mercoledì 16 agosto 2017

150 miliardi di Euro. Una montagna di soldi che potrebbe finire nelle casse dello Stato

Anche questa è una bufala, una delle tante offerte dai giornali, d'estate, in vacanza anche di testa, o no, come l'ha offerta e spiegata ieri Repubblica?

Esiste una montagna di soldi, 150 miliardi circa di Euro, che potrebbe finire nelle casse dello Stato direttamente dalle assicurazioni e dalle banche. E' la montagna di soldi delle Polizze vita, in pancia alle assicurazioni, che  non vengono reclamate, alla loro scadenza da nessuno. Perché gli aventi diritto a beneficiarne non ne conoscono neanche l'esistenza, non  essendogli  stata comunicata loro dai sottoscrittori delle medesime. Chi non avesse capito bene, basti sappia che si tratta di quelle polizze - le uniche che danno un qualche rendimento ora che i tassi sono sotto zero - come quelle sottoscritte da Salvatore Romeo, braccio destro di Virginia Raggi, beneficiaria a sua insaputa.
 E c'è anche un caso analogo che riguarda le banche, con i cosiddetti 'conti dormienti', i conti cioè non 'movimentati' per un lungo periodo.
In ambedue i casi, se nessuno viene a reclamare la riscossione del premio di quelle polizze o la girata dei soldi depositati nelle banche, trascorsi dieci anni, quei soldi finiscono allo Stato.

Vero o si tratta dell'ennesima bufala estiva? Perchè  la storia fa venire un serio dubbio sulla onestà e correttezza di assicurazioni e banche. Quando banche e assicurazioni si accorgono, dopo qualche anno, che nessuno, titolare o eredi, viene a reclamare quei soldi, non potrebbero - secondo noi, dovrebbero - cercare gli aventi diritto? Sia le assicurazioni che le banche possono risalire ai titolari o beneficiari delle polizze o dei conti. Perché non lo fanno? Per avere uno spazio di manovra, illegale, che le autorizzerebbe a tenersi parte di quei soldi che, dopo dieci anni, dovrebbero finire interamente nelle casse dello Stato, come si fa con i possessori di biglietti vincenti delle lotterie che non reclamano, per svariate ragioni, la somma della vincita, perché hanno smarrito o non hanno controllato le estrazioni?

 Se è vero ciò che abbiamo letto su Repubblica, banche ed assicurazioni sarebbero 'smemorati' per interesse.

Un analogo caso spiega bene cosa vogliamo dire. Ci è capitato di vederci rapinata una discreta somma, alla fine dei nostri anni lavorativi, dal nostro TFR. Cioè? Nei primi dieci anni del nostro lavoro di insegnante, eravamo inquadrati in uno status  giuridico particolare, alla fine del quale, pur continuando ad insegnare per altri trent'anni ancora, avremmo dovuto immediatamente riscuotere  l'indennità di fine rapporto di quei primi dieci anni. Per riscuoterla bisognava o che la avessimo richiesta o che l'amministrazione ci avesse avvertito.
Noi non la richiedemmo perchè ancora giovane - non avevamo neanche quarant'anni e  abbiamo continuato ad insegnare, senza interruzione neanche di un giorno, per altri trenta - e l'Amministrazione non ci avvertì, subdolamente, per fregarsi quei soldi, che fatti i conti sarebbero di alcune decine di migliaia di Euro.

Quando alla cessazione del lavoro abbiamo notato la mancanza di quei dieci anni nel calcolo della indennità e l'abbiamo reclamati  ci è stato riposto che  non ci spettavano più, perchè avremmo dovuto reclamarli al momento e perchè l'amministrazione, come era suo dovere, non  ci aveva avvertiti.

Ecco come anche la pubblica amministrazione (IMPDAP, ora confluita nell'INPS) fotte un cittadino, rubandogli letteralmente ciò che gli spetta. Figurarsi le assicurazione e le banche che non sono delle opere pie.


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