martedì 14 febbraio 2017

Zona universitaria a Bologna INVIVIBILE, scriveva La repubblica (Leggi il testo nel post). Perchè non si è provveduto?

Atti vandalici, imbrattamento di muri, sporcizia, bottiglie di vetro rotte, spaccio di droga, vendita di biciclette rubate, urina ed escrementi concentrati in alcuni punti (come via del Guasto): è il lungo elenco dei residenti per descrivere come è ridotta la zona universitaria. Diventata, in una parola, “invivibile”. Dopo la denuncia su Repubblica di un residente sull’ennesimo danneggiamento subito alla sua auto, parcheggiata in via Belmeloro, è partita una petizione on line. Dal titolo significativo: “Via Zamboni non è un letamaio”. In un giorno sono state raccolte 400 firme. E le adesioni crescono, al punto che dopo una settimana le firme sono lievitate a oltre 1.100.
“Questa petizione nasce per richiamare l'attenzione su un problema che interessa da diverso tempo l'area universitaria - si legge nel testo - Gli atti di vandalismo, in particolare nella zona di Piazza Verdi e negli spazi vicino alla facoltà di Lettere, sono sempre più frequenti e indegni. Tutto questo avviene alla luce del sole. Percorrendo via del Guasto, già di prima mattina, si possono notare pisciatori solitari, ubriachi che vomitano dove capita, rivenditori di biciclette, l'odore di urina che si mescola a quello del disinfettante che viene gettato come rimedio, ma non fa che peggiorare la situazione. Davanti al teatro Comunale poi i gruppi di punkabbestia, con i cani, si comportano sempre più da padroni”. La responsabilità - prosegue il testo - non è solo loro, ma è "anche di quegli studenti che la sera lasciano piazza Verdi nella totale sporcizia”.

I residenti chiedono più controlli e interventi per rendere la zona vivibile. “Il paradosso è che troppo spesso si vedono pattuglie e poliziotti che guardano lo sfacelo di questa zona, senza intervenire. Ma allora a cosa servono?”, lamentano. E concludono: “Chiediamo che si facciano più sforzi contro l'incivilimento della zona, perchè sta peggiorando. Speriamo che una richiesta collettiva sia in grado di risvegliare il torpore delle amministrazioni e spingerle a un maggior impegno in questo senso”.

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