o toscana o la Puglia, per il mare, non c'entra nulla, e forse neanche con i visitatori  dei nostri musei e siti archeologici, anche quelli aumentati, lui non c'entra affatto. Nè ha fatto alcunchè per attirarli. Semplicemente la paura del terrorismo che ha toccato alcune mete europee predilette dal turismo internazionale, le ha danneggiate, dirottando i flussi turistici sulla più sicura Italia che, comunque, per il suo mare, le bellezze artistiche ed anche la cucina  resta sempre un polo di attrazione per il turismo internazionale.  L'estate si è chiusa con un attivo altissimo, e noi siamo tutti contenti, e più di noi albergatori e ristoratori  ecc... come anche il ministro Franceschini. Ma senza che se ne debba attribuire i meriti. Se un successo c'è stato, potremmo anche dire che c'è stato... nonostante Franceschini.

Il quale, però, nulla ha detto su una questione che  certamente lo riguarda. Insomma cantando vittoria ha dimenticato tutte le sconfitte.

L'Austria,  con due anni di anticipo, ha fatto sapere che vuole al timone del suo importante museo viennese, l'attuale direttore degli Uffizi. Il quale si è detto onorato della nomina ed ha accettato. Uno smacco per Franceschini che ha tanto brigato per la nomina di direttori stranieri e che ora se ne vede sfilare uno, quello del più importante museo italiano, il quale gli ha preferito il museo viennese che certo non può competere per importanza con il museo fiorentino. Si tratta di uno schiaffo a Franceschini, il quale neppure lamenta la scelta INGRATA del direttore degli Uffizi che ora rimane a bagnomaria a Firenze, in attesa di andarsene. Su questa vicenda dalla quale Franceschini una sola cosa avrebbe dovuto imparare ma non l'ha fatto, e cioè che le nomine in posti di responsabilità si fanno con notevole anticipo, come lui mai e poi mai  ha fatto e farà. Infatti, la prossima informata di direttori si farà a fine anno, dopo che, solo in novembre, si sarà concluso il finto concorso sul quale ci sono già ricorsi.

Altra grana per Franceschini sulla quale nulla ha detto di ufficiale è quella dell'opera rock sul Palatino, dedicata a Nerone. Il suo ministero diede il via libera all'operazione ed alla definizione del sito, fra i più pregiati ed importanti della storia di Roma, forte del quale l'organizzazione presentò domanda alla Regione Lazio per il ben noto finanziamento di oltre 1 milione di Euro che ora rivuole indietro. Nulla è accaduto a Prosperetti che candidamente ma anche idiotamente ha dichiarato che lui non immaginava tutto quello scempio. Ma dov'era quando l'ha autorizzato? Dormiva o era brillo?
 Ora il Ministero, nella persona dell'arch. Federica Galloni, segue lo smontaggio del mostro di ferraglie che svetta sul Palatino, che, assicura, tornerà ad essere quello che era. Ma Franceschini ha dimenticato che la Galloni deve seguire anche un altro dossier aperto, quello della villa costruita su un'antica cisterna romana sull'Appia antica, di proprietà di una nota famiglia proprietaria  di laboratori di analisi romana. Dimenticando Franceschini che dell'esistenza della cisterna, senza che abbia fatto seguire denuncia, la Galloni era a conoscenza da tempo, essendo stata  ospite di quella villa per un party benefico, durante il quale  la padrona di casa le avrà mostrato, orgogliosa, la cisterna, ben conoscendo l'identità  ministeriale della Galloni
 Sulla carriera dell'arch. Federica Galloni corrono voci... qualche giornale ha scritto di un suo rapporto con Paolo Berlusconi, ai bei tempi. Secondo i maligni le sarebbe servito  per la carriera al Ministero. Ne dubitiamo.

C'è anche un'altra macchia sull'operato di Franceschini, e questa volta riguarda una istituzione a noi molto cara, la Orchestra Giuseppe Verdi di Milano, alla quale il suo ex direttore generale Nastasi ha fatto la guerra, non senza qualche apparente appiglio di legge.
Oltre due anni fa, con disappunto del suo direttore generale, Franceschini, pressato da molte parti, firmò il decreto di inclusione dell'Orchestra milanese fra le ICO. Il decreto lo firmò in aprile, e Nastasi, irritato, per quell'anno non gli concesse il finanziamento adeguato, perchè troppo tardiva la firma del decreto da parte del ministro. Fu la sua vendetta. Non  è bastato. Veniamo a sapere che solo dal 2018 la Orchestra Verdi riceverà il finanziamento FUS come le altre ICO, e proporzionato alla sua attività ed alla qualità di essa. Perchè dopo vent'anni di inutile ed ingiusta attesa, la Verdi deve attenderne altri tre per essere riconosciuta ICO a tutti gli effetti? Franceschini rispondi, discolpati!

 P.S. ICO sta per Istituzione Concertistica Orchestrale, cioè una istituzione orchestrale che svolge attività concertistica.

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