giovedì 6 ottobre 2016

Quel gran cuore di Dacia Maraini

Nelle ultime settimane ci ha sorpreso l'attivismo, autentico, di Dacia Maraini, sul Corriere, a difesa dei diritti umani, cominciando dai bambini che in paesi occidentali e non sembrano non avere più difensori.

Ha cominciato con quel suo struggente reportage dal Venezuela di Maduro, allo stremo e nel disordine totale, illustrato da una immagine che non poteva non lasciare sgomenti. Negli ospedali, anche lì, in quel grande paese, stremato dalla crisi petrolifera e dalla dittatura , manca di tutto.
Anche le culle per neonati, nei reparti maternità, ed allora ricorrono agli scatoloni con i quali nell'Occidente ricco arrivano le banane dal Sudamerica. Talvolta, raccontava la Maraini, essendo i bambini più lunghi degli scatoloni, li mettono di traverso per farceli entrare. E su uno dei lati un bigliettino con le generalità del neonato. Nel disastrato Venezuela l'indigenza comincia già dalla nascita. E, salvo qualche reportage come quello della Maraini, comunque assai raro,  nessuna voce si leva contro quel dittatore che sta portando alla guerra civile il suo popolo.

Passano pochi giorni ed ancora un reportage, questa volta dall'altra parte del mondo, da una nazione più vicina a noi, la Siria, martoriata come il Venezuela, dove il presidente, in coppia con l'alleato Putin, non si limita ad affamare il suo popolo,  continua ad ammazzare centinaia e migliaia di  suoi cittadini, senza riguardo neanche per bambini e malati, giacché distrugge anche ospedali. L'assedio di Aleppo meriterebbe la messa sotto accusa del macellaio siriano. Ma nulla accade, gli equilibri nel medio Oriente sono da ridefinire e per questo non si bada tanto per il sottile.
 Il reportage  della Maraini, anche questo secondo, è illustrato da una foto, dalla quale muove le sue riflessione.
Ritrae bambini, non piccolissimi, che fanno il bagno e giocano in alcune pozze d'acqua, non potabile - ad Aleppo manca anche l'acqua potabile; Assad bombarda i suoi cittadini e li asseta  augurandosi che se non con le bombe con la mancanza d'acqua li addomesticherà.
In quelle pozzanghere,  piccoli crateri, un pò profonde, i bambini giocano come tutti i bambini del mondo, ignorando che queclle pozzanghere sono state prodotte dalle bombe che Assad e Putin sganciano giornalmente sulla città.  E' il modo con cui l'infanzia riesce a passare sopra  una tragedia, anzi a sfruttarla per il proprio passatempo.

Dacia Maraini interviene ancora, qualche giorno dopo, su un altro drammatico problema di oggi, dell'Occidente, quello dei migranti, che andrebbero chiamati 'rifugiati' a voler essere precisi. E racconta da Pescasseroli, dove ha una casa, che lì sono ospitati una cinquantina di migranti in una struttura alberghiera (Pescasseroli è una località dell'Abruzzo di montagna, molto frequentata). Da quel che pare di capire questi migranti ospitati non rappresentano per Pescasseroli la 'peste' da evitare, tenendoli segregati. E la Maraini avanza una proposta già altre volte avanzata. Questi giovani hanno bisogno di lavorare, non possono essere lasciati segregati, sebbene in  un  albergo dignitoso. Ci sono in Italia, ma  anche in  Abruzzo, da dove la Maraini scrive, tanti piccoli borghi che hanno bisogno di cure e magari di essere ripopolati. Lì ci sarebbe tanto da fare. Perchè non ci si pensa, a Pascasseroli come altrove? Nelle scorse settimane in tv s'è visto un esperimento di tal genere riuscito nella zona dell'Aspromonte . Che si aspetta ad esportarlo? I migranti -  rifugiati! - sarebbero felici di mettersi al lavoro. Sono esseri umani che tengono quanto tutti alla loro dignità e non aspettano altro che si dia loro un lavoro che li faccia sentire utili al mondo al quale hanno chiesto aiuto, ottenendolo alla bene e meglio.


P.S.Ed oggi un nuovo allarme lanciato dalla Maraini, complice una foto, ancora una foto choc. I bambini dello Yemen ridotti pelle ed ossa, tanti di loro stanno ormai  in due palmi di mano, lasciati morire dal mondo che si gira  per non vedere. Ancora un allarme ancora uno scandaloso atteggiamento  del mondo ricco.

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