giovedì 29 giugno 2017

Cherchez le parlementaire ou le senateur!

Pourquoi - viene voglia di rispondere con una delle quattro parole di francese che ricordiamo ancora.
Pourqoi, se uno vuol far valere le proprie ragioni in Parlamento, ottenendo una legge a proprio favore, deve cercarsi deputati o senatori che l'appoggino, sposando la sua causa.

Perchè ormai in Parlamento si naviga a vista e chi ha una vista più acuta di un altro, si butta avanti e indica la strada a chi ci vede poco o fa finta di vederci poco, in  attesa che si invertano le parti.

La cultura, naturalmente, è il terreno preferito di simili scorribande piratesche, e la musica in particolare - che è quella che ci interessa maggiormente.
L'invito o consiglio a cercarsi il parlamentare 'amico' è venuto, con enfasi, da Luca Barbareschi che, con questo sistema, nonostante il parere contrario dei ministri Franceschini e di Padoan, sì è visto regalato - in parte meritato, per qualche verso - un doppio premio di 4.000.000  di Euro cadauno, al Teatro Eliseo, di sua proprietà e gestione, a rischio chiusura per deficit.

Prima di Barbareschi, ci avevano provato altri due, con la legge finanziaria di fine 2016, nella quale il decreto 'milleproroghe', famigerato ma intoccabile, elargisce elemosine e premi a tutti quelli che contano.

Ad esempio al Festival Verdi di Parma, e, visto che erano con le mani in pasta, anche alla Fondazione Romaeuropa ( Causi, che potrebbe aver pensato di fare un regalo alla mogliettina Monique, ce'entra qualcosa, nel caso di Roma?). Non sappiamo quale sia stato l'esito della scappatoia (un decreto a parte che assicurava, ogni anno per il futuro, alle due istituzioni, un finanziamento statale di 1.000.000 di Euro, extra FUS), se i ciechi  erano nel frattempo guariti dalla cecità ed avevano voluto vederci chiaro. Ma forse non sono arrivati in tempo, e il decreto per le due istituzioni alla fine passò.

Adesso la Sereni, PD, e forse altri parlamentari umbri, tentano un nuovo colpo - ci stanno provando in questi giorni - chiedendo di approvare un nuovo decreto, extra FUS, per Umbria Jazz. Riusciranno i nostri parlementaires e senateurs ( senatrices)?

Qualcuno potrebbe pensare che noi siamo, in linea di principio ma anche per i soggetti nominati, contrari al loro finanziamento. No, non lo siamo affatto, specie se pensiamo ai mille rivoli attraverso i quali lo Stato finanzia istituzioni, avvenimenti ed altro, troppo spesso inutili e di bassa qualità.

 Vorremo solo che simili finanziamenti fossero attribuiti in base al merito oggettivo ( lasciamo stare gli algoritmi fasulli di Nastasi) ed in un quadro generale  di sostegno dello Stato alla cultura, senza figli e figliastri, attraverso il FUS ( altrimenti potrebbe accadere che 'i figli della gallina bianca' diventino sempre di più e per loro si dovrà pensare ad un FUS bis).

Mentre ora accade che basta trovarsi il padrino in Parlamento e la richiesta di soldi va in porto, nell'indifferenza generale o nella previsione che in futuro toccherà ad altri richiedere il medesimo appoggio. E così diritti cosiddetti 'acquisiti' si aggiungono a diritti 'acquisiti' cosiddetti, nella confusione generale.

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