mercoledì 19 aprile 2017

Lettera al direttore di Music@

Caro direttore,
se fossi un giornalista e dovessi dare un titolo a questa mia, la intitolerei così:’ “A Ceci’, che te serve?”; sono, invece, semplicemente un operatore musicale che però non intende rivelare il suo nome per la delicatezza della materia, che in qualche modo mi vede coinvolto. Perdoni il tono scherzoso del titolo, ma la sostanza di questa ma lettera la accosta immancabilmente a quella frase ormai storica indirizzata a Franco Evangelisti . Le voglio parlare delle candidature alle recenti elezioni dei nuovi Accademici di Santa Cecilia, la gloriosa storica istituzione musicale della capitale, la cui orchestra ha da poco festeggiato i primi cento anni di attività stabile.
Il 4 aprile scorso si sono tenute le prime votazioni; non ne conosco l’esito e, sinceramente non mi importa quale che esso sia. Ciò che mi sta a cuore è segnalarle il fatto che i candidati appartegono tutti ( o quasi) a quella schiera di persone che possono beneficiare in qualunque modo l’Accademia, oltre naturalmente che trarne beneficio da tale elezione, specie in relazione alla sovrintendenza, in qualità di aspiranti, giacchè se non si passa attraverso l’accademia non si può essere eletti presidenti-sovrintendenti.
L’elenco è così composto: Claudia Antonelli ( arpa), Alfonso Ghedin ( viola), Cerocchi (architetto), Fabio Biondi ( violino e direttore), Flavio Emilio Scogna (compositore e direttore), Andrea Lucchesini ( pianoforte), Enzo Restagno (musicologo), Laura De Fusco (pianoforte), Michele Dall’Ongaro( compositore).
Inutile che sottolinei come tutti siano persone degne, anche se non tutti in egual misura. Nel caso della Antonelli, De Fusco, Ghedin, trattasi del meritato riconoscimento di una carriera ormai conclusa; nel caso di Biondi, Lucchesini, invece, di una carriera in pieno fulgido svolgimento –ma, come loro, ve ne sono parecchi altri meritevoli di simile riconoscimento. Perché alcuni sì ed altri no? Evidentemente le ragioni non sono del tutto chiare, e forse attengono alle modalità della presentazione delle candidature che vengono fatte da altri accademici, o quantomeno ad alcuni accademici suggerite, in ragione - ecco il perché del titolo - di quanto possono offrire in cambio all’Accademia. Tanto per essere chiari: Flavio Emilio Scogna fa sì il compositore, ma tanti altri compositori molti più importanti di lui sarebbero meritevoli di entrare in Accademia. Perché allora lui? Forse perché è uno dei membri della Commissione centrale musica, di quella commissione cioè che esprime pareri al ministro sulle richieste di finanziamento e sull’equità delle medesime?
Analogo è il caso di Dall’Ongaro, la cui notorietà – mi permetta- senza la sua responsabilità della musica a Radio Tre - sarebbe di molto scemata. Lo si vuole compensare per le riprese che effettua dalle stagioni ceciliane?
E l’architetto Cerocchi – persona degnissima e meritevole di un monumento per quello che ha fatto e continua a fare a Sermoneta. Lo hanno presentato alcuni accademici che insegnano da decenni nei corsi al castello. Ma cosa c’entra Cerocchi con gli Accademici ceciliani?
E poi Restagno , i cui meriti di organizzatore musicale ( settembre Musica ecc…) hanno consigliato a molti compositori presenti in questa come in altre rassegne affidate a Restagno , a candidarlo - a mò di ringraziamento!
Bastano queste poche annotazioni per capire come le candidature dei nuovi accademici ubbidiscano di fatto a criteri del tutto differenti da quelli per cui tale consesso nacque, e cioè a dire : gratificare coloro che si erano distinti in campo musicale, nei vari settori, i quali con la loro presenza davano lustro a loro volta all’Accademia.
A questo punto forse occorre convincersi che le cose sono cambiate. E per sempre.
Lettera firmata
Nulla da aggiungere a quanto affermato dall’informatissimo mittente( P.A.)


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