giovedì 20 aprile 2017

Se Repubblica e Corriere la trattano così male (la MUSICA), gli altri ( giornali) che faranno?

La cura,  la diligenza ma anche l'intelligenza e la fantasia che i giornali non mettono mai nel titolare reportage, recensioni o presentazioni di contenuto musicale  fanno letteralmente a pezzi ogni nostro proposito di speranza in un quotidiano migliore. Talvolta sembrano fare a gara a chi dice più castronerie.
 Oggi ad esempio,  sia Repubblica e Corriere sembrano fare a gara di inesattezze, nel presentare il concerto sinfonico settimanale dell'Accademia di santa Cecilia, con ha in  programma Beethoven ( Concerto n.3 per pianoforte e orchestra)  e Bartok (Concerto per orchestra), ed  interpreti  il direttore Valchua ed il pianista Borhanov.
 Si poteva titolare in mille modi tutti aderenti e tutti meno scemi di quelli prescelti, e invece no.  Repubblica ha titolato: " Valcuha-Bozhanov, sonate per Beethoven", sebbene sonate non ve ne siano in programma; e semmai 'sonati' sono i redattori del quotidiano; e il Corriere:" Bozjhanov e Valcuha, piano e bacchetta per Bartok e Ludwig", dando per scontato che in molti capiscano che bacchetta sta per direttore e Ludwig per Beethoven, perché qualcuno, più intelligente di altri e di altri più addentro alla storia della musica potrebbe anche pensare che dopo Bartok e Beethoven ci sia anche un certo Ludwig in programma.
 Questi titoli veramente scemi ci fanno venire in mente quanto abbiamo letto, per anni, nei fantasiosi comunicati che ci venivano dall'Accademia di Santa Cecilia, dove capitava di leggere che il tale violinista avrebbe 'affondato' l'archetto nelle corde , o il tale pianista,  che anche lui 'affondava' le mani/ dita fra i tasti (chissà se poi riusciva a tirarli fuori indenni) e molto altro che ora ci sfugge, mentre in verità chi andava 'affondato' era l'estensore di detti comunicati che venivano nientemeno che dall'Ufficio stampa della più antica istituzione musicale del mondo, come l'Accademia va sempre vantandosi, pur non essendo più all'altezza dei fasti passati.
 Questo linguaggio approssimativo, inutilmente colorito ci ha fatto sempre senso; noi che amiamo il linguaggio chiaro diretto esplicativo.
 E per questa stessa ragione abbiamo spesso ironizzato sulla titolistica giornaliera di 'Agorà' ( Rai Tre)  dove ci deve per forza essere qualcuno addetto solo ed esclusivamente a inventarsi titoli idioti, puntndo su giochi di parole, assonanza e cose a bar, per indicare l'argomento del giorno.
 Come pure riso a crepapelle quando abbiamo letto dell'ultima invenzione  di Giovanni Floris per  titolare l'appendice 'artistico-culturale' del suo 'di martedì':, e cioè: ARTEDI'

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