sabato 9 luglio 2016

Supplica: conservaci Renzi e liberaci da Franceschini

Maria Teresa Meli, giornalista del Corriere, promessa direttrice di un Tg Rai, nell'era Renzi, ma per ora a bagnomaria perchè Campo Dall'Orto che sembrava qualche mese fa voler procedere in gran fretta alla nomina dei nuovi direttori dei Tg, ha ora dichiarato che tale nuovo giro di valzer con poltrona, non  è all'ordine del giorno; orbene, Maria Teresa Meli, giornalista e avvocato difensore del premier, rivela oggi nella sua rubrica sul 'femminile' del Corriere che il suo stimatissimo premier è oggetto di riti Vudù proprio da parte di Franceschini che Renzi ha salvato dal dimenticatoio, affidandogli il dicastero della cultura. E lui, reincarnazione di  Bruto, in formato ridottissimo, trama alle spalle dell'imperatore fiorentino, per abbatterlo.
Intanto mina il  trono di Renzi con quella proposta sulla modifica dell'Italicum (di questa non parla la Meli, ma ne hanno parlato già tutti i giornali) che mira a rendere ancora più precaria la situazione di Renzi sul trono, dal quale farlo discendere per mettercisi lui, con l'aiuto di Mattarella, al quale- scrive la Meli- è molto legato.
 Ora se  tutto  ci si può aspettare, visto che in passato è accaduto di tutto, il nostro Paese, certamente non merita un Franceschini  a capo del Governo, al posto di Renzi: dovremmo  applaudire un nanetto che scalza un gigante? Non sarebbe la prima volta, si potrebbe obiettare: la storia di Davide e Golia  non è che uno dei primi esempi tramandatoci delle Scritture. Sì, è vero, ma Renzi non è Golia, grosso ma fesso, e Franceschini non è neanche un unghia di Davide.
 E' solo un pò furbo, come dimostra ormai quasi ogni sua uscita pubblica, in agenda solo per cantare vittoria. L'ultima, di qualche giorno fa, quando la sentenza del TAR  ha bocciato il decreto di riforma del FUS,  a seguito della quale ha chiamato a raccolta quei pochi che ancora gli danno credito - che sono poi quelli ai quali lui fa credito attraverso il Fus, altrimenti  col ciufolo che correvano in suo aiuto - ai quali ha suggerito la stesura di una lettera aperta in sua difesa, in difesa di quella sua ignobile riforma, dettata dal suo stretto sodale di un tempo, Salvo Nastasi,  ora  andato a far danni al paese, dalla postazione privilegiata di Palazzo Chigi.
 Franceschini si mostra in tv alle inaugurazioni, per le proclamazione dei suoi successi ( l'ultimo di ieri, quando ha  dato conto dell'aumento dell'afflusso di visitatori italiani nei Musei, anche e soprattutto a seguito delle entrate libere, la prima domenica del mese) e per  ripetere quella sua balzana idea di ricostruire la platea del Colosseo,costo una ventina di milioni che lui ha trovato nei fondi del Ministero, ma che non ha mai pensato di destinare, come sarebbe stato meglio ed opportuno, alle emergenze dei Musei stessi.
 Mentre, ad esempio, come fa notare sempre sul Corriere di oggi, Paolo Conti,  né lui, né altra carica istituzionale hanno ritenuto opportuno, anzi doveroso, esser presenti ai funerali di un grande italiano, Valentino Zeichen. E Franceschini avrebbe dovuto. Ci è anche venuto in mente un pensiero cattivo. Franceschini e gli altri della corte politica, hanno temuto - conoscendo un pò il caratteraccio del grande poeta defunto - che venisse fuori dalla cassa e, puntando contro di loro l'indice minaccioso, gridasse: ma che ci fate voi qui? volete rovinarmi proprio l'ultimo viaggio? Via tutti!

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