lunedì 19 settembre 2016

Lo straziante appello di Anna Coliva direttrice della romana Galleria Borghese per il restauro dei giardini 'segreti' della Villa

Quando il ministro Franceschini nominò i venti direttori dei Musei e siti archeologici o monumentali più importanti del nostro paese, alcuni pescandoli all'estero, qualche protesta ci fu per Anna Coliva, l'unica direttrice restata al suo posto. Si disse allora che era difficile scalzarla, anche per il ministro, perché Lei a Roma s'era creati infiniti appoggi e poteva perciò vantare protezioni impossibili da neutralizzare.
 In effetti la Coliva, proprio e a seguito dei suoi infiniti appoggi - è una delle presenza più costanti dei salotti che contano (quelli  frequentati da chi ha  i soldi  o il potere politico, poi anche quelli dove si fanno solo chiacchiere e si mangia) - per la Galleria Borghese sembra darsi molto da fare, e sembra anche con qualche risultato.
 L'appello lanciato ieri dalle colonne del Corriere dell Sera-Roma, per salvare i giardini 'segreti', ben tre, della Villa ed a che della Galleria che li ha presi in carica, ci è sembrato straziante e va ascoltato dagli stessi frequentatori dei salotti che contano. Ci spieghiamo.

Non più tardi di un paio d'anni fa, alla presentazione ufficiale dell'associazione 'Mecenati della Galleria Borghese' voluta e presieduta da Maite Carpio ( signora Bulgari, moglie di Paolo, attivissima in città in varie opere caritatevoli - Agenda sant'Egidio - o di mecenatismo culturale come  in favore della Galleria Borghese  o della digitalizzazione della Biblioteca Vaticana; ma anche, in prima persona in coppia con il marito, con  singoli interventi, qualcuno di poco conto economicamente, come quello in favore dell'Opera di Roma - Concorso di Composizione) ci fu un gran parlare dell'evento  organizzato per l'occasione. Ai mecenati - tutta gente con doppio o triplo cognome, ma forse poco generosi - fu offerta una visita speciale della Galleria, seguita da cena faraonica, servita da un catering esterno ( non c'è neanche bisogno che diciamo il suo nome, perchè non è difficile intuirlo, il solito; due soli esempi: gestisce i bar del'Auditorium e diede da mangiare ai potenti del mondo riuniti all'Aquila dopo il terremoto) il quale non fu molto rispettoso della galleria, al momento di impiantare fuori del museo le sue cucine 'da campo'.  I giornali ironizzarono, anzi accusarono questi strani mecenati che volevano salvare la Galleria Borghese e poi ponevano di fatto in atto contro la stessa azioni distruttrici. Sorvoliamo.
 Più di recente, quest'estate appena passata, sempre la benemerita associazione di mecenati della Borghese, ha fatto sistemare uno dei tre giardini 'segreti' della Galleria, di cui il Corriere offre la bella foto dall'alto. una meraviglia. Resta da fare analoga risistemazione anche degli altri due giardini per la quale la Coliva ha lanciato il suo straziante appello rivolgendosi a noi tutti, non più ai mecenati quelli con due o tre cognomi e tante palle sui rispettivi stemmi araldici, in aggiunta ai ricchi opatrimoni. Perchè no ai mecenati? Perchè loro hanno già dato, dice di fatto la Coliva. Ed uno, a questo punto, si immagina quale grande cifra  abbiano raccolto quei signori per far risistemare il primo dei tre giardini. Alla stessa Coliva, che non riesce a tenere il vergognoso segreto, le scappa  che quella risistemazione è costata ai famosi mecenati, la considerevole somma di 70.000 Euro. Sì 70.000, non 700.000 Euro. E che loro prima di poter nuovamente racimolare un seconda simile somma hanno bisogno di qualche anno almeno. Insomma i mecenati quando si  iscrivono all'associazione pagherebbero una considerevole somma, dai 20 ai 60 euro, e poi ogni volta che si vedono per cene sociali - pagate forse con i soldi di mecenati di altri musei - sono tenuti a versare una trentina di Euro.
 Noi, ma solo per carità cristiana, non facciamo i nomi di alcuni mecenati che conosciamo bene  e che basterebbe che devolvessero alla galleria Borghese, per far smettere quel pianto straziante della Coliva,  il costo di una mise di cachemire o di un paio di scarpe artigianali - non parliamo di gioielli, perchè non servono tanti soldi -  e da tre o quattro di loro si avrebbero i soldi per restaurare anche gli altri due giardini 'segreti' della Borghese.
 Lanciamo questa provocazione. E attendiamo di leggere i loro nomi nelle aiuole restaurate. due o tre nomi  sarebbero sufficienti a fornire i soldi necessari.
 A Franceschini non osiamo rivolgerci per chiedergli quei fondi che, lo ripetiamo, sono miserabili - de minimis non curat Darius, direbbero i romani antichi - fino a quando non si leverà dalla testa quella sua pazza idea di ricostruire la platea lignea del Colosseo, per la quale ha immobilizzato ben 18 milioni di Euro. Ma poi dove li ha trovati, se piange sempre miseria?

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