giovedì 21 luglio 2016

AGIS e FEDERCULTURE insieme in un PATTO FEDERATIVO

Nasce una nuova alleanza nel settore dei beni e delle attività culturali e dello spettacolo. Carlo Fontana, Presidente di Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo e Andrea Cancellato, Presidente di Federculture – Federazione delle aziende dei servizi pubblici culturali hanno siglato questa mattina alla presenza del Ministro Dario Franceschini il Patto Federativo che dà vita ad una collaborazione operativa tra le due associazioni di categoria maggiormente rappresentative del mondo della cultura.
Obiettivo principale del Patto è quello di promuovere azioni congiunte e sinergiche per dare maggiore forza alle proposte per lo sviluppo dei settori che le due associazioni incarnano. Sia Agis che Federculture, infatti, sono sindacati di imprese ai quali afferiscono complessivamente oltre 7.000 aziende e circa 270.000 lavoratori e, per questo, come si legge nel Patto,“si pongono come “parti sociali” nei confronti delle Istituzioni nazionali e territoriali, perseguendo obiettivi di interesse generale con criteri di economicità e redditività sociale, culturale ed economica”. Sul fronte dell’offerta maggiormente connessa al patrimonio, le imprese di servizio pubblico associate a Federculture rappresentano la realtà non statale della gestione culturale, in particolare del patrimonio civico delle principali città d’arte – Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze – e in moltissimi altri comuni grandi e piccoli. Costituiscono, dunque, un’ampia fetta dell’offerta culturale del Paese, che intercetta un pubblico di residenti e turisti molto vasto: circa 11,5 milioni di visitatori nel 2015, considerando solo i musei comunali delle maggiori città gestiti dalle aziende Federculture, cresciuti dell11,6% rispetto all’anno precedente. Il settore dello spettacolo rappresentato da Agis – teatro, cinema, concerti, spettacolo, viaggiante – nel rapporto con il pubblico genera un volume d’affari di circa 3 miliardi di euro, producendo oltre 4 milioni di rappresentazioni per più di 178 milioni di biglietti staccati. Agis e Federculture sono portavoci, dunque, di un mondo molto ampio, che crea valore economico e arricchimento della qualità della vita dei cittadini e dei territori, con caratteristiche peculiari che non sempre trovano un adeguato riscontro nelle iniziative normative e politiche di settore. Da qui la necessità di intervenire per rimuovere alcuni dei nodi che ne impediscono il pieno sviluppo. “Vogliamo proporci all’esterno con un volto nuovo, rinnovato e moderno – commenta Carlo Fontana, presidente Agis -. Il patto che oggi sigliamo non è una bella enunciazione di principi ma un’autentica prospettiva per tutta l’impresa culturale. Mettere insieme il mondo dei beni culturali con quello dello spettacolo coincide perfettamente con il solco tracciato dal Ministro Franceschini. Questa è la strada su cui proseguiremo per restituire alla cultura la centralità che merita”.
A partire dal riconoscimento giuridico dell’impresa culturale e creativa, inserito tra i punti principali del Patto Federativo, che incardini tutti i diversi soggetti giuridici attivi nel settore in una normativa caratteristica che ne valorizzi le specificità, come accade ad esempio per l’impresa sociale. Altrettanto importante è la reale possibilità di ampliare il campo della collaborazione pubblico-privata a sostegno dell’azione delle imprese culturali attraverso la modifica delle specifiche di applicazione dell’Art bonus, che rappresenta una novità fondamentale per il finanziamento della cultura, ma non è efficace in tutti gli ambiti di questo variegato settore. Infatti,la norma, rivolta sostanzialmente agli interventi di manutenzione e restauro,non prevede la possibilità di destinare a spese di gestione e di produzione culturale quanto ricevuto grazie al meccanismo dell’Art bonus (opportunità estesa solo alle Fondazioni lirico sinfoniche e ai Teatri di tradizione). Inoltre, non possono beneficiarne i soggetti concessionari o affidatari dei servizi culturali (ad es. le Fondazioni che gestiscono musei civici) che possono ricevere erogazioni liberali eleggibili ai fini dell’Art Bonus, solo per la manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali pubblici e non per le attività culturali che mettono in campo. E’ necessario, dunque, come proposto oggi al Ministro Franceschini, estendere la possibilità di usufruire dell’Art bonus anche ai tanti soggetti privati o di tipo privatistico che animano l’offerta culturale in città e territori, altrimenti esclusi dalla più importante riforma dei meccanismi di intervento dei privati nella cultura degli ultimi anni. A questi soggetti è destinata anche la proposta di prevedere una specifica eccezione culturale, per le istituzioni inserite nell’elenco Istat delle amministrazioni pubbliche soggette ad una serie di divieti e vincoli della cosiddetta “spending review”. Una deroga da questi limiti garantirebbe alle aziende culturali una maggiore autonomia di gestione con conseguente maggiore efficacia nell’erogazione dei servizi culturali ai cittadini.
“Grazie al Patto che sigliamo oggi con Agis, si rafforza il sistema di rappresentanza della cultura nel confronto con il Governo nazionale, il Parlamento i governi locali – sottolinea il presidente di FedercultureAndrea Cancellato. Finalmente assistiamo a un’inversione di tendenza nell’investimento in cultura e si sviluppano azioni concrete per il settore, come l’Art bonus, l’incremento delle risorse ministeriali, i 500 euro per i diciottenni, il Fondo Progettualità Culturale (proposto da Federculture e che assegna 5,6 mln di euro per la progettazione integrata delle Regioni del Mezzogiorno). Proprio ora sarà più incisivo il nostro impegno per perseguire concretamente gli obiettivi di crescita della cultura in cui tutti crediamo.”Con questi intenti Agis e Federculture, pur nel rispetto dell’autonomia di ciascuna associazione, con la stipula del Patto Federativo si impegneranno anche per: riconoscere in favore dei cittadini la detraibilità delle spese culturali per la frequentazione di musei, teatri, concerti, spettacoli, cinema e per l’acquisto di libri;introdurre l’esenzione IMU per le sale di spettacolo e per le strutture gestite dalle istituzioni culturali; definire proposte integrate al Governo ed alle Regioni per l’attuazione dei circuiti nazionali d’eccellenza “turismo della cultura”e “turismo delle arti e dello spettacolo”; realizzare congiuntamente studi e analisi, anche attraverso la raccolta e condivisione dei dati relativi ai settori rappresentati; attuare azioni di comunicazione coordinata per promuovere le iniziative congiunte intraprese per il perseguimento degli obiettivi enunciati all’interno del patto. La collaborazione operativa tra le due Federazioni sarà favorita anche dalla scelta di far risiedere gli uffici nazionali di Federculture e Agis nella sede comune di Villa Patrizi, che ci si auspica diventi così la “casa della cultura”.


                         Andrea Cancellato succede a Roberto Grossi. dichiarazioni
La prima cosa a cui dovrò lavorare? Dovrò intanto superare le difficoltà di subentrare a un grande personaggio, uno dei fondatori della Federazione, che guidava dal 2008”. Parte da un omaggio al suo predecessore, Andrea Cancellato, appena nominato alla presidenza di Federculture, mentre ci anticipa quelle che saranno le linee guida della sua azione, che presto approfondiremo con una più ampia intervista. Alla presidenza succede infatti a Roberto Grossi, attualmente presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Sovrintendente al Teatro Massimo Bellini di Catania, che nel suo mandato ha portato al centro del dibattito politico e culturale l’associazione “che rappresenta le più importanti aziende culturali del Paese insieme a Regioni, Province, Comuni, e tutti i soggetti pubblici e privati impegnati nella gestione dei servizi legati alla cultura, al turismo, e al tempo libero”.
Direttore Generale dal 2002 della Fondazione La Triennale di Milano, già Sindaco di Lodi dal 1980 al 1990, Cancellato sarà affiancato alla vicepresidenza da Mario De Simoni, Direttore Generale dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma.

 “La nostra missione sarà quella di riaffermare la centralità della cultura e delle imprese culturali nel paese”. “In questo siamo decisamente in linea con le politiche del ministro Franceschini, con il quale mi incontrerò quanto prima per focalizzare alcuni punti prioritari. Fra questi, mettiamo sicuramente il contratto di lavoro per i dipendenti delle imprese culturali, ormai fermo da troppo tempo: è necessario riaprire il dialogo, la gestione virtuosa delle imprese passa anche da questo. Sul piano generale, condividiamo la visione del ministro: l’Italia deve essere consapevole delle sue ricchezze, create da un immenso patrimonio artistico ereditato dal passato ma anche da un grande dinamismo nel contemporaneo”.


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