lunedì 13 marzo 2017

I lupi, anche se ammantati da agnelli, perdono il pelo ma non i vizi

Non di lupo tradizionalmente inteso si tratta, perché chi oserebbe definire lupo di razza pura uno che il mondo romano riconosce come monsignore, il quale, nonostante  le mille  trappole che durante il suo lungo percorso pubblico gli sono state tese, da bracconieri e  da cacciatori che lo avrebbero volentieri impallinato, nè agli uni nè agli altri è riuscito mai farlo fesso?
 Dunque se lupo non è, solo perchè tale non appare, avendo cambiato pelo, come i lupi, qualche vizietto ce l'ha,  e non del tutto innocuo, come quello di aiutare il branco, nel procacciarsi prede e nello spolparle, dopo averle messe all'ingrasso, per rendersele più appetitose.

In verità di ristorazione parliamo - un settore nel quale, per legami maritali s'è specializzata una componente del  suo branco, una lupacchiotta.
 La quale, dal suo giardino di pace, in francese 'Jardin & Paix', assicura cibo di qualità a prezzi  ritenuti modici, anche se proprio modici  non sono, perché, come si sa, la qualità si paga.
 Nei grandi incontri dei potenti della terra, la lupacchiotta  imbandisce tavole,  distende tovaglie ricamate e dispensa vettovaglie;  e nessuno mai s'è lamentato né ha sofferto di dissenteria, perché la qualità delle vivande è ottima  e il servizio eccellente.

Solo che i componenti di altri branchi di animali altrettanto famelici  e concorrenti, si domandano perché il capobranco, che sembra avere dieci mani come la dea della mitologia, arrivi ad agguantare tutto ciò che c'è da agguantare, e neutralizzi tutti gli altri concorrenti, dappertutto ed in qualunque circostanza, troncandone gli appetiti.
 Tutti ricordano le riunioni del G8,  la ristorazione completa  sia all'Auditorium di Roma, fra bar e ristorazione, che al Maxxi-  sono  i soli esempi che ricordiamo, mentre tanti  altri  ora ci sfuggono. Ovunque c'è da mangiare, a quattro ganasce, sia per i commensali che per i ristoratori, fra i tavoli si fa vedere sempre il capobranco monsignore, a difendere il lavoro per la lupacchiotta.

Ora s'è saputo che per il prossimo G7 (o 8) a Taormina, l'appalto della ristorazione e del catering - intorno ai 10 milioni di Euro, bazzecole! - è stato affidato ad un branco che non è quello di monsignore.  Come mai?  Pur diverso, non è avversario di quello del Monsignore, con il quale in passato si è spesso spartito la preda;  e con il quale forse la spartirà anche questa volta.  Serviva solo a non destare il sospetto che monsignore  non se ne perde uno, di appalti, per il suo branco. Mai per sé.

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