giovedì 1 giugno 2017

Il Festival MiTo non è TRASPARENTE come l'acqua della Natura che celebra

E' stato reso noto il calendario dell' edizione 2017 del festival che unisce le due grandi città del nord: Milano e Torino, dove già esisteva 'Settembre Musica', che poi è confluito in MiTo.
 Dopo un decennio di reggenza da parte del trio Micheli-Colombo-Restagno, il festival è ora passato al prestigiatore di Nicola Campogrande, compositore, divulgatore ed ora anche operatore culturale, in parola povere direttore artistico del più affollato festival italiano che in meno di una  ventina di giorni, nella prima metà di settembre, propone a Milano e Torino quasi 150 concerti - così' è scritto - alcuni dei quali, anzi parecchi ad ingresso gratuito.

E così l'unico periodo in cui le due grandi metropoli facevano godere ai suoi cittadini un pizzico di 'silenzio' - perchè in tutti gli altri mesi le due città sono strapiene di musica, avendo ognuna sia una fondazione lirica che un'orchestra sinfonica  e diverse associazioni concertistiche che magari si fanno concorrenza fra loro e che rendono la scelta talvolta difficile - nell'unico mese, dicevamo, in cui anche l'orecchio poteva riposarsi un  pò, tiè un festivalone. Durante l'Expo accadde che l'offerta musicale, proprio a Milano, fu enormemente superiore alla domanda.

Naturalmente non siamo contrari ad un festival estivo, settembrino in questo caso. E non lo siamo mai stati, visto che abbiamo spesso rimproverato alla città di Roma di lasciare senza musica, durante l'estate, i tanti turisti che affollano la capitale (questo accadeva soprattutto quando Caracalla era stata sospesa e Santa Cecilia di riposava, mentre un tempo faceva la sua stagione a Massenzio. Oggi Santa Cecilia si riposa e va in tournée, Caracalla è riaperta, ma  per buona parte di agosto e forse anche settembre, si lascia mano libera a concertini e rassegnette di dubbia qualità, nonostante  siano ospitati in luoghi  meravigliosi; quest'anno poi, cancellata ormai definitivamente la cosiddetta 'Estate romana', c'è anche il musical al Palatino: Divo Nerone).

Comunque adesso il festival c'è e milanesi e torinesi ne approfittino. Perchè avranno l'opportunità di ascoltare fra concertoni e concertini musiche che  non si ascoltano facilmente, entrate nel cartellone di questa edizione  per esigenza tematica: Campogrande ha scelto come tema, o filo conduttore, la natura, ispiratrice di musica.

 Ci sono nel programma di Campogrande anche idee nuove, come la giornata dei cori, anche se ristretta all'area milanese lombarda, mentre sarebbe stato ancor più bello ed utile,  alleandosi con la Feniarco, far affluire a Milano qualche centinaio fra le migliaia di cori italiani.

Salta all'occhio, scorrendo il programma - ma saltava all'occhio anche in passato -  che fra le orchestre,  non compare l' Orchestra Verdi, accanto a quella della Scala, del Regio della Rai ed anche della Filarmonica di Torino, oltre a Santa Cecilia che arriverà a Milano diretta dal suo nuovo direttore principale Mikko Frank. Accadeva anche durante la lunga gestione del trio Micheli-Colombo-Restagno, nonostante avesse rubato all'organizzazione della Verdi qualche pezzo importante.
E sorprende ancora di più se si pensa che durante l'EXPO la Verdi ha fatto eseguire di Campogrande un pot pourri sugli inni nazionali, appositamente scritto

Ma un particolare ci ha sorpresi visitando il sito del festival. Proprio nell'edizione che si ispira alla natura, e con essa anche alla 'trasparenza' dell'acqua, manca  nel sito la pagina 'AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE'. Che fine ha fatto? Forse che l'acqua si è intorbidita, nel frattempo?


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