mercoledì 14 dicembre 2016

Il caso Dylan, il dilemma Bocelli

Dylan ha mandato  qualcuno a Stoccolma a leggere il suo discorso per il Nobel, e Patti Smith a cantare le sue canzoni, quelle che gli hanno meritato il riconoscimento internazionale che neppure lui si attendeva e mai avrebbe sognato di ottenere. "Io che ho a che fare con la letteratura? Grazie ai giurati che hanno invece creduto che anche le mie canzoni sono letteratura" - diceva nel discorso letto a Stoccolma. Arriverà in Svezia in primavera ed allora ritirerà materialmente il premio e la sua dotazione economica di quasi un milione di euro. Speriamo che la destini a qualche causa nobile e non al suo conto in banca già ricco.
In occasione di quella tournée europea toccherà anche l'Italia, Roma sembra, nella stagione dell'Auditorium. Ci sarà qualcuno capace di fargli notare che  nella faccenda 'Nobel' ha tenuto un comportamento degno di un perfetto screanzato che nulla ha da spartire con l'imprevedibilità e l'imprendibilità dei menestrelli? E' stato un maleducato seriale - più d'una volta insistendo in un atteggiamento scortese se non addirittura ostile - e ci auguriamo che qualcuno glielo faccia notare ed anche scontare, perchè no? Se poi i suoi numerosi fans lo apprezzeranno anche per questo, allora che se lo tengano stretto il menestrello maleducato.

Bocelli si trova ora ad un bivio. Ha ricevuto una telefonata compromettente; a New York nei prossimi giorni farà un incontro ancor più  compromettente, nel corso del quale gli verrà fatta una proposta davvero 'indecente': cantare all'insediamento del nuovo presidente degli USA, Donald Trump. Lui in persona gli ha già telefonato per dirgli che è il suo cantante preferito, per invitarlo ad un incontro nei prossimi giorni e per domandargli  ufficialmente di cantare  nel corso della cerimonia del suo insediamento, il 20 gennaio.
 Che gli risponderà Andrea Bocelli? Accetterà di cantare dicendo a se stesso, anche senza esserne convinto, che la musica dev'essere al di sopra delle 'beghe - chiamiamole così, ma beghe non sono - di ogni genere e che lui non può fare al prossimo presidente degli Stati Uniti, un paese nel quale egli è molto amato, un simile sgarbo? O si domanderà  cosa penseranno di lui tutti coloro - e sono tanti anche negli USA - che da mesi protestano per l'elezione del magnate alla presidenza degli Stati Uniti? Non vorremmo essere al suo posto al momento di assumere una qualche decisione.
 Se però un suggerimento possiamo dargli, forti del comportamento cafone di Dylan, a Bocelli è di rispondere a Trump, che lui il 20 gennaio prossimo non potrà essere all'insediamento presidenziale, a causa di importanti precedenti impegni che non può non onorare.

P.S.  La notte porta consiglio, ed a noi ha consigliato di suggerire un secondo comportamento, quasi un'alternativa, a Bocelli, meno maleducato del primo che gli abbiamo suggerito ieri, sulla falsariga di quello tenuto da Dylan con i responsabili del Nobel, ma che noi abbiamo sempre definito maleducato. Bocelli incontri Trump, se proprio non può evitarlo,  del resto non ha la peste né è la peste in persona, ascolti cosa ha da dirgli invito compreso e poi... poi qualche giorno prima del 20 gennaio mandi a dire a Trump che lui ha l'influenza e sta a letto con la febbre alta. Perchè non può essere, indipendentemente dal nostro suggerimento?

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