venerdì 4 agosto 2017

In Campidoglio una nuova GATTA da pelare, di nome MARGHERITA

La Raggi non imparerà mai, ogni volta che fa una mossa combina qualche guaio anche  a se stessa. Oltre che alla città. La giunta ha incamerato ora altri due assessori, uno dei quali promette scintille e guai possibili alla già tanto disastrata gestione della sindaca cinquestelle.

 La neo assessora, con incarico ai Lavori pubblici o giù di lì, ha già una settennale militanza nei Cinquestelle sebbene non fortunata, e forse solo per tale militanza viene ora compensata.

Si era presentata come consigliera nel Municipio V, MARGHERITA GATTA, e aveva preso solo 70 voti, restandone fuori.

 Ma ciò che maggiormente colpisce Della neo assessora, laureata in giurisprudenza, si legge sul suo profilo social. Dove, sia chiaro  non v'è elemento che possa  darci notizia della sua competenza in materia ( l'ex assessore, prof. Berdini, aveva messo in guardia sul totale sfacelo della giunta, e sulla sua incapacità per incompetenza, ad agire).

 Sul suo profilosocial,  si legge che è laureata in giurisprudenza, è contraria ai vaccini, arruolata nel relativo movimento NO VAX; ed ancora che  è favorevole alla cura del cancro con l'alimentazione- insomma, sembra dire la scienziata che se mangi sano  ( sano cosa?) guarisci  se ce l'hai, oppure non ti viene il cancro - magari fosse vero, la chiamerebbero ad insegnare la sua dieta al MIT di Boston, piuttosto che a sedere in uno di quegli squallidi scranni capitolini -  e che poi era favorevole - sempre per la sua competenza medica - alla cosiddetta cura Di Bella.

Una così, prima di sedere in Campidoglio, come in qualunque altra assemblea, dovrebbero passarla in una camera di 'compensazione' scientifica per farle acquisire, forzatamente, gli elementi base della pronuncia in qualunque campo.

Nel suo curriculum  si legge che è stata dirigente della Inarcassa. Prontamente smentita: 'la sig. Gatta è stata impiegata nei nostri uffici, mai dirigente'.

Ma ama il tango.

Intanto, nel frattempo, le hanno oscurato il profilo social. Almeno quello, per evitare la vergogna

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