lunedì 24 ottobre 2016

Nella 'Buona scuola' come nel partito di Renzi c'è posto per troppe anomalie

Due notizie  dal mondo della scuola ci hanno impressionato non poco. In Veneto, non ricordiamo  più dove con esattezza,  ma in una scuola superiore, una insegnante di inglese, ha postato, sul suo profilo, delle frasi che da sole dovrebbero meritarle un processo per razzismo ed istigazione alla violenza, e l'immediata radiazione dalla scuola. Cosa avrebbe scritto di tanto grave? Che gli immigrati andrebbero affogati nel Mediterraneo, e quindi mai salvati, che sono tutti delinquenti ed altre balordaggini dello stesso tenore. Qualcuno ha detto che bisognerebbe informarsi per capire se anche in classe quella signora si esprima gli stessi convincimenti ed apprezzamenti. Ma occorre attendere che lo faccia anche davanti ad una scolaresca? Non basta averlo scritto a chiare lettere sul suo profilo di animale disumano? La Giannini ma anche la Procura veneziana perchè tacciono sul caso?

Da Roma la seconda notizia . Allievi del Liceo 'della moda' 'Diaz'( ?) hanno scritto al Corriere per far sapere che nella loro scuola a fine ottobre, anche nelle classi che quest'anno devono sostenere l'esame di maturità, mancano gli insegnanti delle materie principali come Italiano.  E' questa la 'Buona scuola' secondo il vangelo di Renzi e Giannini?

Alla stessa maniera dal partito del premier non giungono buone nuove. Nell'ultima sua  mascalzonata  Massimo D'Alema, più noto come 'il rosicone' ha lanciato un avvertimento minaccioso all'indirizzo di Renzi. Non ti fare tanto forte - gli ha fatto sapere - dell'appoggio di Obama; perché io quando ebbi l'appoggio di Clinton perdetti le elezioni: forse i presidenti USA portano male.  Perciò premier avvisato...
 Ma questa sortita di D'Alema non è che l'ultima ed è in linea con atteggiamenti ormai normali di altri esponenti nel partito del premier. Al quale hanno chiesto insistentemente  di modificare la legge elettorale. E lui ha detto di sì ed ha immediatamente formato una commissione a tale scopo. Avuta la concessione,  il partito non vuole più quella riforma della legge elettorale chiesta a gran voce.

Ma si deve anche dire che alla proposta dei Cinque stelle di ritoccare al ribasso gli emolumenti dei parlamentari il Pd non può rispondere picche, facendo ostruzionismo. Perché questa potrebbe essere  una occasione preziosa, che quindi non va persa, per mostrare la comune volontà politica di riformare il paese, cominciando a tagliare i privilegi che  nel tempo i parlamentari, che  se ne sono sempre  fottuti delle condizioni reali di gran parte della popolazione, si sono attribuiti a vantaggio di se stessi e della loro progenie.

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