venerdì 8 luglio 2016

La musica italiana, parte (esigua e poco rappresentativa) di essa, plaude alla riforma del ministro Franceschini ( Nastasi), dopo la bocciatura della medesima dal Tar del Lazio

Lettera aperta al Ministro dei Beni e Attività Culturali e del Turismo Dr. Dario Franceschini 

 Egregio Ministro, 
 alla luce della recente sentenza del Tar Lazio circa la presunta illegittimità del Decreto Ministeriale MIBACT del 01.07.14 che porta il Suo nome e che ha modificato i criteri di assegnazione dei contributi FUS agli organismi culturali italiani dello spettacolo dal vivo, le associazioni scriventi intendono far conoscere la loro posizione sull'importantissimo argomento. E’ innegabile che la gran parte dei soggetti della programmazione dello spettacolo italiano, sulla cui qualità testimoniano i cartelloni realizzati, è stata avvantaggiata da tale D.M. e, pertanto, ha salutato con favore il nuovo impianto sulle assegnazioni del FUS. Chi scrive ha rilevato già un anno fa, accanto alle criticità che non ha sottaciuto, gli indubbi benefici che il DM ha apportato al mondo dello spettacolo, soprattutto nell'aver ribaltato il previgente sistema di assegnazione del FUS immobilizzato e basato su una totale discrezionalità di una Commissione Artistica che, anno dopo anno, pur cambiando i suoi membri, ribadiva, con piccolissimi e scarsamente comprensibili aggiustamenti, al rialzo o al ribasso, le cifre assegnate nella precedente annualità, senza alcuna possibilità per soggetti nuovi ed in crescita di vedere riconosciuti, attraverso criteri meritocratici, i propri progetti ed i relativi risultati. Nel nuovo D.M. l'aver invece limitato la discrezionalità della commissione artistica lasciando ad un sistema informatico impersonale la valutazione oggettiva dei parametri qualitativi e quantitativi (elementi essenziali quali bilanci, impatto sul pubblico, valorizzazione giovani artisti, giornate lavorative, etc) è stato, secondo noi, un positivo esperimento, di certo perfettibile in futuro, per scardinare un sistema bloccato dal peso eccessivo dato alla storicità e che garantiva solo rendite di posizione più che decennali, soffocando numerosi enti virtuosi sul piano della qualità artistica e su quello gestionale, che fino al 2014 non avevano avuto l'opportunità di fruire di bandi che evidenziassero una moderna capacità organizzativa e imprenditoriale della propria azione culturale. Grazie a questo ribaltamento dei criteri di giudizio, nel 2015 circa il 70-80% degli organismi ammessi al Progetto Triennale 2015-2017 (altro elemento di novità del DM che auspichiamo possa essere ulteriormente perfezionato con un’indicazione triennale del sostegno statale in grado di assicurare certezze alla programmazione) ha visto il proprio progetto premiato e il proprio contributo incrementato rispetto al passato, in alcuni casi in modo significativo. Il nostro intervento vuole essere anche un appello a Lei, Signor Ministro, perché impedisca un incomprensibile ritorno al passato e a vecchi criteri di valutazione, in modo da riaffermare in un eventuale prossimo strumento normativo, i principi innovativi del DM 1 luglio 2014. 

Non è la prima volta che alcuni soggetti,  che si ritengono favoriti da un cambio di regolamenti, si prostrano ai piedi del ministro del momento cantandone la bontà delle nuove direttive  ( Decreto ministeriale del 1 luglio 2014, oltre 100 pagine - farina del sacco di Nastasi, perchè Franceschini non sa  neppure  di cosa si tratta - con il quale vengono introdotti nuovi criteri per l'attribuzione del FUS allo spettacolo dal vivo, musica compresa), dimenticando i danni - e sono molto maggiori- che quel l'infame decreto ha prodotto e che sono alla base della bocciatura circostanziata attraverso sentenza, resa nota appena qualche giorno fa, del Tar del lazio,  contro la quale il ministro si è subito mosso chiedendo un'urgente sospensiva al Consiglio di Stato che gliel'ha naturalmente concessa. Altrimenti  egli avrebbe bloccato tutti i finanziamenti già attribuiti ed in  via di erogazione, magari proprio a quei soggetti che, per ringraziarlo ed ingraziarselo, hanno scritto e firmato quella miserabile lettera. La quale dimentica ciò che ha prodotto quel decreto ministeriale: la cancellazione con un colpo di algoritmo dell'80% delle associazioni musicali piccole e medie ma anche di medio grandi, come ad esempio il CEMAT, guidato da Gisella Belgeri, che molto ha fatto, nonostante Nastasi, per la musica contemporanea  italiana in Italia ed all'estero.
 Nella lettera si dice che la sentenza del TAR non fa che bloccare qualunque riforma anche positiva  come i firmatari ritengono la riforma Nastasi/Franceschini.
Bollano come improponibile il fatto che la valutazione dei criteri di qualità e il quasi automatico finanziamento sia  stata prerogativa della Commissione ministeriale.  Si capisce che i firmatari fanno finta di non sapere che quella commissione, i cui membri sono  stati scelti fra i più sfacciati servi di Nastasi, il quale solo decideva chi finanziare e per quanto, FOTTENDOSENE dei pareri dei commissari a lui ubbidienti - non riveliamo nulla che non sia già noto, è stato tante volte detto e scritto! -   che, proprio per questo, valevano come il 'due' di coppe. Solo i firmatari fanno finta di non sapere delle fortune arrise a quei poveri membri della Commissione che si facevo vanto fuori del Ministero promettendo  interessamento ed intanto facendosi i  cazzi propri. Ci vengono in mente almeno due o tre nomi  che nel tempo hanno goduto di qualche chance nel mondo musicale italiano solo perché membri di quella inutile commissione. Perchè sia chiaro ai firmatari  della lettera pro Franceschini che quei commissari mai avrebbero potuto contare qualcosa, se non fossero entrati in quella commissione.
 Si loda il Decreto perchè introduce la triennalità del finanziamento - magari fosse vero, e magari ancora fosse puntuale l'erogazione del medesimo; ma  questo il Ministero non riesce mai a stabilirlo per sè - a seguito di progetti triennali. Ora a chi non viene in mente che in un paese di millantatori, qual è l'Italia, si possano  presentare al ministero progetti faraonici, di durata triennale,  che poi non vengono attuati del tutto  o in parte, ed intanto il ministero sulla base di quei progetti eroga il finanziamento? Che ora il ministro ha agitato come spauracchio o ricatto per avere l'adesione almeno di quel gruppo di favoriti.
 Perchè deve essere chiaro a tutti, che commissione o non commissione, algoritmo o non algoritmo, chi stabilisce  il finanziamento è sempre e comunque il  Ministero,  più precisamente Nastasi  per il lunghissimo periodo di permanenza al Collegio romano,  dove è stato il dominus incontrastato., avendo dalla sua parte ministri ignoranti neanche tanto orgogliosi di occupare quel dicastero che a parole viene e sempre detto, il più importante in un paese come il nostro.
A chi non si convince di questi considerazioni generale vogliamo offrire alcuni esempi.
 Può spiegare Nastasi perché ha sempre generosamente finanziato l'Orchestra Cherubini di Muti e solo tardissimamente ( comunque fuori tempo massimo, se lo ha fatto) l'Orchestra Mozart di Abbado?
E Franceschini che si è adoperato in Europa per mantenere in vita l'Orchestra delle Unione Europea ( EUYO), perchè in Italia non ha mosso un dito per evitare la chiusura dell'Orchestra Mozart di Abbado?
 E i festival finanziati fin dalla prima edizione, finanziati lautamente, solo perchè dietro c'era il padrino di Nastasi, non nel senso mafioso, ma in quello di 'padrino di nozze', ma pur sempre padrino?
E i troppi favori di Franceschini e Nastasi al San Carlo di Napoli , anche passando sopra  l'assunzione della mogliettina  del 'grande&grosso' direttore generale nella Fondazione lirica napoletana, come li giustificherebbero i firmatari dell'appello a favore della cosiddetta riforma?
 E, colmo dei colmi, per restare nell'ambito delle orchestre, l'atteggiamento  dichiaratamente ostile che il Ministero ha sempre avuto nei riguardi dell'Orchestra Verdi di Milano, come spiegarlo? Una delle migliori orchestre sinfoniche italiane, con attività superiore a qualunque altra anche di qualità, con capacità di auto finanziamento enorme, e con un pubblico che supera quello di qualunque altra realtà sinfonica italiana, ha dovuto attendere oltre vent'anni prima di vedersi riconosciuta nel ristretto numero delle cosiddette ICO ( Istituzioni concertistiche orchestrali) che ricevono il Fus attraverso un capitolo dedicato. Poi il ministro Franceschini, ad aprile dello scorso anno, la inserisce con decreto nelle ICO, ma Nastasi che fa? Non gli attribuisce neanche per il 2015 il finanziamento ICO, come deciso dal suo ministro attraverso decreto, che lui non avrebbe ai voluto che venisse emesso.
 E' questo il Ministero che si vuole contrario alle clientele?  'Aprite un poco gli occhi, uomini incauti e sciocchi'... non vendetevi l'anima per un piatto di lenticchie che in futuro un diverso algoritmo potrebbe togliervi senza che nulla voi possiate opporre in vostra difesa.

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