domenica 18 giugno 2017

Susanna Camusso ha reagito male. Si rivolgerà alla Consulta anche per un altro problema oltre i voucher

Susanna la tosta, non ci ha visto più. S'è sentita raggirata per la seconda volta. La prima, quando la fine dell'esperimento dei voucher fece saltare il referendum, la seconda ora,  con la manovrina  che ha reintrodotto i voucher, in versione light.

Lei non ci sta, non vuol sentire ragione e porta in piazza migliaia di lavoratori, probabilmente tutti con posto fisso; forse avrebbe dovuto interpellare e mobilitare quelli che lavorano saltuariamente e che forse con i voucher contribuiscono a far emergere il lavoro nero e mettono un piccolo freno alla disoccupazione.

A nulla è valsa la spiegazione del Governo, per il quale la nuova normativa sui voucher, reintrodotti, non rende ancora più diffuso e stabile - ironia della situazione - il lavoro precario.
Hanno cancellato una volta il referendum  non lo faranno una seconda. Perchè la leader CGIL ha deciso di rivolgersi alla Consulta per chiedere giustizia e neutralizzare quello che lei ritiene un nuovo duro colpo inflitto alla democrazia ed alla libertà.

 Per l'occasione la leader CGIL ha deciso di sottoporre  alla Consulta  un secondo quesito  su un problema che affligge il mondo del lavoro in Italia, principalmente quello sindacale.
 Perchè i lavoratori distaccati  presso le organizzazioni sindacali vogliono essere equiparati a tutti gli altri lavoratori dal cui settore essi provengono, in tema di pensioni. La Camusso ha infatti scoperto che  stipendi e, ancor di più, pensioni di lavoratori/sindacalisti sono enormemente superiori ai loro compagni di lavoro non sindacalisti.  Lei non si era accorta della anomalia, fino a che il suo omonimo CISL non è andato in pensione,  con un ricco vitalizio per il quale non aveva certamente versato i relativi contributi. Raffaele Bonanni, il casus belli, mentre era in sevizio aveva uno stipendio di 100.000 Euro superiore al limite dei 240.000 Euro , stabiliti per legge come tetto per gli stipendi  dei massimi dirigenti della pubblica amministrazione; e da pensionato percepisce una pensione netta mensile di 6.000 Euro, 8.500 circa lordi.

Con lei si sono accorti della anomalia tutti i lavoratori e gli stessi ex lavoratori, in forze al sindacato, i quali ora chiedono che la Consulta sancisca la decisione che loro stessi hanno già preso e cioè quella di non voler apparire in futuro ancora privilegiati. Camusso chiederà alla Consulta di sancire con autorevole sentenza ciò che i diretti interessati hanno già deciso, e cioè   di rinunciare al diverso trattamento stipendiale e pensionistico. E così, con una sola pronuncia, prenderà i classici due piccioni.


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