giovedì 26 maggio 2016

Povera Europa, se nelle stanze del potere a Bruxelles siede anche un certo Martin Selmayr

Nessuno conosce il suo nome, ma tutti i capi di Stato europei lo conoscono e sanno che è colui il quale comanda nel gabinetto di Juncker. Parliamo del tedesco Martin Selmayr, il quale ha voluto vivere oggi, dal Giappone, dove ha seguito il suo capo per il G7, il suo momento di gloria, alias di imbecillità, twittando di sua iniziativa senza che nessuno glielo abbia espressamente o indirettamente chiesto, che al prossimo G7 a sedere intorno al tavolo rotondo dei capi di Stato e governo dei sette paesi più industrializzati del mondo, potrebbero esserci Trump, Johnson, Le Pen, e Grillo. Aggiungendo che una simile prospettiva dovrebbe farci riflettere sul pericolo dei populismi, alla vigilia di importanti appuntamento elettorali, come  quelli in Inghilterra, ma anche in Spagna e Francia e poi anche quello referendario in Italia, che potrebbe mandare a casa Renzi e far prendere il suo posto a Grillo.
Si possono commettere simili  imbecillità ed occupare un posto di responsabilità come quello di capo del gabinetto del presidente Juncker?
Il tedesco Selmayr non si è reso  ancora conto che il suo lavoro - ammesso che lo sappia fare - a  nome e per conto di Junker, è semmai quello di appianare i contrasti, non di creare incidenti diplomatici, ma sempre da dietro le quinte, e non come ha appena fatto dal lontano Giappone, dove in un sol colpo ha  coinvolto, inavvedutamente, perfino l'eventuale prossimo presidente degli Stati Uniti. Dio ce ne scampi e liberi. Da Trump. Noi possiamo dirlo lui no.  Lui, Selmayr, deve solo star zitto perchè non sa nè come parlare nè quando e, peggio ancora,  non sa neanche cosa dire.

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