venerdì 12 agosto 2016

Arcangelo Sannicandro, deputato SEL non metalmeccanico io lo conosco

Arcangelo Sannicandro, di un paio d'anni meno giovane di me, lo conosco dai tempi dell'Università, quando già militava nell'allora Partito Comunista, mentre io studiavo teologia. Lo conosco perchè ambedue eravamo di Trinitapoli, sebbene lui fosse nato a Corato. Ci incontravamo e frequentavamo nei mesi estivi, quando io tornavo al mio paese in vacanza. E allora giocavamo, ma con impegno, a fare io 'don Camillo' e lui Peppone, molto più giovani noi dei notissimi protagonisti cinematografici, nati dalla penna di un acuto scrittore (Guareschi). Nessuno di noi due pensava alla possibile abiura dell'avversario, e perciò ambedue ci limitavamo a sfoggiare la rispettiva verve contraddittoria, io tomistica, lui marxiana, ciascuno secondo le proprie capacità.
 Poi il Peppone trinitapolese di un tempo ha fatto tutta la carriera politica sempre nel Partito Comunista ed i suoi derivati; ed io, invece, ho cambiato abito, abitudini ed interessi. Lui alla passione politica ha unito la professione di avvocato; io, smessa la militanza e gli interessi religiosi, mi sono dedicato all'insegnamento ( Storia della musica) ed al giornalismo, militando nella critica musicale.
 Da allora sono passati moltissimi anni, i successivi nostri incontri, sempre estivi, e sempre più sporadici, si limitavano a rivangare le belle serate di un tempo a discutere su religione e marxismo, chiesa e partito comunista. Ora apprendo dai giornali che lui ha fatto i soldi ed io no, il suo UNICO ultimo arriva a 400.000 Euro, il mio non li ha mai sfiorati neppure nei periodi di maggiore ed intensa attività sui due fronti, ed oggi è molto ma molto lontano da quella cifra. Che egli attribuisce, in massima parte, al suo lavoro di avvocato.
 Oggi leggo di lui, a seguito di un intervento alla Camera dei Deputati, nel corso della discussione di   un progetto di legge dei '5 Stelle' che vorrebbero portare l'indennità parlamentare da 10.000 a 5.000 Euro. Un  progetto che Arcangelo ha rigettato, abiurando a prima vista la sua fede di Peppone - della quale agli inizi viveva - affermando: noi non siamo mica metalmeccanici, e rimandando tutti al suo Unico per dimostrare che lui non si opponeva al progetto grillino per soldi - lui ne guadagna  tanti facendo ancora l'avvocato - ma per una questione di principio: il parlamentare è un rappresentante del popolo che lo ha eletto, e non un lavoratore subordinato, un co.co.pro. qualunque. Una ragione in più per non opporsi. Ciao, Arcangelo,  ormai ex Peppone.

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