sabato 16 aprile 2016

CARLO FUORTES va a salvare l'ARENA di VERONA

Preso a pedate Girondini, dallo stesso Tosi che lo aveva confermato  alla sovrintendenza areniana, per assoluta incapacità di gestire (si è finalmente convinto anche lui?) la fondazione Arena di Verona - quella che ha la platea più vasta ed anche più invidiata al mondo ( sebbene, anche quella con maggiori spese) - che  proprio Girondini avrebbe dovuto salvare dal buco di bilancio  di quasi 30 milioni di Euro che lui stesso aveva prodotto nei lunghi anni al vertice, Tosi ha prospettato le due possibili soluzioni al disastro.
Affidare a privati - e lui ne aveva trovato già di buoni -  buoni come Girondini? -  la prossima stagione estiva già fissata nel cartellone e nelle date; o, seconda ipotesi, affidare la gestione transitoria ad un commissario per vedere se i libri da portare in tribunale per il fallimento possono essere nuovamente aperti per fare due conti con più ragionevolezza sul taglio delle spese. 
La decisione su quale delle due cure da adottare spetta al ministro, Franceschini, il quale per una volta si è scrollata di dosso la nomea di 'mezzodisastro', dando prova di ragionevolezza e responsabilità.
 E così ha deciso di mandare a tentare il salvataggio dell'Arena, un commissario. Chi? L'unico in Italia che, dopo la gaffe che lo ha fatto deridere da mezzo mondo ( quella famosa dell'esternalizzazione di orchestra e coro), è in grado di evitare, allontanandolo, il fallimento, venendo a patti con le maestranze dell'Arena, come ha fatto a Roma, facendo alla fine ingoiare più rospi di quanti lo stesse non volevano: Carlo Fuortes che  è l'unico che ha esperienza di come trattare - perchè trattare si deve, non c'è altra soluzione possibile; nè si può pensare che  si chiuda per fallimento l'Arena, mandata gambe all'aria proprio da chi, Girondini,  avrebbe dovuto per volontà del sindaco, Tosi, evitarle di finire nel baratro.
 Fuortes - che è l'unico che conosce  l' arma della mediazione alla quale fu costretto dopo quella sua ingloriosa uscita, per la quale tuttavia ebbe l'incoraggiamento  e l'appoggio dei due politici inesperti, Franceschini e Marino - ha detto che prima di accettare la nomina ministeriale vuole vedere i conti, e solo dopo scioglierà la riserva,  e lavorerà alla salvezza di Verona - cosa che farà, candidandosi a ministro della cultura nella prossima legislatura - ma restando al timone dell'Opera di Roma, la cui salvezza tutti unanimemente attribuiscono a san CARLO, che va FUORTES ovunque metta le mani.

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