lunedì 5 dicembre 2016

José Carreras continua a rovinarsi la bella reputazione che s'era guadagnato prima della malattia,cantando(?) ancora

A gennaio di questo anno,  subito dopo aver ascoltato Carreras a Radio 3, scrivemmo ciò che segue. E allora perchè canta ancora, sebbene per l'ultimo tour?
Si è ascoltato, l'altro ieri, nel corso di una puntata dell'acuta,  all'apparenza  perfino cattivissima Barcaccia di Radio 3, condotta dall'esilarante, ridanciano duo Stinchelli-Suozzo,  una performance di Josè Carreras - che chiamare 'vocale'  è davvero un insulto all'arte del canto - il quale ormai settantenne e con l'arnese vocale completamente disastrato, si arrischia ancora a cantare, non conta se in un teatrino della provincia toscana, in occasione dell'ennesimo premio attribuitogli.
Agli ascoltatori di Radio 3 sono stati proposti due brevissimi brani - INASCOLTABILI - al termine dei quali i due con la faccia tosta che tutti conoscono, hanno lodato l'interpretazione, il fraseggio, aggiungendo semplicemente, sapendo di mentire - altrimenti non sanno neppure cosa sia il canto -  "certo la voce non è più quella di un tempo". Ma come, la voce non è più quella di un tempo? Carreras di voce non ne ha più,  e quella poca che ha è sfibrata, esile, sforzata anche per piccoli passaggi nell'acuto, insomma un disastro.
Ma per  gli esilaranti conduttori  non era così. Loro  gli perdonavano tutto, per la sua storia passata ed anche per la grave malattia, per sua fortuna, superata.
 Il canto è una cosa seria, e quando uno non può più praticarlo, si ritiri.
                                                                           ***
Abbiamo voluto riprodurre il post che scrivemmo quasi un anno fa, dopo aver ascoltato a Radio 3 Carreras 'cantare'- si fa per dire - in un teatro toscano.
 Leggiamo ora  sui giornali che l'ex tenore non demorde. Per festeggiare il suo settantesimo compleanno, caduto proprio in questi giorni, ha tenuto in Giappone, a Tokio, un concerto - che già definirlo tale sembra un insulto - accompagnato dal pianista che collabora con lui da sempre, Bavaj.
 Ha invitato a Tokio tutta la famiglia, figli e nipoti compresi, per far festa. Perchè ora sta bene, vuole dedicarsi alla sua Fondazione, benemerita, ma si ostina a continuare a cantare, ben sapendo che ormai non dovrebbe farlo più. Invece lui ha promesso - minacciato - che lo farà per due anni ancora, perchè si sente ancora in forma (fisica non vocale, come mai non se ne accorge?) e solo dopo  si dedicherà anima e corpo alla Fondazione, impegnata nella lotta alla leucemia.
 A giugno, invitato dal nuovo AD di Musica per Roma, il connazionale Noriega, ha aperto la stagione all'aperto dell'Auditorium, 'Luglio suona bene', con esiti  infelici.
 Allora perchè ostinarsi? Lui avrebbe dovuto smettere da tempo, per non rovinare quella fama di tenore di grazia che s'era fatta negli anni felici di carriera.
 Prenda questa decisione, immediatamente; talvolta il pubblico anche quello severo, si cala le braghe di fronte ad un monumento dell'arte vocale, anche quando il monumento si presenta  arrugginito e in disfacimento. A quel punto dev'essere l'ex monumento a fare il primo passo, dando senza ulteriore indugio, l'addio alle scene. Prima che sia troppo tardi. Perchè è già tardi.

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