martedì 25 ottobre 2016

Francesca Gentile Camerana: anche i ricchi piangono

Francesca Gentile Camerana. La signora la conosciamo da molti anni, anche se la nostra conoscenza è stata sempre a distanza, prevalentemente telefonica o epistolare, e semplicemente di tipo professionale. Dagli anni in cui dirigevamo Piano Time, anni Ottanta, a metà degli anni Novanta, quando con  la rivista Applausi da poco nata ed anche quella da noi diretta, partecipammo ( distribuendola materialmente al pubblico) all'inaugurazione dell'Auditorium del Lingotto, con Abbado sul podio.

Da sempre per Lei abbiamo nutrito la più grande ammirazione per la 'sua' straordinaria 'De Sono', nata nel 1988, che ha allevato tanti tantissimi talenti  in campo musicale, strumentisti e studiosi di valore.
Premettiamo che noi con Lei e la sua 'De Sono' o con  l'attività dei 'Concerti del Lingotto'  avviata successivamente, lavorativamente non abbiamo mai avuto rapporti, come invece non possono dire tanti che poi ne hanno scritto positivamente e forse non senza un diretto interesse; dunque tutto quello che sempre abbiamo pensato e detto lo abbiamo pensato e detto semplicemente riflettendo sulla sua attività. E la stessa regola vale anche oggi per ciò che stiamo per dirvi e che,  sinceramente, non nasconde critica alcuna.

In questi giorni è uscita una intervista alla signora a firma Alberto Mattioli, su 'La stampa', alla vigilia della stagione di concerti sinfonici - che sono magna pars della sua attività strettamente musicale - nella quale si legge che anche Lei ha sentito i riflessi della crisi. Dichiara infatti la signora che  la sua stagione attinge soldi dal botteghino ( 10%, una nullità), dagli sponsor ( 30%) e dalla Compagnia di San Paolo ( 60%). E perciò, se per assurdo dovesse mancare il pubblico ai suoi concerti -dove non è mai mancato né mancherà questa volta - il bilancio economico chiuderebbe senza perdite. E questo perchè la Gentile Camerana e le sue attività sono state sempre finanziate da  Casa Savoia alla Fiat, da Carlo Alberto a John Elkan. Nonostante ciò  la crisi la sente anche Lei e se ne lamenta, ma non più di tanto, visti i conti delle entrate e la loro ripartizione.
Non ci viene detto da Mattioli, en passant, se la Fondazione guidata dalla dott. La Rotella, sposata Vergnano,  procacciatrice di soldi per la cultura a Torino ( a proposito che fine ha fatto La Rotella, dopo l'insediamento della Appendino?), ha a che fare con la Gentile Camerana, ma forse non se ne accenna nell'intervista, perché appartenenti a due parrocchie diverse.

Mattioli, acuto ed arguto intervistatore, le chiede poi: non c'è troppa musica a Torino? La signora risponde candidamente - ma inesattamente - che a Torino l'Opera la fa il Regio, la cameristica, l'Unione Musicale ( due feudi musicali con direzioni eterne per la loro durata!)  e lei  pensa alla musica sinfonica. E Mattioli tace a seguito della risposta, mentre avrebbe dovuto presentare alla signora il 'conto della spesa' musicale torinese.

Ma come signora Camerana - d'ora in avanti la chiamiamo con il solo cognome da sposata, per non allungare il brodo ai lettori - lei dimentica di citare altre istituzioni che hanno attività sinfonica a Torino, ben più intensa della sua, che in fondo fa solo 9 concerti, seppure tutti di grande livello, per gli esecutori invitati, soldi permettendoglielo. C'è  il Regio che fa 12 concerti sinfonici e poi - come fa a dimenticarlo? - la Orchestra sinfonica nazionale della Rai, che ne fa 25 di concerti, con una replica per ciascuno, e dunque, alla fine, 50 concerti.
Che rappresentano allora i suoi nove concerti, se non una goccia nel mare? La diversità con tutti gli altri più numerosi concerti torinesi sta nel fatto che Lei si può permettere di invitare orchestre di grande fama (ma anche di grandi costi), disponendo di grandi soldi, seppur ridotti dalla crisi; soldi che il salotto buono torinese a Lei, che ne fa parte, non farà mai mancare e che, comunque, è sempre meglio spenderli nella musica  piuttosto che ...
Questo per dire che le dimenticanze della Camerana - sfuggite, chissà perchè, anche a Mattioli - non sono casuali; nascondono falle e guerre intestine nel 'Sistema Musica' torinese, non note a chi, guardando da lontano, registra solo l'intensa attività musicale di una delle capitali del nord.

Poi la signora Camerana accenna ad una mancanza di lealtà. Ma non siamo riusciti a capire cosa intenda. Forse che i giovani che Lei ha  allevato non sono riconoscenti - e perciò sleali? - perché spesse volte non citano l'apporto consistente della De Sono nella loro formazione? La signora avrebbe dovuto imparare in tanti anni - noi lo diamo ormai per scontato - che non ci si può sempre aspettare riconoscenza, giacché questa virtù non cresce spontanea e neanche nei giardini.
E comunque, senza avere il minimo appiglio per esserle personalmente riconoscente desideriamo rivolgerle i più sinceri auguri per la sua attività,  ed anche RINGRAZIARLA  per tutto quello che ha fatto - come noi,  benché in minima parte rispetto a Lei, senza ricevere mai riconoscenza da nessuno - per la musica in Italia.

P.S. Già che ci siamo desideriamo comunicare ai nostri lettori che l'Orchestra sinfonica nazionale della Rai ha rinnovato i suoi vertici. Nuovo direttore musicale è James Conlon, e nuovo direttore artistico (al posto di Cesare Mazzonis che si ripromette di riposare; sarà vero? ) Ernesto Schiavi che arriva direttamente dalla Filarmonica della Scala. Un segnale di pace fra le due capitali del nord, nonostante la brutta storia del doppio antagonistico Salone del libro?
 Infine, come abbiamo tante altre volte sottolineato, anche in questa stagione tutti gli artisti ospiti della stagione sinfonica della Rai di Torino, sono  stranieri. Le uniche presenze italiane sono quelle di Andrea Battistoni ( direttore) e Bearice Rana (pianista). Se questa non è una vergogna?

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