mercoledì 5 aprile 2017

OPERA DI ROMA. IL MIRACOLO DI FUORTES, FORSE SOLO MILLANTATO

Noi tante volte abbiamo espresso dubbi sui miracoli che quasi ogni giorno Carlo Fuortes andava proclamando di compiere  nel suo teatro, complici i giornali. Oggi lo fa anche con un lungo articolo 'Il fatto quotidiano' mettendo insieme le relazioni del commissario Sole, i dati della Corte dei Conti e  i conti del teatro, che ha un buco che non accenna ad essere ricoperto e che anzi s'è fatto ancora più profondo, nonostante le iniezioni di denaro della legge Bray . E poi tutti gli altri coefficienti che nel corso di questi ultimi anni abbiamo via via evidenziato  della gestione Fuortes.
Ora si arriva addirittura a dire - da fonte anonima ma bene informata del Ministero di Franceschini - che il fallimento del teatro nel 2018 è inevitabile.

Gli elementi che lo fanno temere sono tanti. 
La massa di personale amministrativo, quasi cento unità, contro i 300 complessivi di orchestra coro e ballerini,  ai quali vanno aggiunti i 150 circa tecnici, che complessivamente assorbono il 67% del bilancio del teatro. Una cifra!
L'aumento considerevole dei costi di produzione degli spettacoli, che sarebbero dovuti scendere; e la preoccupante assenza di sponsor sostanziosi - mentre Fuortes sbandierava che gli sponsor stavano facendo la fila fuori del suo ufficio per portargli soldi in quantità. 
A proposito di uno di essi, il famoso pirata malese, ricchissimo, con moglie cantante al seguito, che siede nel  consiglio di amministrazione del teatro, per il quale noi abbiamo segnalato quello squallido spettacolo ospitato nei Fori per l'Anno santo, ed appaltato all'Opera di Roma. Ora vengono fuori  delle cose non proprio belle  anche sulla gestione amministrativa di quella schifezza. Che ebbe l'imprimatur sia del Vaticano che del ministero ed anche i soldi.
La doppia direzione artistica ( Vlad-Battistelli) che non ha nessuna  degna ragion d'essere per ambedue i casi. Per Vlad l'ha solo nel proseguimento di una gestione fallimentare come quella di De Martino; per Battistelli, nel trovargli una sistemazione anche nella Capitale (oltre quella fiorentina) dopo che era stato trombato all'Accademia di Santa Cecilia da uno più tutto di lui come Dall'Ongaro. 
E poi quelle pazze idee del rimescolamento e travaso di pubblico, con i concerti pop che forse costano più di quel che rendono - come emerge da alcuni conti, nonostante l'aumento delle entrate del botteghino.
 Lo stesso Fuortes che voleva esternalizzare orchestra e coro, poco più di duecento persone, non ha mai pensato che  dei cento amministrativi - che sarebbero dovuti restare in teatro - una buona metà era inutile. ecc... ecc... 
 Da ultimo, l'assunzione nel 2016 di un addetto stampa che è un pensionato statale,   che aveva  anni sessantasette, mentre si poteva pensare a qualche giovane professionista...

 Il miracolo Fuortes è perciò solo rinviato o mai ci sarà?

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