venerdì 30 settembre 2016

Mai e in nessun luogo la storia s'è fatta o si può fare con i 'SE'. Ma a Roma si può cominciare

I 'SE' o i 'Però '- questi ultimi di veltroniana memoria - non hanno nè potrebbero mai fare la storia che si basa su accadimenti e mai su ipotesi, specie dopo che i fatti sono già accaduti. Pure l'americano Veltroni, che  voleva in ogni caso salvare 'capra e cavoli', doveva arrendersi ogni volta di fronte a all'evidenza della storia che, a seconda delle circostanze, salvava ora la capra ed ora i cavoli, mai ambedue insieme, per la medesima circostanza. E perciò s'è dato di recente al cinema dove la realtà uno può farsela come vuole - scusate questa digressione veltroniana, in memoriam.
 Da qualche settimana, però, risulta sempre più possibile che  si possa cominciare a ragionare ed a pensare il futuro prossimo, sdoganando il 'SE'.

La sindaca  Raggi è sempre più nel pallone, e non per chissà quale complotto, come va trombonando ogni giorno il povero Di Maio, in minoranza per decreto di Grillo, bensì per fatti concreti, alcuni dei quali andiamo ad elencare.
Non riesce a trovare un assessore al bilancio fra i tanti candidati, uno che accetti di assumersi l'incarico; al suo capo di gabinetto ha perfino smesso di pensare, dopo che la precedente s'è sfilata perchè - ha dichiarato - non c'erano le condizioni per lavorare. Notizia di queste ultime ore è l'uscita di scena del ragioniere generale del Comune (senza assessore al bilancio e senza il controllore dei conti, dove andrà a sbattere la povera sindaca? Anzi dove porterà a sbattere il già disastrato e dissestato Campidoglio?).

E poi c'è anche l'affaire Muraro, assessore alla zozzeria, l'unica in grado di mettere a posto le cose riguardanti i rifiuti, perchè la 'monnezza' la conosce dal di dentro e profondamente, come ha giustificato la sua nomina sia Raggi che Grillo, ed ha, indirettamente, confermato la Procura di Roma che ora la indaga, nell'ambito del processo 'Mafia Capitale', e che forse, anzi senza forse, quasi sicuramente dovrà dimettersi.
 Sorvoliamo sulla denuncia dei dirigenti del Campidoglio che hanno scritto una  lettera di protesta dichiarandosi impossibilitati a mandare a avanti anche la normale amministrazione, perché le caselle di comando sono vuote e dunque  non ricevono direttive né sanno a chi rivolgersi.

E la Raggi, povera ragazza, si mette a discutere sulle quote di genere, per intorbidire le acque onde non si veda il fondo melmoso dell'amministrazione pentastellata  di Roma che lei ha preteso di poter gestire.

Ciliegina sulla torta, il no alle Olimpiadi del 2024 - fra otto anni, per le quali si è subito candidata Parigi che propone un piano non costoso con grandi vantaggi per la sua città, gli stessi vantaggi ai quali la Raggi non intende rinunciare e perciò chiede aiuti al Governo, il quale senza riuscirci ha tentato in tutti i modi di farla ragionare proprio sulle Olimpiadi, come opportunità - che ieri ha ricevuto l'ok dalla sala consigliare.
 E se la Raggi, vittima di se stessa, del suo 'movimento' e della sua incapacità, DOVESSE DIMETTERSI?

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