domenica 11 giugno 2017

Rai Cultura e Rai 5 viaggiano alla velocità delle luce

 Anche la Rai si ricorda di santificare le feste, consacrando, di domenica, il suo canale cosiddetto culturale, Rai 5, alla musica. A quella 'seria', altrimenti detta 'classica' , o, secondo la nuova dizione proposta da Quirino Principe, 'forte'.

Seria, classica o forte che sia, siamo intesi è quella. Nella tarda mattinata, di ritorno a casa da un giro in città,abbiamo ascoltato e visto su Rai 5, il concerto della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino diretta da Jeffrey Tate, il settantaquattrenne direttore d'orchestra inglese morto , per infarto, qualche giorno fa, all'entrata di un museo a Bergamo. Il concerto era naturalmente un tributo al valente direttore inglese, per ricordarne la memoria.

Dopo il concerto, la celebre inutile trasmissione 'L'Opera italiana', una serie di venti puntate, ideata da Maite Carpio, della quale abbiamo parlato a lungo e male, malissimo, nei post precedenti, e che evidentemente ha scambiato il mezzo televisivo, audio/video, per un'aula di scuola, dove un guuppo di insegnanti ci raccontano, seduti in ogni senso, un'opera, nel nostro caso Lucia di Donizetti, consentendoci di ascoltare qualche brandello, laddove, invece, l'ascolto dell'opera doveva essere al centro  e le chiacchiere semplice contorno (si veda l'esempio di 'All'Opera!' di molti anni fa, magnificamente raccontata con la sua verve da Antonio Lubrano). la rande novità della serie doveva essere costituita dalla presenza del sopraccigliato ma inutile Elio, quello delle 'Storie tese' ma senza l'accompagno.  A Napoli , la sapienza popolare  si raccomanda di non mettere nelle mani dei bambini la 'pucchiacca'(A pucchiacca 'n mane 'e creature)- e non c'è bisogno di spiegare cosa sia la 'pucchiacca',  perchè il paragone  è comunque chiarissimo: l'opera non può essere affidata a chi non capisce e non apprezza  ciò  che  sta maneggiando.

Finita l'infausta 'l'Opera italiana' dedicata a Lucia di Lammermoor, la santificazione della domenica di Rai 5 è proseguita con 'Prima della Prima' che, da tempo immemorabile , come la rete che la ospita, viaggia alla velocità della luce. Il che non le ha consigliato di cambiare il nome della trasmissione in 'dopo l'ultima' (recita), nella quale vi raccontiamo come è stata concertata a suo tempo quell'opera, per cui se  andate a vederla la prossima volta, magari fra uno o due anni, ricordatevi che vi abbiamo raccontato e mostrato come quell'opera è nata in palcoscenico.
 Oggi 'Prima della Prima', su Rai 5, ci ha raccontato Così fan tutte di Mozart, diretta da James Conlon con la regia di Giorgio Ferrara, come andò in scena , in apertura del Festival di Spoleto, due anni fa. Ci ha messo tanto per arrivare in tv quella registrazione da Spoleto a Roma, dopo il dissesto stradale causato dai vari terremoti del Centro Italia. Don Giovanni andato in scena, sempre a Spoleto, l'anno scorso,  è in viaggio da tempo, ma non arriverà per la velocissima rubrica 'Prima della prima' su Rai 5, se non l'anno prossimo. E quale sarà il destino per l'ultimo titolo della trilogia Mozart-Da Ponte, Nozze, prevista a Spoleto fra pochi giorni,  non è dato ancora sapere, ma sono aperte le scommesse: fra due, tre o quattro anni?
 Intanto chi volesse preparasi all'ascolto ed alla visione dell'opera mozartiana,  senza attendere 'Prima della Prima' ( o 'dopo l'ultima') sappia che a Spoleto, alla viglia della messinscena, due abilissime studiose racconteranno perchè 'Susanna non vien', giusto il titolo di una loro comune fatica musicologica e psicoanalitica insieme.

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