martedì 15 agosto 2017

Dove vanno i critici musicali italiani d'estate? Snobbano l'Italia, salvo qualche eccezione,retribuita, e scelgono l'estero

Abbiamo atteso qualche giorno, pensando che seppure con un pò di ritardo, qualche nostro collega ci avrebbe informato degli esiti di alcuni festival  così importanti  che se ne sono accorti  gli stranieri  che li frequentano di anno in anno, in  numero maggiore degli stessi italiani. E invece no, almeno per alcuni. Gli stranieri vengono in Italia per i nostri festival - intendiamo il pubblico oltre i critici - e i nostri critici vanno all'estero a sentire concerti. E l'Italia resta scoperta. I critici spiegano anche perchè.

In ossequio ad una teoria che vorrebbe più utile al lettore la presentazione di un'opera o di un concerto, la critica musicale italiana tralascia di aggiornare i propri lettori sugli esiti di concerti ed opere. Sia chiaro, i critici anticipano con puntualità la vita musicale in Italia - nel qual caso la loro azione sarebbe utile al lettore. L'anticipano solo nel caso in cui succeda qualcosa di strano o curioso per la regia in un'opera, o per il debutto di un interprete, specie se giovane (ma nella musica si continuano a definire giovani anche interpreti che hanno superato la quarantina), meglio ancora se giovanissimo e, se di sesso femminile, se ha quel non so che di attraente che esula dalle sue capacità musicali.

E' accaduto, in questa estate accaldata, con il 'fenomeno' Currentzis, direttore d'orchestra quarantasettenne, greco di origine, attivo in Russia, in preda a estasi continue, al termine delle quali dà conto al giornalista che gli capita a tiro o che va a stanarlo, del contenuto delle sue visioni misto a fatti reali e legittime aspirazioni professionali.

I maggiori giornali italiani l'hanno intervistato a Salisburgo dove  Markus Hinterhauser, tornato alla guida del festival e in cerca di clamore, l'ha fatto debuttare con la sua singolare orchestra 'MusicAeterna', alla quale trasmette, costringendola a vivere in una sorta di 'comune', il suo fluido mistico.

Per effetto dell'estasi - ancora in trance? - ha visto nel futuro una sua collaborazione con il nostro Paolo Sorrentino per una prossima regia di Wagner, alla quale stanno lavorando insieme. Paolo Sorrentino gli avrebbe anticipato alcune caratteristiche del suo debutto operistico riguardante la Tetralogia che egli vorrebbe mettere in scena, ma cominciando dal Crepuscolo.

Sogno o son desto, Currentzis non se lo chiede mai, quando straparla. A farlo tornare con i piedi per terra ci ha pensato l'ufficio stampa del regista, il quale ha precisato, nello stile di chi parla da sveglio e sa quel che dice, che Sorrentino non ha nessun progetto operistico, neanche con Currentzis, che non conosce neppure. Ma allora che aveva scritto il Corriere della Sera? Cappelli, l'intervistatore, se l'era inventato, o Currentzis aveva scambiato il sogno con la realtà? E perché Cappelli non ha verificato?

Salisburgo è stata oggetto di attenzione da parte dei critici dei maggiori giornali italiani,  innanzitutto per il ritorno di Muti a dirigere un'opera (Aida), da tutti osannato. Giusto clamore.

Poi, invece, altri si sono recati a Lucerna ad assistere alla seconda uscita della Lucerna Festival Orchestra, orfana di Abbado e sotto la guida di Chailly, per dirci che quella orchestra è un'orchestra di virtuosi, ma che suona 'con l'anima'. Il lettore ringrazia per la precisazione.

E in Italia non c'era proprio nulla che meritasse attenzione? Che so, Pesaro? No. Dopo che la Aspesi ha dato il via al festival, come fa da molti anni a questa parte, tutti i critici si sono defilati, ritenendo esaurito il loro compito, reso inutile dall'annuncio della papessa rossiniana, una specie di madrina del festival pesarese, del quale decreta il successo prima ancora che inizi.

C'è stato qualche critico che si è spinto a Martina Franca per assistere  ad una delle riprese moderne tanto care al festival pugliese, concentrandosi sull'opera di Meyerbeer diretta da  Fabio Luisi. E basta? No. C'è un festival che si è meritato una certa attenzione, e non è una novità.

 I critici sono andati, dietro retribuzione, in pellegrinaggio a Macerata, per la stagione dello Sferisterio, invitati dal solerte direttore artistico, Micheli, a presentare le opere in programma. E già che c'erano hanno approfittato per raccontarcene gli esiti.

Questa è la vita dura del critico musicale italiano d'estate.

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