mercoledì 19 ottobre 2016

Opera di Roma. Bilancio.Fuortes balla sulle punte

Ieri un gruppo di lavoratori dell'Opera di Roma - che ha il sovrintendente a mezzi con l'Arena di Verona,  Fuortes, con la missione doppia per ambedue le fondazioni di salvarle dal baratro dei conti - si sono fatti ascoltare dalla Commissione Cultura del Campidoglio, ora in mao  ai grillini ed un tempo presieduta dalla signora Franceschini, Michela Di Biase, che nella presente legislatura fa sentire giornalmente la sua voce, come non faceva all'epoca di Marino.
 Si sono presenti per fra sentire la loro voce,  dicendo quello che pensano sul bilancio del teatro che a giorni, con convocazione ufficiale, Fuortes presenterà alla Commissione.
 Ed hanno detto che il passivo risulta in 54 milioni di Euro. Come mai - hanno chiesto - se per effetto della Legge Bray nelle casse del teatro sono giunti ben 25 milioni di Euro? Che  succede? Col passare del tempo e nonostante l'arrivo di soldi freschi, il buco di bilancio del teatro aumenta?
 E' bastato aver lanciato il sasso, ma senza nascondere la mano, che sollecita è arrivata la risposta di Fuortes.
 I 25 milioni di Euro arrivati attraverso la Legge Bray non sono un credito bensì un debito da restituire negli anni a condizioni favorevoli, ma vanno comunque conteggiati nel passivo della istituzione. E perciò sottratti dai 54, portano il debito a 29 milioni di Euro. Un bel colpo. ma non è l'unico. Se consideriamo che l'Opera - ha detto sempre Fuortes - vanta crediti per 16 milioni ( sperando che non siano crediti 'deteriorati' o 'inesigibili'), vediamo che il debito si abbatte ulteriormente ed arriva a 13 milioni. E 13 milioni, conclude Fuortes, per un teatro che ha  un budget annuale di 54 milioni circa, sono bruscolini.
 Oltre tutto non bisogna dimenticare che sono aumentati i biglietti venduti, le produzioni, le repliche e le entrate  sia da botteghino che da sponsor. Che altro volete, sembra dire Fuortes, mentre disegna nell'aria l'ultima piroetta? E non ha neppure fatto cenno, mentre avrebbe potuto, al grande successo della Traviata di primavera firmata Coppola-Valentino ( con qualche macchia sotto il profilo musicale, secondario), non l'ha citata solo per non stendere i suoi baldanzosi detrattori.

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