giovedì 13 aprile 2017

Ai biglietti degli spettacoli venduti anzitempo dovrebbe essere applicato uno sconto. E, invece... si applica il diritto di prevendita

L'inchiesta, puntualissima, del solito mensile di musica. si sofferma sul costo - alto - dei biglietti degli spettacoli d'opera in Italia, prendendo in considerazione tutte le fondazioni liriche e qualche teatro cosiddetto 'di tradizione', come Parma e Catania. E rivela che non solo i biglietti sono  molto costosi, ma che l'aumento del loro costo , negli ultimi dieci anni, è  stato altissimo. Per la Scala , in cima alla lista dei teatri con i biglietti più cari, tale aumento ha sfiorato negli ultimi dieci anni quasi il 50%.
Nel 2007- come risulta da un prezioso volume edito da Passigli, e curato da Ruffini e Nardella, che fotografava il teatro d'opera in Italia, i biglietti della Scala costavano 170,00 Euro, mentre oggi costano  fra i 210,00 e 250,00 Euro.
 Tale costo già di per sé abbastanza alto, sale ancora  se si aggiungono i diritti di prevendita che ammontano al 10% del costo del biglietto, se l'acquisto viene fatto alla biglietteria del teatro, del 20% se, invece, l'acquisto viene fatto altrove, attraverso gli altri canali e le agenzie autorizzate.
 Tralasciando  le percentuali degli aumenti intervenuti sui costi dei biglietti nei singoli teatri italiani, è proprio il cosiddetto 'diritto' di prevendita' che ci fa riflettere, facendoci concludere per la sua assurdità.
 Perché, a ragionare terra terra, uno che acquista il biglietto per una recita d'opera con mesi di anticipo, andrebbe premiato, mentre invece viene punito una seconda volta - la prima con il costo alto del biglietto. L'acquirente in questione  dà fiducia al teatro e gli anticipa i soldi del suo biglietto. Il teatro, grato per tale fiducia dimostratagli gli molla una tassa, che nel caso dei biglietti di costo più alto, può arrivare  a farlo costare intorno ai 300,00 Euro.
 Perchè il teatro lo fa? Non è facile capirlo. Serve a debellare l'esercito dei bagarini? Magari. Intanto i singoli acquirenti risultano essere vittime di una ingiusta tassa, che va ad aggiungersi al già alto costo del biglietto.

Se poi qualcuno si lamenta che i teatri non sono sempre pieni,  e non si pone il problema dell'alto costo dei biglietti, allora sarebbe ore che cominci a porselo, eliminando l'ingiusto balzello.

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