venerdì 9 settembre 2016

'La cultura non si può ingabbiare' - sentenzia Claudio Parisi Presicce. 'Si deve ingabbiare, per proteggerla' - gli risponde Paolo Bulgari

I due che si fronteggiano su una questione romana riguardante la difesa dei monumenti storici, in particolare sulla disponibilità notte e giorno della scalinata di Trinità dei Monti, sono il sovrintendente capitolino ai beni culturali,  Claudio Parisi Presicce, e il presidente della nota maison di gioielli, Paolo Bulgari, che per il restauro della famosa scalinata ha sborsato ( ! ) 1.500.000 Euro.
Paolo Bulgari - abituato a tenere in grande considerazione i soldi guadagnati, anche quando sono tantissimi, come nel suo caso - sostiene che il restauro potrebbe in breve tempo essere danneggiato e lordato dall'orda di barbari che da Roma, dall'Italia e dal mondo si riversa ogni giorno nella famosa piazza ( di Spagna) e sull' altrettanto famosa scalinata. E propone che, almeno nelle ore notturne, la scalinata ( la 'cultura', nel linguaggio del sovrintendente  e dell'assessore romano, Bergamo) venga protetta da una cancellata (gabbia), come ne esistono in ogni parte del mondo, inclusa l'Italia - per inibirne il passaggio e la sosta incivile e indecorosa - a protezione di monumenti di particolare pregio, che la cattiva educazione di tanti mette continuamente in pericolo.  Una cancellata chiusa di notte,  mentre per il giorno l'attento sovrintendente e l'assessore alla cultura del Comune di Roma, Bergamo, assicurano la presenza di vigilanza, dichiarandosi nettamente contrari alla chiusura della scalinata anche di notte ( con o senza vigilnza? ) perchè 'la cultura non va ingabbiata'. Basta la vigilanza per evitare  il degrado, che potrebbe essere quasi immediato del monumento, forse ancor prima della sua inaugurazione  prossima?
 Questo rigurgito di 'populismo' che si evince dalle parole dei due si scontra con fatti ancora sotto gli occhi di tutti. Al sovrintendente viene da chiedere dove era la vigilanza  - di giorno - quando quegli animali di tifosi olandesi riducevano la  berniniana secentesca fontana della Barcaccia ad una cloaca di rifiuti; e quale vigilanza viene assicurata alla bella maestosa Fontana, anch'essa seecentesca, di piazza Trilussa che, ogni mattina, sembra un campo di battaglia combattuto a suon di bottiglie e lattine di birra ed altri alcolici, e la sera - e notte - in un ritrovo di sbandati  e perditempo? Se lì non c'è vigilanza, mentre dovremmo credere al sovrintendente ed all'assessore che, invece, la assicurano, per la Scalinata di Trinità dei Monti?
 Un'altra bella fontana secentesca d'autore, all'Acqua acetosa, di  recente restaurata, con verde intorno è stata, successivamente al restauro, dotata di cancellata onde evitare che qualche bestia umana la imbratti e deturpi, costringendo a trovare nuovamente soldi per il restauro.
 La 'cultura' -  così la Scalinata nella dizione dei due amministratori romani - va protetta, ingabbiandola, perchè lo Stato come ha dimostrato in ogni occasione, non è capace di garantirne l'incolumità, neppure di giorno, figuriamoci di notte. Le foto di questi giorni che ritraggono la di nuovo splendente scalinata protetta da una barriera in plexigas almeno fino all'inaugurazione, per evitare gesti di qualche scalmanato, non offende né la vista né la libera fruizione del monumento.
La scalinata è luogo di passaggio e tale deve restare, senza limitazioni - protestano gli amministratori. Certo, hanno ragione, se non ci passassero anche degli animali o degli uomini che da animali si  sono comportati fino ad oggi, come hanno raccontato i restauratori che l'hanno dovuta ripulire da ogni sorta di schifezze, compresi le tracce di bisogni umani ed escrementi, e che non possono dall'oggi al domani cambiare abitudini e modo di pensare. Serve la prevenzione, senza la quale si mette seriamente a rischio la salute di un bene culturale.  Ma la prevenzione si fa, negli anni, con lo studio della storia dell'arte, l'educazione alla bellezza, il rispetto del bene comune e via dicendo, non mettendo a rischio la 'salute' di un monumento
 In questa disputa fa davvero impressione constatare che contro 'l'ingabbiamento' della scalinata (leggi: semplice chiusura, di notte, attraverso inferriata) si sia pronunciato proprio quel sovrintendente  che decise ed autorizzò l'ingabbiamento delle statue del Campidoglio, in occasione della visita del presidente iraniano. Dopo quella figura di merda agli occhi del mondo intero, ora Parisi Presicce non vuol saperne neanche di proteggere con una cancellata la celebre scalinata, senza che essa la neghi alla vista dei turisti.
 Del parere, infine, del neo assessore alla cultura del Comune di Roma possiamo anche non tenerne conto, finchè in Campidoglio non sarà operante il governo della città; e finchè non saremo sicuri che egli resterà assessore. Con i tempi che corrono.

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