mercoledì 17 maggio 2017

PASSIONI: Aldo Grasso, Natalia Aspesi ecc...

Se non vi è ancora capitato di leggerne, della smodata passione di Grasso per Camurri, non vi resta che attendere la prossima volta, quando Aldo Grasso, senza possibilità di smentite o ripensamenti, confesserà, per l'ennesima volta, la sua passione travolgente per  Edoardo Camurri, per la sua bravura beninteso.
Camurri è un intellettuale dal parlar forbito che dispensa ad altri quattro o cinque come lui, che per anni ha letto (e forse continuerà anche per il futuro) a Radio 3 le pagine culturali dei giornali. Ma Aldo Grasso  la radio non la sete, la tv invece sì, la vede, anzi deve vederla. Da quando Camurri fa spesso incursioni televisive, prima raccontando le nostre città e da qualche anno seguendo il 'Giro d'Italia', il critico  più incontentabile d'Italia  sembra intingere la sua penna nel miele che riversa a fiumi sul suo beniamino. Non gli è bastato chiamare in causa i grandi cronisti/scrittori italiani del recente passato, no, lui si è spinto anche a paralleli, affatto azzardati, con i grandi viaggiatori/cronisti/scrittori/poeti del lontano passato di ogni nazionalità e sapere. Che al confronto con Camurri, anch'essi,  fanno la figura dei nani al cospetto del gigante.
 Grasso nell'ultimo suo panegirico - che è di pochi giorni fa, relativo al 'Giro d'Italia'- s'è spinto anche oltre, sperando che in Rai i dirigenti dei piani più alti, lo ascoltino. Ha consigliato loro di dare finalmente a Camurri la 'prima serata'. E prima o poi gliela daranno. E noi ci addormenteremo di sicuro senza fare più le ore piccole. Come non ascoltare i consigli disinteressati di Grasso sul genio incompreso della tv italiana?

Passione altrettanto smodata e confessata quella che Natalia Aspesi nutre da tempo per alcuni personaggi del nostro mondo, quello culturale, e musicale in specie. Quella di più lunga durata della Aspesi è per Gianfranco Mariotti, sovrintendente, oltre che fondatore, del Rossini Opera Festival, dove siede nella poltrona più alta, da oltre trent'anni. Senza la sua dichiarazione d'amore - professionale s'intende - nei confronti di Mariotti (e della sua corte familiare), l'annuale edizione del festival rossiniano non prende il via. Lei, ogni anno, a Pesaro, è chiamata a dar voce al 'conto alla rovescia'.
 Non si pensi che la Aspesi sia attratta da irresistibile passione verso tutti. No, assolutamente. C'è però ancora qualche importante esponente del mondo della cultura e della musica, oggetto della sua ammirazione e passione smodate. Ad esempio Palo Baratta - a capo della Biennale da tempo e al quale fa spesso interviste,  oltre che cantarne le gesta senza pudore - è uno di questi. Paolo qua e Paolo là,  ma quant'è bravo Paolo, chi prima di Paolo, dio e il governo ce lo conservi a lungo, anche se Paolo a Venezia c'è da una vita, e perciò sarebbe ora che smammi - come del resto sarebbe ora anche per Mariotti...
La Aspesi non molla a loro resta attaccatissima, mai  un ripensamento,  perchè non trova in nessuno dei due il benché minimo difetto. E poi, da quando il suo terzo 'oggetto d'amore' Stéphane Lissner ha lasciato la Scala, e Alexander Pereira che gli è succeduto, non merita altrettanto, la sua passione per Gianfranco e Paolo è divenuta incontenibile.

Aldo Grasso e Natalia Aspesi ci hanno fatto venire in mente il caso di un'altra passione dichiarata, più antica che, ci ha sempre disturbati, quella di Vittorio Emiliani per Daniele Spini, valente critico musicale, negli anni in cui il fratello di Valdo, storico e parlamentare, era attivo presso l'Orchestra Rai di Torino, ma anche in altre circostanze simili. Lui, ogni volta, in prossimità della scadenza di qualche suo incarico si spendeva immancabilmente ed apertamente, con sempre immutato fervore, per il suo rinnovo. E immaginiamo l'abbia fatto anche in qualità di consigliere di amministrazione della Rai. Nella cui veste, al contrario, mai l'abbiamo sentito spendersi a favore di un nostro programma, All'Opera!(Rai1), di cui conosceva il successo di pubblico,  neppure quando l'insipienza e l'analfabetismo dei dirigenti Rai  l'hanno condannato, senza alcuna ragione plausibile, alla chiusura. Se  non era passione, professionale, quella di Emiliani per Daniele Spini...

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