venerdì 22 luglio 2016

La cultura a Roma nei piani del sindaco Virginia Raggi

Dal piano quinquennale presentato ieri in Giunta capitolina dal nuovo sindaco, stralciamo il capitolo n.9 dedicato alla cultura e che si articola in diversi paragrafi tematici.


DIRITTO ALLA CULTURA
Roma Capitale ha un patrimonio enorme: non solo l’immensa eredità del passato ma intelligenze, voci, competenze, iniziative di donne e uomini, nuove imprese culturali che trovano la propria via alla vita contemporanea, nonostante i mille ostacoli eretti da una società impaurita dal futuro e da una pubblica amministrazione che troppo spesso preferisce il noto delle rendite di posizione all’ignoto dell’innovazione. Roma ha tutte le carte per essere protagonista della vita culturale mondiale. Per anni si è autocondannata ai margini, privando la maggioranza dei suoi abitanti del diritto fondamentale di godere della vita culturale e scientifica della città, del suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, delle nuove opportunità che la tecnologia rende possibili per la creazione, l’apprendimento, l’innovazione sociale, lo sviluppo del pensiero. Questo diritto deve essere riconosciuto a chiunque abiti Roma, ovunque si svolga la sua vita. È una condizione indispensabile a una cittadinanza critica e informata, al progresso sociale, all’emancipazione umana. É anche un volano straordinario per un’economia sana e sostenibile. Gli ostacoli alla fioritura della vita culturale e al pieno godimento del patrimonio di Roma vanno rimossi, con l’azione diretta per assicurare certezza e semplicità di regole e procedure, e con una decisa iniziativa a livello legislativo in coordinamento con altre amministrazioni locali. Cultura e Roma sono un sinonimo fuori dai confini nazionali; si lavorerà perché lo siano anche in casa nostra.

VALORE CULTURA
Esiste nelle attività culturali un indiscusso valore che non è misurabile in termini commerciali o monetari, ma ha un impatto forte sulla coesione e sul capitale sociale e dunque sulle condizioni per lo sviluppo dell’economia stessa. C’è un merito tecnico che deve essere affrontato per dare piena autonomia alla volontà politica di dispiegarsi. Si adotteranno misure convincenti di questo valore e si costruirà una disciplina diversa per l’uso del patrimonio pubblico che riconosca adeguatamente il contributo della partecipazione culturale alla crescita civile e sociale.

UNA STRATEGIA CULTURALE PER ROMA
Con il coraggio di discutere in modi diversi, tra persone oltre i confini delle organizzazioni e dei ruoli, Roma dovrà dotarsi di una strategia culturale per lo sviluppo della città, che consenta di far convergere le risorse ed energie verso obiettivi decisi insieme ai cittadini, con la partecipazione di chi lavora per/con la cultura, fuori e dentro l’Amministrazione capitolina, e di coloro che da lontano guardano a Roma con amore e la considerano un patrimonio inestimabile della comunità umana. Dunque, una strategia condivisa che prenda corpo nel corso del mandato e resti a disposizione per il futuro.

DA UN INSIEME DISORDINATO A SISTEMA INTEGRATO
Le strutture, le istituzioni e aziende di - o partecipate da - Roma Capitale, devono tornare ad essere interlocutore credibile per tutti: ciascuna con compiti ben distinti, ma coordinate. Non più in ordine sparso, non più con obiettivi divergenti, non più in competizione tra loro. Si adotterà, dunque, un sistema che per la crescita culturale della Capitale agisce e collabora con lo Stato italiano e le Istituzioni culturali internazionali che hanno sede in Roma.

INTERCULTURA E COESIONE
La composizione della popolazione cambia vertiginosamente: si allunga l’aspettativa di vita, rallentano le nascite, grandi migrazioni portano culture e religioni diverse in contatto, generando frizioni, paure ma al contempo grandissime opportunità. Le reti di comunicazione e le tecnologie trasformano modi di produzione e circolazione di contenuti e generano impatti senza precedenti sulle identità culturali. La sfida dell’Intercultura e di un equilibrato rapporto tra identità culturali e cambiamento è davanti a noi e parte integrante del lavoro di consiliatura. Sarà, inoltre, parte integrante degli indirizzi alle Istituzioni culturali della Capitale per l'adeguamento ai principi sanciti con la Dichiarazione Universale UNESCO sulla Diversità Culturale con interventi su strategie, politiche per il pubblico, programmazione, partnership, risorse umane e composizione degli organi societari, fornitori.

LA RETE DIFFUSA E I PRESIDI
Le Biblioteche comunali sono un patrimonio prezioso, presidio fondamentale sul territorio, immerse nelle periferie. Saranno aiutate nel loro lavoro a esplorare nuove frontiere e vecchi saperi, ad essere sempre più luogo d’incontro, del piacere dello stare insieme; insieme alle scuole, prima porta al diritto diffuso alla cultura. Si costruirà una nuova rete che colleghi, nella loro autonomia, questi presidi culturali deputati a divenire un luogo nevralgico per l’esplorazione delle nuove frontiere, della tecnologia applicata all’espressione artistica, dell’interazione tra pubblico e creazione, luogo di gioco e di apprendimento per bambini/e e famiglie, tra Italia e mondo. Questo luogo potrebbe essere il Palazzo delle Esposizioni, protagonista di una nuova avventura dopo anni di confusa gestione. Piccole librerie, teatri, centri culturali che restano chiusi per inerzia o difficoltà o chiudono per le ragioni più diverse, ma anche per l’impossibilità di far quadrare i conti. Occorre invertire la tendenza. Si rimetteranno presto a disposizione delle comunità i luoghi su cui si è investito e che attendono solo di tornare a vivere come il Centro culturale Elsa Morante o il Cinema Aquila, il Teatro Valle. Si agirà, inoltre, su tutti i fronti, inclusa la riduzione del peso degli oneri comunali a fronte di un contributo a promuovere la vita culturale nei quartieri in cui operano. Con il baratto amministrativo, con disposizioni specifiche, si troveranno le forme più equilibrate per riconoscere il valore del lavoro di chi contribuisce alla crescita culturale dei romani, nelle compatibilità di bilancio.

IL PATRIMONIO CULTURALE
Sulla base dei principi sanciti dalla Convenzione di Faro (Portogallo), nel maggio 2014, un’importante decisione del Consiglio dell’Unione Europea ha riconosciuto che il patrimonio culturale svolge un ruolo fondamentale nel creare fiducia reciproca tra i cittadini, stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, migliorare la qualità̀ della vita e il benessere degli individui e delle loro comunità̀, promuovere la diversità̀ e il dialogo interculturale. In seguito, il Consiglio ha approvato le conclusioni sulla Governance partecipata del patrimonio culturale. Queste decisioni collocano al centro delle politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio lo sviluppo della persona umana, finalmente nel solco del diritto fondamentale sancito all’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Roma Capitale ha per legge responsabilità eccezionali sulla tutela e valorizzazione del patrimonio esistente nel suo territorio. La comunità ha il compito di tutelare il patrimonio anche per le generazioni future, in modo che Musei e siti possano esprimere tutto il loro potenziale per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini. Si metteranno la qualità dell’esperienza e l’arricchimento della persona al centro del rapporto tra visitatori e luoghi, intervenendo sulla fruizione con le migliori pratiche internazionali. Se il patrimonio di tutti diventa il patrimonio di ciascuno di noi e ognuno ne prende in cura una parte, allora sarà possibile tutelarlo nel suo insieme, anche quello oggi abbandonato. Si dovranno sperimentare con la giusta attenzione modelli di gestione del territorio e del patrimonio minore che, senza inversione di ruoli, vedano i cittadini protagonisti della loro tutela, accompagnati dalle eccellenti competenze di cui Roma è ricca nelle Soprintendenze e nelle Università. Musei, siti, paesaggi sono tra le migliori carte di Roma per innalzare la qualità della vita; per accrescere la comprensione del mondo, il passato, il presente e il futuro; per ridarci il piacere di vivere la città e per molto altro ancora.

ECCELLENZA E ABILITAZIONE
Roma Capitale indirizza o concorre a indirizzare le principali istituzioni culturali, attive in ogni settore dell’espressione artistica. Lo Statuto speciale le attribuisce particolari compiti in questo campo e l’Amministrazione finanzia l’attività di queste Istituzioni, creando direttamente o in collaborazione eventi e festival con ambizione di respiro internazionale. La Capitale e l’Italia hanno bisogno che quest’offerta culturale d’eccellenza sia sempre più tale, cresca di qualità e prestigio, ma, allo stesso tempo, è necessario sfruttare meglio le opportunità che nascono da quest’offerta. E’ indispensabile che ciascuna Istituzione o iniziativa metta in circolo, a beneficio della città intera, la ricchezza di relazioni, interlocutori e competenze che si generano intorno alla propria attività. Attività che, peraltro, in molti casi possono diventare occasione per la raccolta di risorse da destinare allo sviluppo culturale nelle zone più in difficoltà di Roma. Si dovrà, dunque, affiancare al compito tradizionale di offrire l’eccellenza un nuovo compito, o rafforzarlo ove già sia praticato. Si utilizzeranno al meglio tutte le opportunità per realizzare attività educative, formative e promuovere nuova creazione e intrapresa diffusa.

NUOVA CREAZIONE
 Il nostro patrimonio culturale, la bellezza che riceviamo in eredità, arriva a noi perché nel passato vicino e lontanissimo qualcuno l’ha concepita e realizzata pensando al proprio tempo e al futuro, al mondo che sarebbe seguito. Mentre ci prendiamo cura di questa eredità, dobbiamo tornare a inventare, creare, esplorare con eguale ambizione. Roma deve tornare capitale culturale mondiale nel pieno senso del termine, città in cui la capacità di sviluppare, creare, produrre conoscenza, beni e servizi culturali, siano al cuore del suo sviluppo: dalla musica all’audiovisivo, dall’architettura al design in tutte le sue espressioni, dalle arti visive in senso esteso allo spettacolo dal vivo, dalla letteratura all'editoria locale, dalla nuova creatività che si affaccia nei laboratori dei makers, nella nuova scuola romana di fumetto, al MAAM e tantissimo altro. Con i giovani protagonisti prima di tutto. Allo sbando, senza un progetto unitario, nel cuore di Testaccio c’è una risorsa strategica per la rinascita culturale. L’ex Mattatoio. Liberato nel 1999 dopo anni di abbandono, è cresciuto in modo disorganico ma intorno all’idea di essere un luogo dove nuova conoscenza e creazione trovano casa. Ora, insieme all’Università e agli altri attori che sono oggi partecipi del suo funzionamento, saranno definiti indirizzi e strumenti per essere uno dei cuori pulsante della cultura a Roma e della sua internazionalizzazione. L’utilizzo coordinato degli spazi comuni insieme ad una politica di branding e programmazione generale sono la chiave per superare la frammentazione che oggi impedisce all’ex Mattatoio di sviluppare il suo potenziale in modo organico. Le Università sono una risorsa essenziale per una politica attiva di sviluppo della creatività. Si cercherà la massima collaborazione per mettere a frutto il capitale di sapere, competenze, ricerca e innovazione che esprimono e che troppo a lungo non è stato adeguatamente riconosciuto in quest’ambito. Accanto a politiche attive verso la creazione, bisognerà alleggerire il peso delle procedure per autorizzare le attività di pubblico spettacolo, semplificandole e contenendo gli oneri diretti ed indiretti. Allo stesso tempo, si ritiene necessario un maggiore controllo di merito per evitare che l’etichetta “Attività culturale” e relativi benefici siano utilizzati indebitamente. Inoltre, è indispensabile riconoscere il valore delle esperienze amatoriali e di formazione attraverso cui milioni di cittadini possono imparare ad esprimersi con l’arte, in particolare, quando queste favoriscono anche lo sviluppo di empatia e relazioni collaborative tra chi vi partecipa. El Sistema di José Antonio Abreu ha mostrato al mondo cosa è possibile fare grazie ad un’educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso per bambine/i di tutti i ceti sociali: a Roma si seguirà il suo insegnamento, cominciando nelle zone più svantaggiate della città

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