lunedì 20 giugno 2016

Arena di Verona. La ricetta Fuortes per salvarla da morte certa

Adesso la stagione estiva dell'Arena di Verona può finalmente  iniziare. La sua navigazione avviene in acque meno agitate di qualche settimana fa. Quando per rimettere in piedi la nave - che faceva acqua da tutte le parti - era stato chiamato Carlo Fuortes,  il commissario di fiducia del ministro Franceschini, dopo lo spostamento (promoveatur ut amoveatur) di Nastasi a palazzo Chigi a sconsigliare Renzi che di consiglieri come lui - Attila, per chi lo conosce bene - non ha altro bisogno.
 La ricetta di Fuortes per il 'malato grave' Arena di Verona, onde accedere alle cure specialistiche del protocollo di cura necessario ('Legge cosiddetta Bray) è drastica: licenziati i pochi componenti stabili del Corpo di ballo (otto in tutto; per le grandi coreografie estive si ricorreva ad una cinquantina di ballerini aggiunti) e due mesi di chiusura forzata della Fondazione, nei mesi autunnali, onde ottenere un risparmio per stagione di quasi 2,5 milioni di Euro. E poi ci saranno anche altri sacrifici, inclusi nel contratto.
 Per il corpo di ballo è stata ventilata l'ipotesi della creazione di un corpo di ballo 'interregionale' in forza alle fondazioni di Venezia, Verona e Trieste - ma con questi chiari di luna è assai difficile che possa crearsi. Si mandano a casa otto ballerini, per assumerne, poco dopo, una trentina? Punto e a capo, e di nuovo nei guai nel giro di una o due stagioni?
Ma la cosa che più preoccupa è la chiusura per due mesi. Così procedendo il dott. Fuortes, comincia a sperimentare l'intermittenza delle Fondazioni : Verona fa il festival estivo, Trieste si dedica, ma solo d'estate, all'Operetta, Venezia - ma solo perché ha un pubblico internazionale - potrebbe anche restare aperta tutto l'anno, salvo i periodi di acqua alta; e Firenze, ad esempio, che da poco ha costruito quel monumento del nuovo teatro, ma se la passa malissimo, potrebbe ogni anno fare il suo 'Maggio' e basta.
 Gira voce di un progetto firmato da Nastasi, evidentemente sposato pienamente da Franceschini, che vorrebbe le Fondazioni liriche italiane ridotte, anzi ridottissime, in numero, a sole tre o quattro.
Insomma si comincia  a sperimentare la riduzione nelle unità esistenti, in un settore tra i pochi che ci dà lustro nel mondo e che ci procura in patria entrate e turisti;  che ha un certo costo, il cui aumento  è dovuto in molti casi a cattivi ed incapaci amministratori messi lì proprio dal Ministero che ora intende punire non gli amministratori colpevoli, ma i lavoratori, privando contemporaneamente  il Paese di una fonte di ricchezza in tutti i sensi - se ben amministrata.
 Quando a Verona Tosi ha portato i libri contabili al Ministero, lavandosi le mani lui che ci aveva messo e poi messo ancora Girondini, e chiedendo l'intervento del Commissario, il ministro avrebbe dovuto dirgli: senta Tosi, si trattenga un  pò qua, ora ci spieghi perché ha voluto mettere ancora Girondini, quando tutti non lo volevano riconfermato? E lei sapeva già l0entità del buco di bilancio e che andava dicendo: lui  che l'ha fatto, sa come colmartlo? Si rende conto della sua colpevole ed irresponsabile follia?  Ora lei o Girondini  o tutti e due dovete pagare; non possono pagare solo i dipendenti, i quali, se hanno usufruito di favori non meritati,  la responsabilità è sua e di  Girondini.
 Logica quindi la richiesta dei dipendenti dell'Arena, dopo aver sottoscritto il duro protocollo di razionalizzazione e ristrutturazione proposto da Fuortes, che vogliono amministratori responsabili e capaci, che non facciano più trovare la loro fondazione - da tutti invidiata per i suoi monumentali grandi spazi - sull'orlo del precipizio. Chissà se Franceschini li ascolterà e capirà. Il discorso vale anche per Tosi, fino a quando reggerà il Comune veneto.

3 commenti:

  1. Analisi giusta e corretta! Ma allora per quale motivo sia Girondini che Tosi e pure la Tartarotti che avrebbe dovuto risolvere il problema amministrativo senza un commissariamento sono ancora al loro posto? Mi piacerebbe una risposta politica ... Ma a quanto pare la politica è talmente collusa con certe decisioni da non far ben sperare per il futuro dell'Arena. Prevedo a breve termine la liquidazione coatta come prevede la legge Bray se non si raggiunge il pareggio di bilancio, o alla meglio l'eliminazione dei corpi stabili Coro e Orchestra per far poi posto a cooperative create alla meglio senza nessuna garanzia artistica prevista da procedure concorsuali, e con una mafia di appalti per poter accedere ai soldi pubblici ! Ecco cosa resterà della gloriosa Arena di Verona! Grazie alla politica!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. stanno facendo le prove generali per lo smantellamento anche dell'opera, dopo la musica azzerata da Nastasi, in Italia.
      (Il precedente commento l'ho eliminato per la presenza di troppi errori dei quali mi sono accorto solo dopo la pubblicazione e l'ho riscritto, identico ma senza errori.

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