lunedì 3 aprile 2017

Per rivedere il famoso sipario di Picasso per Parade (1917) si deve andare Napoli o, in autunno, a Palazzo Barberini. E l'Opera di Roma che fa?

Questo scrivevamo alcuni mesi fa quando fu annunciata la prossima mostra dedicata a Picasso alle Scuderie del Quirinale, sul famoso sipario di Parade, immaginato a Roma, dipinto a Parigi e che l'Italia non comprò per quattro soldi, anche per le sue dimensioni (m.11x18 circa)

"La storia che stiamo per raccontare, e che abbiamo letto l'altro ieri sul Corriere, narrata da Edoardo Sassi, ha dell'inverosimile, perchè racconta di un grande dipinto di Picasso del 1917-  è per questa ricorrenza  che  si annunciano mostre dappertutto (a Roma se ne è già aperta una fotografica, nel piccolo Museo dell'Ara Pacis) - un sipario per la precisione, molto grande di dimensioni : 10,60 x 17,25 che doveva essere esposto a Roma nella mostra su Picasso che è annunciata alle Scuderie - che un tempo costituivano un unico polo espositivo 'comunale' con il Palazzo delle Esposizioni, che avrebbe potuto ospitare il grande notissimo sipario -  e che,  se non andiamo errati, all'epoca dell'amministrazione Marino è rimasto al Comune, mentre le Scuderie sono passate al Ministero.
 Ora quel sipario verrà esposto in una ulteriore mostra che si terrà a Napoli. Una se ne è aperta in questi giorni a Verona, nello stesso palazzo in cui è ospitato il Museo dell'Opera dell'Arena ( sapete chi lo dirige? Girondini. L'ex sovrintendente, artefice del disastro economico dell'Arena, tanto caro a Tosi!)
 Ma è anche  la storia di quel sipario che lega Picasso all'Italia. Il quale, nel 1917, a febbraio, mosse alla volta dell'Italia e si stabilì a Roma, fittando uno studio in Via Margutta, dove quel sipario venne concepito e abbozzato, per essere poi dipinto a Parigi, dopo le otto settimane di permanenza in Italia, durante le quali assieme a Stravinsky visitò Napoli e Pompei ( Stravinsky, tanto per farsi un'idea di quali anni fantastici fossero quelli per l'arte e la cultura, nonostante si fosse in piena guerra, a Napoli concepì quel balletto, le musiche ovvie, che prese il nome di Pulcinella, da Pergolesi, come allora erroneamente si disse e pensò).
 Picasso  fece quel sipario, ma disegnò anche scene e costumi ( che a vederle oggi, ricostruite, mettono i brividi per la loro bellezza e ricchezza di invenzioni)  per Parade, musiche di Satie, su soggetto di Cocteau, coreografie di Massine, per i Balletti russi di Diaghilev, il demiurgo di quella stagione felicissima  per la danza e la musica.
 Il balletto  si fonda su una storia  che a guardarla oggi, appare rivoluzionaria. Una compagnia di acrobati scritturata per una sera in teatro, decide, per accaparrarsi nuovo pubblico, di fare lo spettacolo nel piazzale antistante il teatro. Il pubblico accorre, lo spettacolo viene accolto con grande successo, ed il teatro resta vuoto. Profezia di un tragico futuro?
Parade va in scena allo Chatelet di Parigi il 18 maggio di quello stesso anno, con la direzione di Ernest Ansermet.
 Quel sipario divenne proprietà privata e agli inizi degli anni Cinquanta venne proposto alla Galleria  nazionale d'arte moderna, diretta allora da Palma Bucarelli, per l'acquisto ( in questi giorni si sono dimessi due dei quattro componenti il comitato di direzione della galleria, perchè in disaccordo con la direttrice. Collu, sugli accostamenti, nel nuovo allestimento, fra opere del passato e moderne, che trasformano la galleria da museo, inteso come sede che ospita  una mostra permanente, in galleria per mostre temporanee). Venne proposto per un milione e ottocento mila lire, la Bucarelli disse che invece il prezzo richiesto era 10 milioni; fatto sta che quel sipario prese la via della Francia, fra le proteste generali - protestò anche Guttuso. E Sassi conclude: alla Galleria, diretta allora dalla Bucarelli ed ora dalla Collu, quel sipario sarebbe entrato tranquillamente".

Fra pochi giorni, il 10 aprile si inaugura  a  NAPOLI (CAPODIMONTE) la mostra dedicatagli; ed una seconda anche a Pompei, dove nel Teatro grande  verrà esposto una copia del celebre sipario, e, nell'area archeologica, i costumi per Parade - ai quali sembra abbia collaborato anche Fortunato Depero. In quelle settimane impegnato a Roma, all'Opera nei famosi Balli plastici che alcuni anni fa si sono rivisti con immutata meraviglia. Il 9 aprile, sempre al Costanzi si videro due balletti di Strawinsky, con il compositore sul podio, della famosa premiata ditta dei Balletti   ussi di Diaghilev, anch'egli presente a Roma. Da dove erano partiti, in gruppo, per Napoli e Pompei. Picasso, Cocteau, lo stesso Diaghilev e Strawinsky (da quel viaggio riporterà l'idea del suo Pulcinella rappresentato nel 1920). Insomma un anno indimenticabile che anche il Teatro dell'Opera di Roma e di Fuortes - che sarebbe dovuto essere il capofila delle celebrazioni, si accinge a celebrare a modo suo - in maniera assolutamente defilata ed anche un pò irriverente. Infatti la sera del 10 aprile sul palcoscenico si vedranno due attori - Maddalena Crippa e Massimo Popolizio - che faranno rivivere le gesta di quell'anno attraverso il racconto commissionato a Luca Pavolini. Mentre due pianisti, valenti ma interni al teatro, come maestri sostituti ed accompagnatori, Enrica Ruggiero e Antonio Maria Pergolizzi suoneranno musiche di Satie e Strawinsky.  Sarebbero questi i fasti della gestione Fuortes?

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