giovedì 22 giugno 2017

Caproni? Chi era costui? A margine dei temi di italiano della maturità

La domanda più ricorrente sulla bocca degli esaminandi all'uscita dalle aule d'esami era: Caproni, chi è? Chi lo conosce? Davvero in pochi,  i più avveduti ed anche più cauti, hanno azzardato: non siamo arrivati. Dunque quel nome,  presente forse solo su qualche antologia - perché non è detta la sua presenza su tutte - era noto a qualcuno, anche senza conoscerne un solo verso. E pure quei versi, offerti alla riflessione, avevano lo stesso candore del Cantico delle creature di Francesco d'Assisi e celebravano una liturgia laica in onore del creato, officiata dall'uomo, di qualunque cultura e fede, del nostro tempo.

Ma un altro elemento salta agli occhi, leggendo tutte le tracce dei temi. E cioè il ricorso che il Ministero della Fedeli ( la ministra che ha mentito sulla sua laurea - che non ha mai conseguito - e forse anche sul diploma, di dubbia natura, ma se fa bene la ministra, pur dell'Università, che lei non ha neppure vista di fuori e di lontano, chissenefrega!) ha fatto, per i vari argomenti proposti, agli articoli di giornale citandone l'articolista e la testata. Anche questa, come il ricorso a Caproni, poeta nobilissimo, ma non altrettanto conosciuto, è una prima volta, perché anche nel caso dei giornali non si tratta di firme notissime e neppure autorevolissime, colpevoli o meritevoli solo perché hanno affrontato  nei loro articoli argomenti e temi che la ministra voleva offrire alla riflessione dei maturandi.

 Ora, non sarebbe stato più opportuno che  quegli stessi argomenti fossero offerti alla riflessione dei maturandi in altro modo, e non attraverso la citazione letterale, parziale, di un articolo di giornale?
Secondo noi sì.

C'è poi una caso particolare che ci ha messo curiosità, per il quale, senza bisogno di interrogare il diretto interessato,  e quindi osando, siamo in grado di dare una  spiegazione, senza timore di sbagliare.
 Uno degli articoli citati recava la firma di un  bravo giornalista economico, Enrico Marro, al Corriere per molti anni, che avemmo anche la ventura di conoscere. Solo che l'articolo prescelto era  uscito su Il Sole 24 Ore, dove potrebbe essere passato, da non moltissimo tempo, Marro ( l'articolo e degli ultimi mesi del 2016).
 Una conferma a questo nostro sospetto è venuta leggendo oggi il Corriere che nelle due pagine dedicate all'argomento,  mentre cita tutti i temi della maturità e gli autori degli articoli ai quali il ministero aveva fatto letterale riferimento, cita l'argomento ma omette il nome di Enrico Marro.
 Il nostro sospetto è, perciò, che Marro è passato dal Corriere al Sole 24 Ore, sebbene nel periodo più disastrato del giornale economico di Confindustria, e che il Corriere suo giornale precedente, glielo abbia fatto pagare, attraverso la cancellazione perfino del suo nome dall'elenco dei giornalisti i cui articoli la Fedeli ha voluto mettere in vetrina, senza bisogno. Ma forse avrà voluto fare un favore ai giornali  che con lei d'ora in avanti, proveranno ad essere più teneri ( almeno sulla laurea)

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