lunedì 8 maggio 2017

RAI. Fazio Fabio, detto Fabbio, tu sei anche un COSTO. Non puoi dire: 'campo dall'orto!'

Nel corso del festival dedicato alla tv, a Dogliani, interrogato da Aldo Grasso, Fazio - per tutti 'Fabbio' - s'è dato a lamentarsi, rivelando anche alcuni spiacevoli particolari della sua attuale condizione. Come quello degli insulti spesso rivoltigli  quando accompagna i figli a scuola, se viene riconosciuto da qualcuno. Ed anche di qualche minaccia, di morte addirittura, alla quale ovviamente occorre dare il peso che può avere uno sfogo momentaneo, dettato da condizioni di seria difficoltà in cui versano molti italiani, e certamente da non prendere alla lettera.

Tutto ciò non ci esime dal condannare simili comportamenti che di recente hanno toccato  anche cariche istituzionali di primo piano.
Fazio - con il quale l'intervistatore (solitamente non arruolabile fra i suoi fan) sembra non essere stato particolarmente pungente con l'intervistato, anche sul capitolo: 'Fazio, patrimonio e non solo costo', ha detto  apertamente - come, del resto,  nasconderlo - che lui 'guadagna molto', e che a differenza di molti suo colleghi, avrebbe molti portoni spalancati davanti, qualora la porta della Rai gli si chiudesse in faccia - ma per sua volontà.
 E, infatti, il direttore generale, Antonio - che anche lui non può dire: 'campo dall'orto!' - cogliendo l'invito di 'Fabbio' a difenderlo, davanti alla stessa platea di Dogliani ha detto che Fazio è una risorsa; fa parte del patrimonio della Rai, e non è soltanto un volto della tv - come maldestramente s'era difeso dalla medesima accusa di guadagnare troppo, Giletti - ma anche autore , e la tv 'la fanno gli autori'( dopo o senza Fazio, autori in Rai non ve ne sono più?)

Fabbio non può negare di essere corso subito ai ripari, appena s'è ventilata l'ipotesi che gli avrebbero toccato il portafogli: "voglio d'ora in avanti produrre i miei programmi", che tradotto vuol dire: vendo il programma 'chiavi in mano' e perciò guadagno quello che voglio, forse anche più di ora, e così il mio portafogli è salvo.
In barba alla lotta, purtroppo senza apprezzabile esito, fatta in questi anni per togliere spazio e potere ai produttori esterni, a vantaggio delle specifiche competenze Rai, che ci sono se solo venissero sfruttate e valutate. Che fa 'Fabbio', si ritira dalla lotta a questo malcostume, dimenticando che chi 'si ritira dalla lotta...'.

Anche l'inno ufficiale della Rai che canta la sua diversità da tutte le altre aziende di comunicazione, perchè fa 'servizio pubblico', non viene più cantato dalle nostre star che 'guadagnano troppo' e che non intendono, per nessuna ragione, venire a più miti pretese, nonostante che la crisi continui a falcidiare le risorse anche vitali di molti cittadini, salvo che le loro. La controrisposta che occorre tener presente quanto loro fanno guadagnare alla Rai, ha senso,  ma solo  in parte. Non l'ha quando vuol sostenere che siccome fanno guadagnare forse più di quanto costano, si possa spendere e spandere in loro favore, senza limiti.

Il milione ed ottocento mila Euro circa, a quanto ammonta il suo compenso in Rai, è davvero troppo, ed è certo che oggi in nessuna altra azienda televisiva potrebbe mantenerlo. Il discorso vale naturalmente non solo per 'Fabbio'; vale anche, ad esempio, per Antonellona; vale per gli 'Angeli' - poco angeli, e molto industriali della tv - padre e figlio, ed   per un'altra decina di star, i cui nomi sono ogio sulle bocche di tutti, come quello di 'Fabbio'.

 I loro compensi sono oggettivamente eccessivi, e la Rai, sua sponte, avrebbe dovuto calmierarli, senza attendere bordate e accuse mosse anche da parlamentari  della stessa maggioranza di governo che ha espresso l'attuale direzione generale. Invece non l'ha fatto, per il timore di aprire la stalla e far scappare i buoi. Si provi ad aprirla la stalla. Siamo sicuri che usciti da quella della Rai, trovino rifugio in altre stalle altrettanto confortevoli e tanto ricche di vitaminizzato fieno ( li 'sordi', alla romana)?

Per tornare , infine, a Fabbio, la sua posizione stipendiale, ad esempio, gli ha impedito - a differenza di quanto hanno fatto la Gabanelli ed altri che non hanno la stessa coda di paglia di lui, se ricordiamo bene - di parlare, in tutta serenità, dei famigerati vitalizi degli ex parlamentari (non è un caso che, a nostra memoria, anche Eugenio Scalfari, che ne percepisce uno da quasi mezzo secolo, non affronti mai tale tema nelle sue omelie domenicali, sempre interessanti ed approfondite, ma per questa ragione incomplete); e, per converso, sicuramente gli impedirà di accennare al gesto di un ex direttore generale della Rai ( lodevolmente, per lui, sposato Ferilli,  ma che ha purtroppo il demerito di aver dato troppo spazio a Marzullo), Cattaneo, oggi a capo di una grande azienda  multinazionale, il quale ha, di recente, devoluto ai lavoratori del suo gruppo,  interamente, il bonus (di quasi sette milioni di Euro) meritato per i bilanci in attivo e per i ricavi, ben superiori a quelli di Fazio per la Rai, dell'azienda che amministra.

 'Fabbio' potrebbe mai invitarlo a parlare di questo, impedendo a chicchessia di rimproverargli - qualora lo facesse, ma non lo farà - che, a pancia piena,  'predica bene e...'. Che non è un insulto, bensì semplice constatazione, e di buon senso.


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