mercoledì 28 giugno 2017

Che fine ha fatto 'La ciociara' di Tutino da Moravia, coprodotta dal Regio di Torino con San Francisco? E un 'Romano a Marte' lo vedremo mai a Roma?

Dell'Opera di Montalti, Compagno librettista, Un romano a Marte - vincitrice del Concorso di composizione bandito dall'Opera di Roma, nel biennio 2013-4, sotto la sovrintendenza di Fuortes, per la quale erano stati mobilitati registi e poeti di nome (Giorgio Barberio Corsetti, Patrizia Cavalli), per assicurarle un  battesimo di palcoscenico degno, e gli autori avevano  avuto anche un premio in denaro ( 20.000 Euro) - abbiamo parlato già l'altro ieri, sottolineando che neanche nella nuova stagione dell'Opera, 2017-8, c'è traccia.

Adesso tocchiamo, invece, un altro caso abbastanza strano che riguarda il Teatro Regio di Torino, per la stessa ragione: l'approdo in palcoscenico di un'opera nuova, frutto di una coproduzione, assente dal cartellone torinese anche nella prossima stagione, nella quale è da notare un fatto straordinario. Il debutto di un regista di genio, Stefano Mazzonis di Pralafera, con un'opera di Verdi, importata dal Teatro di Ligi, di cui il geniale regista è direttore artistico,  ed insieme il prestito del suo direttore 'principale' la talentuosa Speranza Scappucci .
Torino, il suo Teatro Regio, retto da molti anni ormai da Vergano e Noseda, coprodusse qualche anno fa con un teatro americano, San Francisco, un'opera nuova tratta da un capolavoro si Moravia, La ciociara, dal quale fu tratto in passato un film che meritò alla protagonista femminile, la Loren, l'Oscar. L'iniziativa era stata dell'allora direttore artistico del teatro americano, l'italiano  Luisotti, direttore d'orchestra; l'opera con il titolo americano, Le due donne, debuttò felicemente in America, mentre in Italia, a Torino, si attendeva il debutto nella stagione successiva. Che non si è ancora avuto, nonostante che di anni da allora ne siano trascorsi più d'uno; e forse mai si avrà.

Perchè nel frattempo, nel teatro torinese, che per un periodo è parso arroventato dalla lotta interna fra sovrintendente, eterno, e direttore musicale, aitante - anche se ora ha qualche problema di salute che speriamo si risolva presto ( nel frattempo, aggiungiamo, il glorioso teatro torinese, in una sua trasferta inglese, sostituisce Noseda, con il suo direttore di palcoscenico. Boh!) -  è arrivato con la benedizione dell'allora sindaco-presidente Fassino, che riuscì a metter pace fra i due, un nuovo direttore artistico, Gaston Fournier-Facio, al quale il debutto torinese dell'opera di Tutino che il teatro aveva coprodotto con San Francisco, non sta bene; e perciò l'ha cancellata dal presente come dal futuro cartellone.

Viene da chiedersi se può essere consentito all'ultimo arrivato, il nuovo direttore artistico,  pur con un incarico pesante, mandare all'aria un accordo sottoscritto in precedenza, senza che nessuno gli chieda i danni, non tanto a Tutino che comunque la sua opera l'ha vista rappresentata in America,  ma per il teatro impegnato nella coproduzione, con una consistente partecipazione alla spesa.
Come può il nuovo direttore artistico decidere di mandare all'aria quell'accordo di coproduzione, senza che nessuno gli chieda conto della decisione e , in solido, dei danni economici prodotti? 

Sembra che prossimamente l'opera di Tutino debutterà in un altro teatro italiano: Cagliari. Il quale, diversamente da Torino, ritiene che spinta anche dal clamore della fonte letteraria e del famoso film, l'opera possa avere un grande successo di pubblico, oltre che di critica - questo assicurato, basta invitare - come Meli faceva un tempo da sovrintendente ed ora farà certamente Orazi - orde di giornalisti.  E' prevista a novembre. Protagonista Anna Caterina Antonacci, nel ruolo alla prima mondiale di San Francisco. Direttore Giuseppe Finzi, già direttore 'residente' a San Francisco.

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