sabato 24 settembre 2016

Sulla Scalinata di Trinità dei Monti siedono, mangiano ,bevonoe fumano. E i Vigili stanno a guardare

 A neppure dodici ore dalla inaugurazione della Scalinata di Trinità dei Monti dopo il restauro,  torna alla  triste vita di sempre il celebre monumento. Turisti e romani si fermano a parlare lungo in gradini, siedono, tirano fuori merende e panini per lo spuntino, bevono da  lattine di coca cola e  di birra o  acqua i più salutisti, fumano e gettano i mozziconi per terra, e magari spengono le sigarette sui gradini aiutandosi con i piedi.

Tutto come prima del restauro. E i vigili? Quelli stanno a guardare e osservano. Hanno ricevuto l'ordine di riferire al Comando o alla Raggi, la quale in base alle notizie di infrazione, redigerà gli ordini di servizio per i vigili ed elencherà i divieti sui cartelli promessi ma ancora da pensare, realizzare ed impiantare.  Finora non ci sono stati ubriachi, nè cittadini che hanno fatto i loro bisogni sulla scalinata, che faranno di notte, come pure di notte si potranno verificare atti osceni in luogo pubblico. E neanche vandali che con le loro bombolette abbiano imbrattato con scritte e disegni la candida scalinata. I cartelli con relativi divieti arriveranno dopo che la 'frittata' sarà fatta.
 Ma c'è sempre tempo per allargare il ventaglio delle manomissioni vandalistiche.
 E la vigilanza già messa in atto fino a domenica - come s'è letto sui giornali? E quella già assicurata da Prosperetti ( o da Parisi Presicce, i due sovrintendenti che si spartiscono a metà le irresponsabilità sui danni), e i due viglianti in più lanciati da Franceschini sulla scalinata?

In queste ore, all'indomani dell'inaugurazione della Scalinata, mette pensiero il fatto che senza vigilanza, in pochi giorni o qualche settimana, la scalinata verrà nuovamente offesa da incivili e vandali. E se non ci fosse da disperarsi, verrebbe da dire a tutti, riprendendo la premonizione di Paolo Bulgari: ve l'avevo detto. A tutti, compreso l'amministratore delegato della sua stessa maison, ora nel gruppo Lvm, il francese Babin. Molto prima di una decina d'anni occorre pensare ad un novo restauro. Anzi giacché ci siamo,  dott. Babin, cominci a mettere da parte i soldi, perché forse nessuno dei Bulgari avrà intenzione di tirarne fuori altri, per rimediare ai danni che l'incuria e l'inciviltà di tutti oltre l' accondiscendenza diseducativa di chi governa stanno già producendo.

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